Il caldo d’agosto gioca brutti scherzi agl’imprevidenti che si sono dimenticati sotto il “sole dell’avvenire”. Cosa che sembra essere capitata anche ai paolini. E, dunque, nel nulla d’agosto – si fa per dire visti i problemi nel Caucaso – qualche mirata polemica torna utile alla tiratura se in edicola c’è aria di crisi. Così, dunque, dedicherò qualche post a raccattare le polemiche dalla stampa italiana, cominciando con questo che riporta un articolo di oggi del Corriere della Sera, firmato da Alessandro Trocino. Vediamolo:
Prima l’attacco contro il governo che si trastulla con «l’inutile gioco dei soldatini e i finti proclami sulla sicurezza». Ora l’affondo, citando la rivista francese Esprit: «Speriamo che non si riveli vero il sospetto che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo».
L`uno-due di Famiglia Cristiana provoca un diluvio di reazioni indignate. A cominciare da quella del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi: «Di fascista in Italia ci sono solo i toni da manganellatore di Famiglia Cristiana».
In un editoriale firmato da Beppe del Colle, il settimanale torna a criticare le misure sulla sicurezza, a cominciare dalla «sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom». E ricorda come in Europa sia tornata alla mente, «come un simbolo», la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss. L’articolo è una replica alle parole di Giovanardi dei giorni scorsi: «Non siamo cattocomunisti, tantomeno criptocomunisti. Ora basta critiche».
Poi il riferimento al fascismo. Che viene accolto con ironia da Maurizio Gasparri (Pdl): «In giro non vedo questo ritorno del nazifascismo. Se don Sciortino lo vede, prenda il mitra e spari, noi ci uniremo a lui come un sol uomo». Gasparri sottolinea anche «la crisi nelle edicole del settimanale». Replica pure il ministro della Difesa Ignazio La Russa: «Famiglia Cristiana riporti in avanti l’orologio, non esiste nessun limite a dire sciocchezze». L’Udc si schiera nel mezzo con il portavoce Francesco Pionati: «Ridicolo tirare in ballo il fascismo, così come rispolverare gli slogan sul cattocomunismo». Più netto l’Udc Maurizio Ronconi: «Incomprensibili e provinciali le critiche a Famiglia Cristiana, alla quale deve essere riconosciuta piena libertà di espressione oltre a quella autorevolezza derivante dalla straordinaria diffusione». Per il leghista Roberto Cota, «il mondo cattolico condivide le misure dell’esecutivo».
Dal Pd, arriva il sostegno a Famiglia Cristiana, con Giorgio Merlo: «È un giornale che ama il linguaggio della verità».
E con Rosy Bindi: «La maggioranza ha un rapporto strumentale con la Chiesa».
Controreplica finale, o quasi, del direttore del settimanale, don Antonio Sciortino: «Sono meravigliato da queste reazioni. Non abbiamo pregiudizi verso il governo Berlusconi, ci siamo comportati allo stesso modo durante il governo Prodi. È diritto dei singoli cittadini valutare il governo sui singoli provvedimenti, libero è il dibattito, libero il confronto».
Prima l’attacco contro il governo che si trastulla con «l’inutile gioco dei soldatini e i finti proclami sulla sicurezza». Ora l’affondo, citando la rivista francese Esprit: «Speriamo che non si riveli vero il sospetto che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo».
L`uno-due di Famiglia Cristiana provoca un diluvio di reazioni indignate. A cominciare da quella del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi: «Di fascista in Italia ci sono solo i toni da manganellatore di Famiglia Cristiana».
In un editoriale firmato da Beppe del Colle, il settimanale torna a criticare le misure sulla sicurezza, a cominciare dalla «sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom». E ricorda come in Europa sia tornata alla mente, «come un simbolo», la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss. L’articolo è una replica alle parole di Giovanardi dei giorni scorsi: «Non siamo cattocomunisti, tantomeno criptocomunisti. Ora basta critiche».
Poi il riferimento al fascismo. Che viene accolto con ironia da Maurizio Gasparri (Pdl): «In giro non vedo questo ritorno del nazifascismo. Se don Sciortino lo vede, prenda il mitra e spari, noi ci uniremo a lui come un sol uomo». Gasparri sottolinea anche «la crisi nelle edicole del settimanale». Replica pure il ministro della Difesa Ignazio La Russa: «Famiglia Cristiana riporti in avanti l’orologio, non esiste nessun limite a dire sciocchezze». L’Udc si schiera nel mezzo con il portavoce Francesco Pionati: «Ridicolo tirare in ballo il fascismo, così come rispolverare gli slogan sul cattocomunismo». Più netto l’Udc Maurizio Ronconi: «Incomprensibili e provinciali le critiche a Famiglia Cristiana, alla quale deve essere riconosciuta piena libertà di espressione oltre a quella autorevolezza derivante dalla straordinaria diffusione». Per il leghista Roberto Cota, «il mondo cattolico condivide le misure dell’esecutivo».
Dal Pd, arriva il sostegno a Famiglia Cristiana, con Giorgio Merlo: «È un giornale che ama il linguaggio della verità».
E con Rosy Bindi: «La maggioranza ha un rapporto strumentale con la Chiesa».
Controreplica finale, o quasi, del direttore del settimanale, don Antonio Sciortino: «Sono meravigliato da queste reazioni. Non abbiamo pregiudizi verso il governo Berlusconi, ci siamo comportati allo stesso modo durante il governo Prodi. È diritto dei singoli cittadini valutare il governo sui singoli provvedimenti, libero è il dibattito, libero il confronto».
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