«Polemica. La lotta all’evasione si è fermata solo per Di Pietro», con questo titolo Libero di sabato 9 agosto 2008 presenta una lettera al direttore del generale Roberto Speciale, oggi onorevole:
Gentile direttore, mi affido alla Sua sensibilità e alla Sua cortese e ben nota ospitalità per ribattere a due affermazioni, o sarebbe meglio dire insinuazioni, rese martedì scorso alla Camera, durante le dichiarazioni finali di voto sulla manovra finanziaria, da due esponenti del Partito dell’Italia dei Valori.
Ricorro a Lei poiché il vertiginoso susseguirsi di votazioni su numerosissimi ordini del giorno non mi ha consentito di intervenire nel dibattito in aula così come avrei voluto.
Mi riferisco in particolare all’insinuazione dell’onorevole Antonio Di Pietro su un presunto allentamento della lotta all’evasione fiscale da parte del governo Berlusconi reso evidente a suo avviso dal calo del 7% degli introiti Iva. Al riguardo, mi limito ad osservare che a tutt’oggi sia la Guardia di Finanza che l’Agenzia delle Entrate continuano ad operare secondo la direttiva ministeriale Visco-Padoa Schioppa (peraltro, se lo conosco bene - e lo conosco bene - non modificata o implementata con alcuna disposizione scritta o verbale del ministro Tremonti) per il raggiungimento degli obiettivi in essa fissati.
Finanzieri fannulloni?
Or bene, delle due l`una: o gli uomini e le donne della Gdf e i funzionari dell’Agenzia delle Entrate stanno attuando una sorta di sciopero bianco (il che è impensabile) oppure la suddetta direttiva sta "mostrando la corda", nel senso che forse ha a suo tempo fissato obiettivi non perseguibili. Per la verità, è semplicemente cambiato il contesto e, in particolare, esiste un motivo che è sotto gli occhi di tutti e che però l’intera opposizione, tranne rare eccezioni, si rifiuta di prendere in considerazione nonostante l’evidenza: vale a dire il minor introito Iva dovuto al manifesto calo dei consumi, atteso che le famiglie ormai gestiscono la propria quotidianità disponendo di risorse limitate e appena sufficienti il più delle volte alla mera sopravvivenza.
È di tutta evidenza quindi che l’affermazione di Di Pietro è un’insinuazione strumentale contro un governo che invece si sta muovendo e si muoverà nella direzione di aumentare il budget familiare - liberando contestualmente le piccole e medie imprese da tutti quegli adempimenti/orpelli burocratici che ne limitano l’azione e la crescita - e che certamente non si sognerà mai di allentare la lotta all’evasione fiscale, come anche al lavoro sommerso, che, anzi, cercherà di aggredire ulteriormente, portandola quantomeno a livelli fisiologici accettabili come nel resto d’Europa.
Il secondo caso, poi, riguarda l’intervento dell’Onorevole Francesco Barbato, anch’egli dell’Italia dei Valori, che nell’intento evidente di svalutare l’impiego dei soldati in concorso alle forze dell’ordine per il presidio della sicurezza delle città ha palesato l’insorgere di una nuova incombenza in capo ai poliziotti, ossia di dover fare da balia ai militari che li affiancano in tale attività.
Soldati eccellenti
Ebbene, colgo in siffatta asserzione un concetto fuorviante e comunque non rispondente a verità. Mi chiedo di fatto a quali soldati faccia riferimento il collega Barbato. Forse a quelli di leva, ma la leva è sospesa da sette anni. No, nel caso di specie si tratta invece di professionisti di prim’ordine, che hanno subito un addestramento eccellente, capaci di assolvere con dedizione e perizia i molteplici compiti d’istituto. Li guardi bene l’Onorevole Barbato questi ragazzi in uniforme. Si accorgerà che la gran parte di essi porta sul petto almeno una riga di nastrini, vessillo dei tanti mesi trascorsi nei vari teatri operativi e nelle principali aree di crisi internazionali.
Ovunque nel mondo, i nostri soldati hanno esportato ed evidenziato una preparazione tecnico-professionale senza pari, riscuotendo finanche l’apprezzamento delle forze armate estere. Essi meritano rispetto e onore. Non penso, pertanto, che i militari italiani, abbiano bisogno di balie. Piuttosto, ritengo che proprio il concomitante impiego di forze dell’ordine e soldati a controllo del territorio urbano rappresenti una preziosa sinergia per rafforzare la sicurezza e la fiducia dei cittadini.
Il Governo Prodi
La mia attenzione non poteva non soffermarsi sui due interventi prima richiamati, che mi hanno toccato in profondità. Sono un Generale dell’Esercito Italiano e per più di quattro anni ho comandato la Guardia di Finanza: dunque, per fatto personale e per amore di verità, ho sentito un forte, autentico impulso ad esprimere il mio pensiero sui temi in rassegna, ringraziandola, caro Direttore, per la disponibilità a dame pubblicazione sulle pagine del suo giornale.
Nei primi sei mesi dal suo insediamento, il governo Prodi ha beneficiato nella lotta all’evasione fiscale dei buoni risultati dovuti alle linee guida impartite in precedenza dalle direttive del ministro Tremonti; eppure lo scorso Esecutivo non tardò ad avocare a sé ogni merito. E oggi, a pochi mesi di distanza dal suo avvio, se le statistiche parlano di calo degli introiti Iva se ne addossano le responsabilità interamente all’operato del governo Berlusconi. Non potevo dunque tacere su una siffatta rappresentazione della realtà, che, tendenziosa, è divenuta un vero e proprio ritornello dell’opposizione.
Da Deputato con le stellette, poi, non potevo non richiamare la pubblica attenzione sulle elevate, peculiari e versatili competenze dei nostri soldati, difendendole da chi puntualmente tenta di metterle variamente in discussione.
Gentile direttore, mi affido alla Sua sensibilità e alla Sua cortese e ben nota ospitalità per ribattere a due affermazioni, o sarebbe meglio dire insinuazioni, rese martedì scorso alla Camera, durante le dichiarazioni finali di voto sulla manovra finanziaria, da due esponenti del Partito dell’Italia dei Valori.
Ricorro a Lei poiché il vertiginoso susseguirsi di votazioni su numerosissimi ordini del giorno non mi ha consentito di intervenire nel dibattito in aula così come avrei voluto.
Mi riferisco in particolare all’insinuazione dell’onorevole Antonio Di Pietro su un presunto allentamento della lotta all’evasione fiscale da parte del governo Berlusconi reso evidente a suo avviso dal calo del 7% degli introiti Iva. Al riguardo, mi limito ad osservare che a tutt’oggi sia la Guardia di Finanza che l’Agenzia delle Entrate continuano ad operare secondo la direttiva ministeriale Visco-Padoa Schioppa (peraltro, se lo conosco bene - e lo conosco bene - non modificata o implementata con alcuna disposizione scritta o verbale del ministro Tremonti) per il raggiungimento degli obiettivi in essa fissati.
Finanzieri fannulloni?
Or bene, delle due l`una: o gli uomini e le donne della Gdf e i funzionari dell’Agenzia delle Entrate stanno attuando una sorta di sciopero bianco (il che è impensabile) oppure la suddetta direttiva sta "mostrando la corda", nel senso che forse ha a suo tempo fissato obiettivi non perseguibili. Per la verità, è semplicemente cambiato il contesto e, in particolare, esiste un motivo che è sotto gli occhi di tutti e che però l’intera opposizione, tranne rare eccezioni, si rifiuta di prendere in considerazione nonostante l’evidenza: vale a dire il minor introito Iva dovuto al manifesto calo dei consumi, atteso che le famiglie ormai gestiscono la propria quotidianità disponendo di risorse limitate e appena sufficienti il più delle volte alla mera sopravvivenza.
È di tutta evidenza quindi che l’affermazione di Di Pietro è un’insinuazione strumentale contro un governo che invece si sta muovendo e si muoverà nella direzione di aumentare il budget familiare - liberando contestualmente le piccole e medie imprese da tutti quegli adempimenti/orpelli burocratici che ne limitano l’azione e la crescita - e che certamente non si sognerà mai di allentare la lotta all’evasione fiscale, come anche al lavoro sommerso, che, anzi, cercherà di aggredire ulteriormente, portandola quantomeno a livelli fisiologici accettabili come nel resto d’Europa.
Il secondo caso, poi, riguarda l’intervento dell’Onorevole Francesco Barbato, anch’egli dell’Italia dei Valori, che nell’intento evidente di svalutare l’impiego dei soldati in concorso alle forze dell’ordine per il presidio della sicurezza delle città ha palesato l’insorgere di una nuova incombenza in capo ai poliziotti, ossia di dover fare da balia ai militari che li affiancano in tale attività.
Soldati eccellenti
Ebbene, colgo in siffatta asserzione un concetto fuorviante e comunque non rispondente a verità. Mi chiedo di fatto a quali soldati faccia riferimento il collega Barbato. Forse a quelli di leva, ma la leva è sospesa da sette anni. No, nel caso di specie si tratta invece di professionisti di prim’ordine, che hanno subito un addestramento eccellente, capaci di assolvere con dedizione e perizia i molteplici compiti d’istituto. Li guardi bene l’Onorevole Barbato questi ragazzi in uniforme. Si accorgerà che la gran parte di essi porta sul petto almeno una riga di nastrini, vessillo dei tanti mesi trascorsi nei vari teatri operativi e nelle principali aree di crisi internazionali.
Ovunque nel mondo, i nostri soldati hanno esportato ed evidenziato una preparazione tecnico-professionale senza pari, riscuotendo finanche l’apprezzamento delle forze armate estere. Essi meritano rispetto e onore. Non penso, pertanto, che i militari italiani, abbiano bisogno di balie. Piuttosto, ritengo che proprio il concomitante impiego di forze dell’ordine e soldati a controllo del territorio urbano rappresenti una preziosa sinergia per rafforzare la sicurezza e la fiducia dei cittadini.
Il Governo Prodi
La mia attenzione non poteva non soffermarsi sui due interventi prima richiamati, che mi hanno toccato in profondità. Sono un Generale dell’Esercito Italiano e per più di quattro anni ho comandato la Guardia di Finanza: dunque, per fatto personale e per amore di verità, ho sentito un forte, autentico impulso ad esprimere il mio pensiero sui temi in rassegna, ringraziandola, caro Direttore, per la disponibilità a dame pubblicazione sulle pagine del suo giornale.
Nei primi sei mesi dal suo insediamento, il governo Prodi ha beneficiato nella lotta all’evasione fiscale dei buoni risultati dovuti alle linee guida impartite in precedenza dalle direttive del ministro Tremonti; eppure lo scorso Esecutivo non tardò ad avocare a sé ogni merito. E oggi, a pochi mesi di distanza dal suo avvio, se le statistiche parlano di calo degli introiti Iva se ne addossano le responsabilità interamente all’operato del governo Berlusconi. Non potevo dunque tacere su una siffatta rappresentazione della realtà, che, tendenziosa, è divenuta un vero e proprio ritornello dell’opposizione.
Da Deputato con le stellette, poi, non potevo non richiamare la pubblica attenzione sulle elevate, peculiari e versatili competenze dei nostri soldati, difendendole da chi puntualmente tenta di metterle variamente in discussione.
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