Riprendo per prima cosa stamattina, dopo aver riportato ieri la traduzione integrale e un paio di articoli, la rassegna dei commenti, pubblicati ieri, dei principali giornali italiani sul miracolo di Berlusconi. Un utile esercizio per capire quali interessi rappresentano ed il grado di “sudditanza” politica agli schieramenti. È la volta di La Repubblica con un articolo di Mauro Favale. Eccolo sempre saltando titolo e occhielli vari:
«Miracolo in cento giorni». Quasi a richiamare lo slogan del 1994, quello della discesa in campo di Silvio Berlusconi che parlava di «un nuovo miracolo italiano», il Newsweek fa il punto dopo tre mesi di governo ed elogia il premier come mai prima d’ora: «Ha fatto l’impossibile - scrive sul settimanale americano Jacopo Barigazzi - per mettere ordine in questa nazione apparentemente ingovernabile, dando prova di risolutezza soprattutto nella crisi dei rifiuti a Napoli e contro la criminalità».
Un’analisi lusinghiera, che prende atto anche dell’approvazione del Lodo Alfano («il conflitto di interessi non è passato inosservato») ma che la archivia così: «Gli italiani si sentono troppo poveri per prestarvi maggiore attenzione», scrive Newsweek. Così, nella mente, resta «il pugno di ferro in un guanto di velluto» con cui Berlusconi si occupa della sicurezza e dell’immigrazione, «nonostante l’opposizione dei gruppi per i diritti umani e dell’Unione europea».
Anche se, conclude l’articolo, «eliminare la spazzatura e perseguitare gli immigrati non sarà sufficiente, perché gli italiani vogliono la stabilità economica».
Se non è una svolta editoriale, per il settimanale statunitense, poco ci manca. Perché il magazine non è mai stato troppo tenero con il premier. Anzi. In passato lo ha anche definito "tycoon showman", esprimendo riserve sulla sua capacità, a 71 anni e alla quinta competizione elettorale, di offrire qualcosa di nuovo.
All’inizio di aprile, poi aveva anche giocato sull’accoppiata Berlusconi-Veltroni: con una copertina e un fotomontaggio a richiamare il "Veltrusconi", l`unico sistema in grado di «tirar fuori l’Italia dai problemi».
L’articolo di Newsweek è musica per le orecchie del centrodestra, il giorno dopo le bacchettate ricevute da Famiglia Cristiana.
Esulta il Pdl: «L’Italia rialza la testa», per Isabella Bertolini.
«Una lezione per la stampa italiana», dice Osvaldo Napoli. «È la fine dell’antiberlusconismo», dichiara Gaetano Quagliariello.
Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, getta la croce addosso all’opposizione e al suo «silenzio imbarazzato». Gli risponde Paolo Gentiloni: «Quei giornali considerati nemici manovrati dall’opposizione ora diventano oracoli». E Giovanna Melandri: «Il vero problema è il reddito delle famiglie. Per il governo tutto è un’emergenza tranne questo». E sull’edizione on line del magazine sono numerosi i lettori che non condividono l’analisi del giornalista: «Miracolo? Ma quale miracolo», si chiedono.
«Miracolo in cento giorni». Quasi a richiamare lo slogan del 1994, quello della discesa in campo di Silvio Berlusconi che parlava di «un nuovo miracolo italiano», il Newsweek fa il punto dopo tre mesi di governo ed elogia il premier come mai prima d’ora: «Ha fatto l’impossibile - scrive sul settimanale americano Jacopo Barigazzi - per mettere ordine in questa nazione apparentemente ingovernabile, dando prova di risolutezza soprattutto nella crisi dei rifiuti a Napoli e contro la criminalità».
Un’analisi lusinghiera, che prende atto anche dell’approvazione del Lodo Alfano («il conflitto di interessi non è passato inosservato») ma che la archivia così: «Gli italiani si sentono troppo poveri per prestarvi maggiore attenzione», scrive Newsweek. Così, nella mente, resta «il pugno di ferro in un guanto di velluto» con cui Berlusconi si occupa della sicurezza e dell’immigrazione, «nonostante l’opposizione dei gruppi per i diritti umani e dell’Unione europea».
Anche se, conclude l’articolo, «eliminare la spazzatura e perseguitare gli immigrati non sarà sufficiente, perché gli italiani vogliono la stabilità economica».
Se non è una svolta editoriale, per il settimanale statunitense, poco ci manca. Perché il magazine non è mai stato troppo tenero con il premier. Anzi. In passato lo ha anche definito "tycoon showman", esprimendo riserve sulla sua capacità, a 71 anni e alla quinta competizione elettorale, di offrire qualcosa di nuovo.
All’inizio di aprile, poi aveva anche giocato sull’accoppiata Berlusconi-Veltroni: con una copertina e un fotomontaggio a richiamare il "Veltrusconi", l`unico sistema in grado di «tirar fuori l’Italia dai problemi».
L’articolo di Newsweek è musica per le orecchie del centrodestra, il giorno dopo le bacchettate ricevute da Famiglia Cristiana.
Esulta il Pdl: «L’Italia rialza la testa», per Isabella Bertolini.
«Una lezione per la stampa italiana», dice Osvaldo Napoli. «È la fine dell’antiberlusconismo», dichiara Gaetano Quagliariello.
Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, getta la croce addosso all’opposizione e al suo «silenzio imbarazzato». Gli risponde Paolo Gentiloni: «Quei giornali considerati nemici manovrati dall’opposizione ora diventano oracoli». E Giovanna Melandri: «Il vero problema è il reddito delle famiglie. Per il governo tutto è un’emergenza tranne questo». E sull’edizione on line del magazine sono numerosi i lettori che non condividono l’analisi del giornalista: «Miracolo? Ma quale miracolo», si chiedono.
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