Luca Sebastiani su L’Unità titola: «Famiglia Cristiana accusa:"Rischio fascismo"». Un articolo cartina di tornasole, vediamolo:
Fascismo. «Speriamo che non stia rinascendo sotto altre forme». II preoccupato presagio cade come un macigno nel sonnolento stagno politico agostano. Creando ondate polemiche di una certa rilevanza, dato che ad esprimerlo in maniera argomentata è stata Famiglia Cristiana nel suo editoriale del prossimo numero.
Il settimanale dei Paolini ha infatti anticipato ieri il contenuto dell’articolo di Beppe Del Colle per rispondere agli attacchi concentrici cui è stata sottoposta da eminenti esponenti del Governo e della maggioranza negli ultimi giorni. Se nello scorso numero aveva attaccato l’inutile dispiegamento dei «soldatini» in giro per l’Italia solo per nascondere il vero problema del paese, la povertà crescente, questa volta il settimanale cattolico ha scelto di rincarare la dose e puntare il dito sulle impronte digitali dei bimbi rom.
«Abbiamo definito indecente la proposta del ministro Maroni perché bisogna evitare ai bimbi rom la vergogna di vedersi marcati per tutta la vita». Che la misura fosse al di fuori degli standard dei paesi democratici, se ne erano accorti anche in Europa, fa notare Famiglia Cristiana, che evoca dalla memoria storica degli europei «la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss». E poi cita le preoccupazioni di un ritorno larvato di fascismo espresse dalla rivista francese Esprit, chiosando dubitoso: «speriamo che non si riveli mai vero il suo sospetto che stia rinascendo sotto altre forme il fascismo».
Evidentemente la preoccupazione espressa nelle ultime frasi dell’editoriale era nata in seguito agli attacchi che il settimanale ha ricevuto dopo che si era permesso di criticare il governo. Del resto è abbastanza normale che la maggioranza veda una pregiudiziale ideologica dietro ogni critica e anche nel caso di Famiglia Cristiana si era lasciata andare alle solite denunce contro i comunisti.
In questo caso declinati come «cattocomunisti», nella versione del sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi, o «criptocomunisti», in quella del capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri.
«Non siamo cattocomunisti», ha ribattuto Del Colle nel suo editoriale, citando direttamente le parole di Giovanardi, che erigendosi a inquisitore e guardiano della dottrina aveva anche contestato il diritto del settimanale «ad essere venduto in chiesa». E punto sul vivo, ieri è stato Giovanardi il più duro nella replica, rimandando al mittente le allusioni al Ventennio.
Il giornale sta conducendo una «campagna connotata da livore ideologico» ha detto, prima di notare come «di fascista oggi in Italia ci sono soltanto i toni da manganellatore che Famiglia Cristiana consente a Del Colle». Insieme a lui sono scesi in campo gli specialisti del tema. Gasparri, che ha dichiarato che non ha notato «questo ritorno del nazifascismo» e ha annunciato una querela ad Antonio Sciortino, il direttore di Famiglia Cristiana che aveva detto che il senatore «predica bene e razzola male» visto che a Marettino, nelle Egadi, «la fa un po’ da boss e An governa con la sinistra».
E il ministro della Difesa La Russa, che come prova dell’esistenza della Democrazia in Italia fa notare che «non c’è nessuna limitazione di dire sciocchezze». I due esponenti di An, poi, si sono lanciati nella delegittimazione e hanno spiegato che se Famiglia Cristiana prende queste cantonate contro il governo è solo perché sta perdendo copie. «Lo dimostrano i dati del Sole 24 ore», hanno riferito autorevolmente. «Sono sorpreso da queste reazioni perché ogni cittadino dovrebbe poter valutare l’operato del governo».
Dopo un’altra giornata di polemiche Sciortino è sconsolato.
«In un paese normale – aggiunge - fa parte di un libero dibattito». In un paese normale sì, mentre in Italia, dice Giorgio Merlo del Pd, «chi ama il linguaggio della verità» è bollato come comunista.
Fascismo. «Speriamo che non stia rinascendo sotto altre forme». II preoccupato presagio cade come un macigno nel sonnolento stagno politico agostano. Creando ondate polemiche di una certa rilevanza, dato che ad esprimerlo in maniera argomentata è stata Famiglia Cristiana nel suo editoriale del prossimo numero.
Il settimanale dei Paolini ha infatti anticipato ieri il contenuto dell’articolo di Beppe Del Colle per rispondere agli attacchi concentrici cui è stata sottoposta da eminenti esponenti del Governo e della maggioranza negli ultimi giorni. Se nello scorso numero aveva attaccato l’inutile dispiegamento dei «soldatini» in giro per l’Italia solo per nascondere il vero problema del paese, la povertà crescente, questa volta il settimanale cattolico ha scelto di rincarare la dose e puntare il dito sulle impronte digitali dei bimbi rom.
«Abbiamo definito indecente la proposta del ministro Maroni perché bisogna evitare ai bimbi rom la vergogna di vedersi marcati per tutta la vita». Che la misura fosse al di fuori degli standard dei paesi democratici, se ne erano accorti anche in Europa, fa notare Famiglia Cristiana, che evoca dalla memoria storica degli europei «la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss». E poi cita le preoccupazioni di un ritorno larvato di fascismo espresse dalla rivista francese Esprit, chiosando dubitoso: «speriamo che non si riveli mai vero il suo sospetto che stia rinascendo sotto altre forme il fascismo».
Evidentemente la preoccupazione espressa nelle ultime frasi dell’editoriale era nata in seguito agli attacchi che il settimanale ha ricevuto dopo che si era permesso di criticare il governo. Del resto è abbastanza normale che la maggioranza veda una pregiudiziale ideologica dietro ogni critica e anche nel caso di Famiglia Cristiana si era lasciata andare alle solite denunce contro i comunisti.
In questo caso declinati come «cattocomunisti», nella versione del sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi, o «criptocomunisti», in quella del capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri.
«Non siamo cattocomunisti», ha ribattuto Del Colle nel suo editoriale, citando direttamente le parole di Giovanardi, che erigendosi a inquisitore e guardiano della dottrina aveva anche contestato il diritto del settimanale «ad essere venduto in chiesa». E punto sul vivo, ieri è stato Giovanardi il più duro nella replica, rimandando al mittente le allusioni al Ventennio.
Il giornale sta conducendo una «campagna connotata da livore ideologico» ha detto, prima di notare come «di fascista oggi in Italia ci sono soltanto i toni da manganellatore che Famiglia Cristiana consente a Del Colle». Insieme a lui sono scesi in campo gli specialisti del tema. Gasparri, che ha dichiarato che non ha notato «questo ritorno del nazifascismo» e ha annunciato una querela ad Antonio Sciortino, il direttore di Famiglia Cristiana che aveva detto che il senatore «predica bene e razzola male» visto che a Marettino, nelle Egadi, «la fa un po’ da boss e An governa con la sinistra».
E il ministro della Difesa La Russa, che come prova dell’esistenza della Democrazia in Italia fa notare che «non c’è nessuna limitazione di dire sciocchezze». I due esponenti di An, poi, si sono lanciati nella delegittimazione e hanno spiegato che se Famiglia Cristiana prende queste cantonate contro il governo è solo perché sta perdendo copie. «Lo dimostrano i dati del Sole 24 ore», hanno riferito autorevolmente. «Sono sorpreso da queste reazioni perché ogni cittadino dovrebbe poter valutare l’operato del governo».
Dopo un’altra giornata di polemiche Sciortino è sconsolato.
«In un paese normale – aggiunge - fa parte di un libero dibattito». In un paese normale sì, mentre in Italia, dice Giorgio Merlo del Pd, «chi ama il linguaggio della verità» è bollato come comunista.
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