“Risanamento e sviluppo, la portata di una sfida”, titola così Il Messaggero di oggi un articolo di Franco Reviglio che commenta l’esito del voto di ieri in Parlamento. L’articolo evidenzia la novità “epocale” rappresentata dalla manovra finanziaria approvata ieri. Un altro “bravo Tremonti” insomma. Ecco il testo:
«Il ministro Tremonti può partire per le vacanze soddisfatto. È riuscito a far approvare dal Parlamento una manovra finanziaria fortemente innovativa che blinda i saldi dei conti pubblici per i prossimi tre anni e definisce così il percorso di riduzione del debito pubblico in armonia con gli impegni europei.
Approvare in meno di cento giorni una legge che evita di aumentare le tasse e attua i tagli necessari alla spesa pubblica con un orizzonte finalmente di lungo termine, rappresenta quella rivoluzione di metodo, tempi e contenuti indicata a più riprese da tanti, anche dal centrosinistra riformista. Il decreto testé approvato ha definito le riforme che l’agenda di Lisbona chiedeva all’Italia, dal nucleare al piano casa, alle liberalizzazioni e quindi ha disegnato lo scenario di risanamento e sviluppo che le agenzie di rating chiedevano al nostro Paese.
È stato eliminato finalmente il processo tradizionale da oltre un ventennio che partendo dal varo della Finanziaria e dei provvedimenti collegati a fine settembre occupava la discussione del Parlamento sino a Natale, lasciando strade aperte alle richieste eccezionali che cercavano di bloccare o annacquare le misure proposte. Le strade ora sono state chiuse. A settembre il Parlamento approverà le tabelle della legge di bilancio che in gran parte sono state già definite dai tecnici dell’esecutivo in coerenza con la manovra appena approvata.
Il Parlamento potrà così occuparsi del federalismo fiscale, dando finalmente attuazione all’articolo 118 della Costituzione. Potrà altresì riprendere il confronto bipartisan sulle riforme istituzionali che rimane il vero banco di prova della capacità di governance della maggioranza e dell’opposizione.
L’innovazione della manovra Tremonti riguarda anche le modalità di controllo della spesa che non è più soltanto l’applicazione del metodo di riduzione orizzontale che in passato non ha offerto risultati positivi. Ora i responsabili tecnici dei ministeri, in prima linea i direttori generali. dovranno ridefinire le missioni di spesa ad essi affidate in modo da attuare le riforme che riducono la spesa corrente accrescendone l’efficienza e l’efficacia. Potranno così essere superati gli ostacoli che sinora hanno fatto crescere la spesa corrente invece di diminuirla.
Potranno anche essere ridefiniti i programmi di spesa di investimento, partendo dal nuovo ruolo affidato alla Cassa depositi e prestiti e alla partecipazione dei privati alla creazione delle infrastrutture di cui il Paese ha bisogno.»
«Il ministro Tremonti può partire per le vacanze soddisfatto. È riuscito a far approvare dal Parlamento una manovra finanziaria fortemente innovativa che blinda i saldi dei conti pubblici per i prossimi tre anni e definisce così il percorso di riduzione del debito pubblico in armonia con gli impegni europei.
Approvare in meno di cento giorni una legge che evita di aumentare le tasse e attua i tagli necessari alla spesa pubblica con un orizzonte finalmente di lungo termine, rappresenta quella rivoluzione di metodo, tempi e contenuti indicata a più riprese da tanti, anche dal centrosinistra riformista. Il decreto testé approvato ha definito le riforme che l’agenda di Lisbona chiedeva all’Italia, dal nucleare al piano casa, alle liberalizzazioni e quindi ha disegnato lo scenario di risanamento e sviluppo che le agenzie di rating chiedevano al nostro Paese.
È stato eliminato finalmente il processo tradizionale da oltre un ventennio che partendo dal varo della Finanziaria e dei provvedimenti collegati a fine settembre occupava la discussione del Parlamento sino a Natale, lasciando strade aperte alle richieste eccezionali che cercavano di bloccare o annacquare le misure proposte. Le strade ora sono state chiuse. A settembre il Parlamento approverà le tabelle della legge di bilancio che in gran parte sono state già definite dai tecnici dell’esecutivo in coerenza con la manovra appena approvata.
Il Parlamento potrà così occuparsi del federalismo fiscale, dando finalmente attuazione all’articolo 118 della Costituzione. Potrà altresì riprendere il confronto bipartisan sulle riforme istituzionali che rimane il vero banco di prova della capacità di governance della maggioranza e dell’opposizione.
L’innovazione della manovra Tremonti riguarda anche le modalità di controllo della spesa che non è più soltanto l’applicazione del metodo di riduzione orizzontale che in passato non ha offerto risultati positivi. Ora i responsabili tecnici dei ministeri, in prima linea i direttori generali. dovranno ridefinire le missioni di spesa ad essi affidate in modo da attuare le riforme che riducono la spesa corrente accrescendone l’efficienza e l’efficacia. Potranno così essere superati gli ostacoli che sinora hanno fatto crescere la spesa corrente invece di diminuirla.
Potranno anche essere ridefiniti i programmi di spesa di investimento, partendo dal nuovo ruolo affidato alla Cassa depositi e prestiti e alla partecipazione dei privati alla creazione delle infrastrutture di cui il Paese ha bisogno.»
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