martedì 5 agosto 2008

La prima volta dei militari

Militari a tutela della sicurezza dei cittadini. Ecco l’articolo di Fulvio Milone su La Stampa di oggi:

Il primo giorno
Più curiosità che paura per i soldati nelle città
Il sindacato di polizia: l’inesperienza può essere pericolosa

«Terrorista? In Italy?». No.
Vallo a spiegare a Malcom Lawrence da Notthìngam, Inghilterra, con moglie e due figlie al seguito, che i soldati non sono qui con il mitra imbracciato perché si teme un assalto di Al Qaeda. È solo per la sua sicurezza. «La mia? Non capisco, la guida dice che voi italiani avete già la polizia, i carabinieri e la guardia di finanza. A che servono i soldati?».
«Servono, servono...», interviene Daniele Rossi, autista di bus al capolinea di Piazza San Giovanni in Laterano battuta dal sole rovente, dove quattro parà della Folgore sostano attorno a una jeep cercando di sfruttare quel po’ di ombra offerta dalla facciata dell’ospedale. L’operazione-sicurezza del Governo Berlusconi è cominciata qui a Roma come in altre 21 province italiane.
È iniziata in sordina, con l’arrivo di piccoli contingenti, ma tempo una settimana dovrebbero essere in tremila i militari che affiancheranno le forze dell’ordine, impegnati nelle strade e nelle piazze di buona parte d’Italia nel presidio dei cosiddetti «obiettivi Qualche straniero teme una misura contro gli attentati, ma viene subito rassicurato sensibili». Non possono arrestare nessuno se non in flagranza di reato. Ma identificare e perquisire, quello sì.
Non è un’operazione indolore, quella scattata ieri. La comparsa dei soldati ha suscitato il malumore dei sindacati di polizia. La più forte delle organizzazioni, il Sap, teme «che possa accadere qualcosa a causa dell’inesperienza dei militari» in fatto di ordine pubblico. «Si pensa di trasformare in poliziotti tremila soldati con un corso di appena 15 giorni, mentre alla polizia tagliano mezzi, uomini e strutture», protesta il sindacato. La polemica non risparmia neanche il Web, con i soldati che intervengono nei blog frequentati dai poliziotti. Su www.forzepolizia.org un militare (nick-name: Giorgio) dice che «i sindacati farebbero bene a fare uscire in strada tutti gli agenti imboscati».
Ma sotto il sole implacabile di Roma, a 35 maledettissimi gradi, i 400 soldati (34 donne) finora impiegati affrontano con stoicismo il loro battesimo del fuoco accanto ai «colleghi» poliziotti e carabinieri.
Come definire diversamente l’uomo in divisa e basco rosso che se ne sta impettito in favore di telecamera come se facesse la guardia all’Altare della Patria? Turisti in piazza San Giovanni gli sciamano attorno, i giapponesi lo fotografano e lui non batte ciglio nonostante il sudore scorra abbondante sul viso.
Accanto a lui il caporalmaggiore scelto Di Stefano, «in servizio volontario permanente», sussurra con un sorriso forzato: «Certo, oggi è un po’ dura con questo sole». Ma si riprende subito, e racconta che la gente è contenta della loro presenza: «Stamattina si è avvicinato un signore che ci ha ringraziati».
Sarà perché di soldati non c’è neanche l’ombra nel centro della città, come il sindaco Alemanno ha preteso dal ministro dell’Interno Maroni, sta di fatto che a Roma la presenza delle divise è quasi evanescente.
Se a Milano gli artiglieri sono arrivati in piazza del Duomo, accolti dai militanti di An con il braccialetto tricolore e dai saluti dei passanti, a Roma hanno presidiato quasi esclusivamente stazioni ferroviarie della Metro in periferia: quelle più a rischio, come La Storta, dove tre mesi fa una studentessa del Lesotho è stata stuprata e accoltellata da un romeno. L’hanno sorvegliata, dalle 9 alle 14, tre militari del reggimento Lancieri di Montebello, accompagnati da un poliziotto e dallo scetticismo di.Armando, autista del bus in sosta al capolinea dell’Atac. «Dovrebbero esserci 24 ore su 24, visto quello che i balordi combinano la notte: si ubriacano, rubano le auto, sfasciano tutto», dice. Stessa scena alla stazione di Saxa Rubra: a soli 5 chilometri da qui, a Tor di Quinto, fu seviziata e uccisa Giovanna Reggiani, la moglie di un ufficiale della Marina. «Dovrebbero dare ai soldati anche i manganelli, oltre le pistole, per intervenire nelle risse», commenta un macchinista mentre osserva un gippone dell’esercito con tre uomini in divisa che si guardano attorno un po’ spaesati.
Non come i 50 parà della Folgore chiamati a dare una mano ai poliziotti e carabinieri al Centro di permanenza temporanea di Ponte Galeria: li guida il capitano Gianluca Simonelli, ha a suo attivo missioni in Kosovo, Macedonia, Afghanistan e Sudan. A lui, l`operazione-sicurezza a Roma deve proprio sembrare uno scherzo.

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