lunedì 4 agosto 2008

Le certezze di Cossiga

Flavia Baldi ha intervistato per il Giorno/Resto del Carlino/La Nazione Francesco Cossiga. L’intervista è stata pubblicata oggi. Eccola, ricca – com’era pensabile – di “picconate”:

Strage di Bologna, Cossiga: «Il caso resterà chiuso»
«Revisione del processo? Nessuno avrà mai il coraggio»

«Lo sostengo da dieci,15 che la matrice della strage di Bologna non è quella neo fascista. Ma non cambierà niente, nessuno avrà mai il coraggio di prendere in mano le carte per una revisione del processo».
Francesco Cossiga, presidente emerito della Repubblica, non crede che si arriverà mai a una revisione della sentenza definitiva di condanna dei neofascisti Francesca Mambro e Giusva Fioravanti per la strage di Bologna. Da tempo ripete che, dopo il 2 agosto del 1980 (Cossiga era allora presidente del Consiglio, ndr), lui seppe quasi subito che la pista seguita dagli investigatori era quella palestinese. Membri dell’Olp che trasportavano esplosivo.
C’era allora, ha ricordato il presidente Cossiga, in vigore il cosiddetto «patto Moro» che permetteva all’Olp di trasportare in Italia, impunemente, armi ed esplosivo. «Lo sa chi è venuto a dirmi che era tutta una balla (la colpevolezza di Mambro e Fioravanti, ndr.)? Quelle delle Br che sono state in carcere con loro, i rapitori di Moro. Una di queste signore è venuta da me, dicendo: non vengo per difendermi, ma per difendere la Mambro».
Una neofascista difesa dalle Br?
«La Mambro nello studio dove lavora ha una mia fotografia. Comunque, lei sa che i due imputati sono stati assolti tre volte. Poi, ci sono state imponenti manifestazioni di piazza e li hanno condannati».
Cofferati dice: le sentenze sono sentenze e basta...
«Vuol dire che lui in Francia avrebbe tenuto in galera Dreyfus e sarebbe stato contro Zola che, con il famoso articolo «J’accuse», è riuscito a scatenare una campagna, che ha costretto la magistratura a rivedere il processo, a riabilitare Dreyfus, al quale è stata poi data la Legion d’onore. Non dico che alla Mambro e a Fioravanti, colpevoli di gravi delitti, si debba dare la Legion d’onore, ma la verità sì».
Una strage che resta tabù?
«È l’unica strage per cui ogni anno si fanno lunghi cortei, “ora e sempre resistenza”. Resistenza, non si capisce contro chi, forse contro Veltroni, contro il Pd. Mah... Pare che siano vivi ancora i partigiani, eppure io credevo che Arrigo Boldrini fosse morto».
E la pista palestinese..
«Certo, è un’ipotesi che non si può nemmeno discutere. Una strage a Bologna, città rossa, nella città di Libero Mancuso. No, certe cose si potrebbero fare solo se fosse ancora vivo Falcone».
Se ci fossero vere prove, una revisione del processo sarebbe inevitabile?
«Ma si figuri, non se la sentono, la nostra Cassazione non se la sentirebbe mai di rivedere il processo. Con i giornali contro, sarebbero aggrediti i giudici e forse dovrebbero temere per la vita».
Lei è convinto che si tratti di un errore giudiziario o di una scelta politica?
«Io penso che i giudici siano indipendenti fino a un certo punto, non hanno mandato in galera De Gasperi e la moglie? Mica siamo in Inghilterra. Un giudice di destra assolverà quelli di destra e condannerà quelli di sinistra, un giudice di sinistra assolverà quelli di sinistra e condannerà quelli di destra. Questa è la tradizione italiana».
Ci sono magistrati indipendenti.
«Chi è il magistrato che avrebbe il coraggio di dire:abbiamo sbagliato. Io li conosco, vengo da una famiglia di magistrati. Ma è tramontata questa genia».
Su questo punto, presidente, è d’accordo con Berlusconi?
«Sì, su alcune cose meno. Ma io lo difendo sempre».
Il premier le aveva chiesto di presiedere una commissione per la riforma della giustizia.
«Vede quella di costituire una commissione era una minaccia. La minaccia è servita. Poi, quando lui ha avuto assicurazioni, i due esimi giuristi, il mio presidente del Senato, brava persona, e il presidente della Camera, hanno giurato che non si sarebbe mai reintrodotta l’immunità parlamentare».
È arrabbiato con il premier?
«Berlusconi non mi ha né fatto gli auguri per i miei 80 anni, né il regalo. Allora gli ho fatto gli auguri per Ferragosto e gli ho mandato un orologio di Bulgari».
Ha ringraziato?
«No».
Ma perchè lei non è stato ascoltato sulla strage?
«Ormai è così, mica si possono chiedere atti di eroismo ai magistrati».

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