Continuo, dunque, a mostrare come la stampa italiana celebra il “miracolo italiano” di Silvio Berlusconi annunciato al mondo da Newsweek. Come in precedenza mi risparmio i commenti lasciandoli al mio lettore. È la volta dell’articolo di Gian Maria De Francesco, su Il Giornale di oggi saltando titolo e occhiellame vario. Gli altri articoli domani mattina.
«Nei suoi primi 100 giorni in carica, Silvio Berlusconi potrebbe aver fatto l’impossibile: mettere ordine in questa nazione apparentemente ingovernabile raggiungendo un livello mai toccato prima nella storia italiana moderna». Con queste parole Newsweek, settimanale statunitense di area liberal, ha commentato i primi provvedimenti del nuovo governo pubblicando un articolo intitolato «Miracolo in 100 giorni. Come Berlusconi ha messo ordine nella caotica Italia, e cosa accadrà adesso».
Concetti antitetici a quelli che il giornale del gruppo Washington Post aveva utilizzato quando il Cavaliere si candidò per la terza volta alla guida del Paese nel 2001.
A quei tempi Newsweek si interrogava sui motivi per i quali gli italiani avrebbero dovuto concedere fiducia a «un uomo del genere». All’inizio del 2002, invece, Berlusconi fu rappresentato come un «bad, bad boy», un ragazzaccio troppo impertinente per i vecchi ciambellani dell’Ue che lo hanno sempre visto come una minaccia.
Il tempo, però, ha portato consiglio. Il successo berlusconiano, osserva ancora Newsweek, è dovuto al fatto che il presidente del Consiglio «sta mantenendo, gli impegni, con un’abilità "pugno-di-ferro-in-un-guanto-di-velluto"». Berlusconi, ricorda il periodico, ha tenuto fede all’impegno elettorale di riunire il Consiglio dei ministri nel capoluogo partenopeo e ha nominato uno «zar della monnezza» (il sottosegretario Bertolaso; ndr) per risolvere il problema. Il provvedimento approvato a, luglio, che ha dato l’ok a nuove discariche e inceneritori coinvolgendo l’esercito nelle operazioni, ha consentito di annunciare l’eliminazione di 50 milioni di tonnellate di rifiuti dalle strade.
Un’analoga prova di risolutezza è stata fornita anche sul dossier sicurezza. Il premier «ha contrastato la percezione che la criminalità sia in aumento (nonostante i dati dicano altrimenti) e che gli stranieri ne siano i responsabili. Anche in questo caso le contromisure sono state tempestive: «stato d’emergenza per combattere l’immigrazione clandestina» e raccolta delle impronte digitali dei rom. Insomma, «mano pesante contro l’immigrazione e la piccola criminalità».
Newsweek ha pure ricordato come tra i primi atti del governo ci sia stato anche il «lodo Alfano» che garantisce la sospensione dei procedimenti alle alte cariche dello Stato.
Le polemiche sono passate in secondo piano perché «gli italiani si sentono troppo poveri per prestarvi attenzione» perché «quello che vogliono realmente è la stabilità economica» e Berlusconi su questo punto «deve ancora indicare la strada». Anche se la «determinazione» fin qui mostrata «potrebbe permettergli di affrontare i problemi più gravi del Paese».
Ovvia la soddisfazione dell’intero centrodestra.. «E sotto gli occhi di tutti lo straordinario lavoro fatto finora dal presidente del Consiglio e da tutto l’esecutivo», ha osservato il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. «In sella c’è un governo che non fa polemiche ma dà risposte concrete, e in parallelo sta per nascere un grande partito, il Pdl, che può puntare al 50%+1 dei consensi», ha rilevato il portavoce di Fi, Daniele Capezzone.
«Un simile editoriale è impossibile leggerlo su una qualsiasi pubblicazione italiana», ha dichiarato il vicepresidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli, rimarcando come in Italia «troppi interessi soffocano quotidiani e settimanali».
Il vicepresidente dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello, ha evidenziato che Newsweek certifica la «dissoluzione dell’antiberlusconismo».
Solo la stoccata del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti sul «silenzio imbarazzato dell’opposizione» dinanzi a una serie di giudizi positivi, ha risvegliato il Pd dal suo torpore.
Alle 20.00 di ieri il responsabile comunicazione dei democratici, Paolo Gentiloni, è riuscito a dettare alle agenzie un invito al governo «a occuparsi dei problemi seri degli italiani». Bei tempi, quelli in cui si poteva sparare a palle incatenate sulle note di «Silvio is unfit»...
«Nei suoi primi 100 giorni in carica, Silvio Berlusconi potrebbe aver fatto l’impossibile: mettere ordine in questa nazione apparentemente ingovernabile raggiungendo un livello mai toccato prima nella storia italiana moderna». Con queste parole Newsweek, settimanale statunitense di area liberal, ha commentato i primi provvedimenti del nuovo governo pubblicando un articolo intitolato «Miracolo in 100 giorni. Come Berlusconi ha messo ordine nella caotica Italia, e cosa accadrà adesso».
Concetti antitetici a quelli che il giornale del gruppo Washington Post aveva utilizzato quando il Cavaliere si candidò per la terza volta alla guida del Paese nel 2001.
A quei tempi Newsweek si interrogava sui motivi per i quali gli italiani avrebbero dovuto concedere fiducia a «un uomo del genere». All’inizio del 2002, invece, Berlusconi fu rappresentato come un «bad, bad boy», un ragazzaccio troppo impertinente per i vecchi ciambellani dell’Ue che lo hanno sempre visto come una minaccia.
Il tempo, però, ha portato consiglio. Il successo berlusconiano, osserva ancora Newsweek, è dovuto al fatto che il presidente del Consiglio «sta mantenendo, gli impegni, con un’abilità "pugno-di-ferro-in-un-guanto-di-velluto"». Berlusconi, ricorda il periodico, ha tenuto fede all’impegno elettorale di riunire il Consiglio dei ministri nel capoluogo partenopeo e ha nominato uno «zar della monnezza» (il sottosegretario Bertolaso; ndr) per risolvere il problema. Il provvedimento approvato a, luglio, che ha dato l’ok a nuove discariche e inceneritori coinvolgendo l’esercito nelle operazioni, ha consentito di annunciare l’eliminazione di 50 milioni di tonnellate di rifiuti dalle strade.
Un’analoga prova di risolutezza è stata fornita anche sul dossier sicurezza. Il premier «ha contrastato la percezione che la criminalità sia in aumento (nonostante i dati dicano altrimenti) e che gli stranieri ne siano i responsabili. Anche in questo caso le contromisure sono state tempestive: «stato d’emergenza per combattere l’immigrazione clandestina» e raccolta delle impronte digitali dei rom. Insomma, «mano pesante contro l’immigrazione e la piccola criminalità».
Newsweek ha pure ricordato come tra i primi atti del governo ci sia stato anche il «lodo Alfano» che garantisce la sospensione dei procedimenti alle alte cariche dello Stato.
Le polemiche sono passate in secondo piano perché «gli italiani si sentono troppo poveri per prestarvi attenzione» perché «quello che vogliono realmente è la stabilità economica» e Berlusconi su questo punto «deve ancora indicare la strada». Anche se la «determinazione» fin qui mostrata «potrebbe permettergli di affrontare i problemi più gravi del Paese».
Ovvia la soddisfazione dell’intero centrodestra.. «E sotto gli occhi di tutti lo straordinario lavoro fatto finora dal presidente del Consiglio e da tutto l’esecutivo», ha osservato il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. «In sella c’è un governo che non fa polemiche ma dà risposte concrete, e in parallelo sta per nascere un grande partito, il Pdl, che può puntare al 50%+1 dei consensi», ha rilevato il portavoce di Fi, Daniele Capezzone.
«Un simile editoriale è impossibile leggerlo su una qualsiasi pubblicazione italiana», ha dichiarato il vicepresidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli, rimarcando come in Italia «troppi interessi soffocano quotidiani e settimanali».
Il vicepresidente dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello, ha evidenziato che Newsweek certifica la «dissoluzione dell’antiberlusconismo».
Solo la stoccata del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti sul «silenzio imbarazzato dell’opposizione» dinanzi a una serie di giudizi positivi, ha risvegliato il Pd dal suo torpore.
Alle 20.00 di ieri il responsabile comunicazione dei democratici, Paolo Gentiloni, è riuscito a dettare alle agenzie un invito al governo «a occuparsi dei problemi seri degli italiani». Bei tempi, quelli in cui si poteva sparare a palle incatenate sulle note di «Silvio is unfit»...
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