giovedì 14 agosto 2008

Che pierini questi paolini!

Proseguiamo con la rassegna stampa sull’affair “Famiglia Cristiana” con un articolo di Mauro Favale su La Repubblica di oggi:

«Speriamo che in Italia non stia rinascendo il fascismo», scrive Famiglia Cristiana. «Di fascista in Italia ci sono solo i vostri toni da manganellatori», risponde il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi. Lo scontro aperto tra il settimanale dei paolini e il governo. Mai la polemica era arrivata a questi livelli, nonostante già in sei occasioni, negli ultimi 100 giorni, Famiglia Cristiana avesse criticato i provvedimenti dell’esecutivo. Stavolta, però, i toni si alzano e prendono la forma di un botta e risposta in cui si minacciano querele e ci si accusa reciprocamente di fascismo.
Nasce tutto tre giorni fa: prima l’editoriale del direttore Antonio Sciortino sul «Presidente spazzino nel paese da marciapiede», poi la replica della maggioranza che, infastidita dà del «cattocomunista» al settimanale paolino e, ieri, la difesa di Famiglia Cristiana:
«Critichiamo l’attuale governo - scrive il vice direttore Beppe Del Colle nell’editoriale del prossimo numero - come abbiamo fatto con tutti i governi, anche democristiani, quando ci sembrava giusto e cristiano farlo». Poi, citando un autorevole mensile cattolico francese, affonda il colpo: «Esprit ha scritto: "Gli italiani sono incredibilmente duri contro i romeni e gli zingari". Sarà "incredibile" ma è vero. Speriamo - scrive Del Colle - che non si riveli mai vero il suo sospetto che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo».
La risposta più dura è quella del sottosegretario Carlo Giovanardi, già preso di mira dal settimanale («Non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico dottrinale»): «Fascisti sono i vostri toni», afferma il sottosegretario. «Resta il rammarico che una rivista che entra in tutte le parrocchie italiane tenti di coinvolgere una parte del mondo cattolico in una campagna connotata da pregiudizi e da un livore ideologico senza precedenti». Al suo fianco si schierano anche i ministri. Prima Ignazio La Russa, Difesa: «Non c’è nessun pericolo fascista. Famiglia Cristiana sta perdendo colpi. Riporti le lancette dell’orologio avanti: non c’è nessuna limitazione a dire queste fandonie». Più morbido Gianfranco Rotondi, attuazione del Programma: «Linguaggio sbagliato».
Aldilà delle parole, però, Famiglia Cristiana resta ferma nella critica dei provvedimenti del governo su sicurezza e immigrazione: «Sciocca e inutile è la trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom. Torna alla memoria la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss». Rivendica, il settimanale paolino, di essere «in prima linea su tutti i temi "eticamente irrinunciabili": divorzio, aborto, procreazione assistita, eutanasia, "dico", diritti della famiglia; abbiamo condannato l’inserimento dei radicali nelle liste del Pd. E ora basta». Un "basta" che, per il Pdl, ha la funzione di una miccia: partono accuse dirette soprattutto al direttore. Maurizio Gasparri annuncia una querela nei confronti di Sciortino che lo aveva attaccato in un’intervista ieri alla Stampa e poi rilancia: «Il suo stile di vita non sempre appare coerente con la sua condizione sacerdotale». Il senatore Pdl Vincenzo Fasano ironizza: «Bisognerà far tornare in sede il direttore perché l’incombente ritorno del fascismo evidenziato dal suo giornale non gli consente di proseguire i bagni in Sicilia con amiche ed amici». Replica Sciortino: «Sono sorpreso, ogni cittadino dovrebbe poter valutare l’operato del governo».
Nel centrosinistra, invece, si difende Famiglia Cristiana: «È un giornale libero», dice Beppe Giulietti di Articolo 21. Per Rosy Bindi, Pd, «il termine fascismo è forse improprio ma il governo non si può meravigliare dopo essersi reso responsabile della modifica dei connotati della nostra democrazia. Bisogna confrontarsi con le questioni poste da Famiglia Cristiana, così come fece a suo tempo il governo Prodi. Testimoniano un disagio presente nel mondo cattolico. A meno che non si voglia - conclude la Bindi - mettere un bel bavaglio anche al settimanale dei Paolini».

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