La trasmissione di ieri sera di Mentana, “Matrix”, è risultata, credo, per chi l’ha guardata, molto istruttiva. Lo dico per quei due, tre spunti di riflessione, che all’inizio si potevano ritenere inaspettati, emersi dai servizi, dalla discussione e dall’evolversi stesso della trasmissione. Innanzitutto la riprova del molto fumo fatto sulla questione da Veltroni e soci, dove pur di cavalcare la tigre di carta della protesta, si mescolano questioni diverse unificandole in un unico asserto: la destra vuole distruggere la scuola pubblica. Sicuramente avrà suscitato non poco stupore, dopo il tanto rumore sui media dei giorni scorsi, vedere la confusa velina di Veltroni, l’ombra della Gelmini, Pina Picierno, venir corretta dallo studente [di sinistra] di scienze politiche quanto ai motivi della protesta. Certo va detto, per par condicio, che anche Giordano nel suo specifico, l’operato dei media, ha avuto lui pure un mancamento di disinformazione o, se volete, mancato aggiornamento sulle fonti. Ciò che è apparso chiaro, comunque, è che vi sia da parte del Pd anche in questo caso, sulla scuola, il vecchio leitmotiv che accompagna da sempre quella compagine politica, farsi interprete non chiamato di una protesta che appare politicamente “buona”, attirando essa così tanto l’interesse dei media – e media vuol dire propaganda gratuita – da andare in molti casi, se non in tutti, abbondantemente fuori di misura. Un vecchio giochino, insomma, che anche ieri sera è stato svelato.
L’altro fatto, venuto dal direttore del Riformista, quasi in chiusura, è che, contrariamente a quanto si crede, la scuola privata è ben più colpita di quella pubblica dai tagli. E questo mostra come la questione sia gonfiata ad arte per nascondere la realtà delle cose, e cioè conservare l’attuale sistema di sprechi e di degrado perché utile a preservare privilegi e clientele e, diciamolo, voti.
Ma la cosa più “forte” è stata evidenziata dai servizi, e confermata, si può dire, dai due giovani in studio. Si è visto come la lotta per la conservazione d’un sistema scolastico, che ha affossato scuola e università italiane portandola tra le ultime del mondo che conta, consolidatosi negli anni ben prima del primo tentativo del ministro Berlinguer di contenerlo, abbia creato almeno in Roma, caput mundi, un evento già paventato da qualcuno nelle scorse settimane. Ieri nelle vie s’è vista la lotta per la conservazione delle baronie e dei privilegi operare la commistione di fascisti e sfascisti, far cadere insomma quella “s” (per “sinistra”?) che fungeva da steccato, appunto. Una storia che si ripete.
L’altro fatto, venuto dal direttore del Riformista, quasi in chiusura, è che, contrariamente a quanto si crede, la scuola privata è ben più colpita di quella pubblica dai tagli. E questo mostra come la questione sia gonfiata ad arte per nascondere la realtà delle cose, e cioè conservare l’attuale sistema di sprechi e di degrado perché utile a preservare privilegi e clientele e, diciamolo, voti.
Ma la cosa più “forte” è stata evidenziata dai servizi, e confermata, si può dire, dai due giovani in studio. Si è visto come la lotta per la conservazione d’un sistema scolastico, che ha affossato scuola e università italiane portandola tra le ultime del mondo che conta, consolidatosi negli anni ben prima del primo tentativo del ministro Berlinguer di contenerlo, abbia creato almeno in Roma, caput mundi, un evento già paventato da qualcuno nelle scorse settimane. Ieri nelle vie s’è vista la lotta per la conservazione delle baronie e dei privilegi operare la commistione di fascisti e sfascisti, far cadere insomma quella “s” (per “sinistra”?) che fungeva da steccato, appunto. Una storia che si ripete.
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