Sempre dallo stenografico del Senato riporto l'intervento del leghista Bricolo. Una dichiarazione di voto che indica molti degli aspetti in chiave leghista cui si sta pensando come riforma della scuola, indirizzati ad eliminare sprecchi, privilegi e aspetti contradditori.
BRICOLO (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRICOLO (LNP). Signor Presidente, prima di entrare nel merito del provvedimento, voglio ricordare a tutti il motivo per cui noi della Lega Nord siamo entrati in questo Governo. Vogliamo raggiungere un obiettivo ben preciso: quello di cambiare questo Paese. Un Paese che è ancora assistenzialista e centralista e che, per questo, ha prodotto il più alto debito pubblico d'Europa; un Paese bloccato dalla burocrazia e dai sindacati, un Paese che negli anni ha sempre annunciato riforme che però non ha mai realizzato. Noi queste riforme le vogliamo realizzare, questo Paese lo vogliamo cambiare, il Nord non è più disposto ad aspettare. (Applausi dal Gruppo LNP).
Le riforme sono ancora più urgenti perché questo Governo ha anche il compito di intervenire per sanare i danni fatti dal Governo che lo ha preceduto. Ricordo a tutti che fino a pochi mesi fa c'era, per nostra sfortuna, il governo Prodi, quello che è ancora ricordato dalla stragrande maggioranza dei cittadini che vivono in questo Paese come il peggiore Governo della storia della Repubblica. (Applausi dal Gruppo LNP).
Pur di governare, il Governo Prodi-Veltroni è sceso ai peggiori compromessi. Si faceva ricattare dalla sinistra comunista di Bertinotti e Diliberto ma non solo, anche da Di Pietro, Mastella e Pecoraro Scanio e soprattutto era costretto a chiedere il voto a Luxuria, a Caruso e agli ex terroristi. (Applausi dal Gruppo LNP). Nel frattempo, mentre loro così governavano, la criminalità aumentava, Alitalia sprofondava nei debiti, Napoli e la Campania venivano sommerse dai rifiuti, aumentavano gli sprechi e i buchi nei bilanci delle Regioni del Sud e i problemi nel mondo della scuola. Bene, noi cinque mesi fa siamo partiti da questa drammatica situazione e alcuni problemi li abbiamo già risolti. Oggi affrontiamo quelli del mondo della scuola.
Dalla sinistra non è arrivata nessuna proposta costruttiva: solo critiche e falsità. Su questi temi, che interessano tutti perché riguardano il futuro della scuola dei nostri figli e delle nuove generazioni, ci saremmo aspettati, lo dico molto chiaramente, un'opposizione più matura. Purtroppo così non è, ne prendiamo atto e dunque andremo a realizzare queste riforme da soli. Di falsità, dicevo prima, ne avete dette tante. È giusto ora fare chiarezza nel merito del provvedimento. Avete detto che verrà ridotto o abolito il tempo pieno e così non è: con l'introduzione del maestro prevalente ci saranno più insegnanti a disposizione e in cinque anni ci saranno 5.750 classi in più con il tempo pieno, senza costi aggiuntivi per le famiglie. Avete detto che alle elementari scomparirà l'inglese: anche questo è falso. Infatti, accanto al maestro prevalente, rimarrà l'insegnante di inglese e anche quello di religione. (Commenti delle senatrici Garavaglia Mariapia e Soliani).
Avete detto che verranno chiuse le scuole di montagna: falso. Nessuna scuola di montagna sarà chiusa, ma sarà unificato il solo personale amministrativo. Avete detto che saranno tagliati gli insegnanti di sostegno: falso anche questo: né il piano programmatico, né il decreto parlano di tagli agli insegnanti di sostegno.
D'ora in poi, colleghi senatori, la scuola non sarà mai più uno stipendificio, come l'hanno voluta questa sinistra e i sindacati. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL). Nel nostro Paese abbiamo 200.000 insegnanti in più che in Germania, con una media di un docente ogni nove alunni: un record in Europa. Questi insegnanti sono anche mal pagati, con il risultato di avere un corpo docente poco motivato e poco rispettato. Sarà così bloccato il turnover e gli insegnanti meritevoli saranno incentivati e meglio pagati, a garanzia di un servizio scolastico migliore e più efficiente.
Il decreto introduce poi una norma - che ieri avete contestato e cercato di cancellare - che prevede meno spese sui libri di testo; questo grazie soprattutto al ministro Umberto Bossi che per primo ha avanzato la proposta. (Applausi dal Gruppo LNP). D'ora in poi le scuole potranno adottare solo quei libri di testo che rimarranno invariati per cinque anni: le famiglie spenderanno dunque meno soldi per l'acquisto dei testi scolastici.
Il decreto Gelmini è solo la prima parte di una riforma molto più ampia che andrà a razionalizzare le spese, a tagliare gli sprechi e, per quanto ci riguarda, a fare in modo che vi siano meno insegnanti ma meglio retribuiti, selezionati per merito e reclutati a livello regionale. (Applausi dal Gruppo LNP).
Mi rivolgo, dunque, al ministro Gelmini: se tali rimarranno i suoi obiettivi saremo sempre dalla sua parte. Devo dirle però molto francamente che non abbiamo apprezzato una sua intervista, pubblicata qualche giorno fa, in cui dichiarava che sulla scuola il suo modello è Obama. Non l'abbiamo apprezzata. (Commenti dai banchi del Gruppo PD). Si riferiva al candidato democratico alle presidenziali negli Stati Uniti: una brutta intervista, signor Ministro, che non voglio commentare nel merito. I giornali a volte fanno forzature ed è vero che i Ministri si giudicano per quello che dicono e propongono in Parlamento. Ebbene, le sue dichiarazioni in Aula le abbiamo sempre condivise e dobbiamo anche ringraziarla per il contributo che ha dato, sempre in Aula, in questo caso alla Camera dei deputati, per l'approvazione della mozione della Lega Nord sull'istituzione delle cosiddette classi ponte nelle scuole. La sinistra, tanto per cambiare, le ha contestate, perché secondo loro sono razziste e portano alla xenofobia. Mi permetto di ricordare a tutti che in Francia le classi ponte ci sono da venti anni, così come nella Spagna rossa di Zapatero e in altri Paesi europei. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
Le classi ponte servono, colleghi dell'opposizione, ad integrare e non a discriminare, ad aiutare gli alunni extracomunitari che non conoscono una parola della nostra lingua, senza però penalizzare chi già la conosce.
Chiederemo anche come Lega Nord la regionalizzazione dei concorsi per gli insegnanti. (Commenti dai banchi del Gruppo PD). Avremo così insegnanti che insegneranno nella propria regione, radicati dunque sul territorio, che ne conoscono le lingue locali e in grado così di interagire meglio con gli alunni e i loro familiari (Vivaci commenti dai banchi del Gruppo PD. Applausi dal Gruppo LNP). Ciò vuol dire, tanto per essere chiari, che avremo finalmente insegnanti veneti in Veneto, lombardi in Lombardia, piemontesi in Piemonte e siciliani in Sicilia. (Applausi ironici del senatore Filippi Marco. Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
Le iniziative della Lega Nord sul mondo della scuola non si fermeranno certo qui. Ci batteremo sempre affinché l'insegnamento nelle nostre scuole sia garantito nel rispetto delle nostre tradizioni, della nostra storia e della nostra cultura. Lo dico soprattutto per quei genitori di bambini extracomunitari che sono venuti a casa nostra con la pretesa di imporre le loro regole nelle nostre scuole. Mi riferisco, ad esempio, a quelli di religione islamica che ci chiedono di togliere i crocifissi nelle classi. (Applausi dal Gruppo LNP). Lo dico anche a certi insegnanti di sinistra che in passato lo hanno fatto. Noi non lo permetteremo mai e la Lega Nord si batterà per questo. I crocifissi rimarranno nelle Aule e ai bambini continueremo ad insegnare i canti di Natale e a costruire i presepi. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
Chiudo il mio intervento, signor Presidente, ricordando ai giovani che sono fuori a manifestare che garantiremo sempre a tutti il sacrosanto diritto a manifestare le proprie idee, sia nelle scuole, sia al di fuori di esse.
Siete liberi di farlo, cari ragazzi, nel rispetto, però, anche di chi non la pensa come voi. Attenti, state attenti ai cattivi maestri, ce ne sono tanti in giro; attenti a quelli che vi vogliono usare. Mi rivolgo, dunque, ai colleghi dell'opposizione: se qualcuno di voi sta pensando di riproporre il clima del '68 nel nostro Paese si fermi subito. Non è soffiando sul fuoco della protesta che si migliora il mondo della scuola; non si migliora il mondo della scuola incentivando i giovani a fare i picchetti e ad occupare le aule. Non si migliora l'università impedendo agli studenti di entrarvi. Finitela col dire falsità ai nostri ragazzi, lasciateli stare, non strumentalizzateli, non se lo meritano; questo non vi servirà neanche per ribaltare l'esito delle elezioni e guadagnare nuovi consensi!
Ai colleghi dell'opposizione voglio dire anche un'altra cosa, Presidente, e concludo. Ieri avete cercato di bloccare vergognosamente i lavori d'Aula del Senato. (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, lasciate che il senatore Bricolo concluda il suo intervento.
BRICOLO (LNP). Lo avete fatto con urla e insulti non solo al Ministro, non solo al Governo, ma anche alla Presidenza. A voi dico molto chiaramente che la ricreazione è finita. (Applausi dal Gruppo LNP). Oggi approveremo questo decreto sulla scuola; continueremo a presentare nuove riforme in Parlamento e, nonostante il vostro comportamento, cambieremo finalmente questo Paese. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL. Molte congratulazioni).
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRICOLO (LNP). Signor Presidente, prima di entrare nel merito del provvedimento, voglio ricordare a tutti il motivo per cui noi della Lega Nord siamo entrati in questo Governo. Vogliamo raggiungere un obiettivo ben preciso: quello di cambiare questo Paese. Un Paese che è ancora assistenzialista e centralista e che, per questo, ha prodotto il più alto debito pubblico d'Europa; un Paese bloccato dalla burocrazia e dai sindacati, un Paese che negli anni ha sempre annunciato riforme che però non ha mai realizzato. Noi queste riforme le vogliamo realizzare, questo Paese lo vogliamo cambiare, il Nord non è più disposto ad aspettare. (Applausi dal Gruppo LNP).
Le riforme sono ancora più urgenti perché questo Governo ha anche il compito di intervenire per sanare i danni fatti dal Governo che lo ha preceduto. Ricordo a tutti che fino a pochi mesi fa c'era, per nostra sfortuna, il governo Prodi, quello che è ancora ricordato dalla stragrande maggioranza dei cittadini che vivono in questo Paese come il peggiore Governo della storia della Repubblica. (Applausi dal Gruppo LNP).
Pur di governare, il Governo Prodi-Veltroni è sceso ai peggiori compromessi. Si faceva ricattare dalla sinistra comunista di Bertinotti e Diliberto ma non solo, anche da Di Pietro, Mastella e Pecoraro Scanio e soprattutto era costretto a chiedere il voto a Luxuria, a Caruso e agli ex terroristi. (Applausi dal Gruppo LNP). Nel frattempo, mentre loro così governavano, la criminalità aumentava, Alitalia sprofondava nei debiti, Napoli e la Campania venivano sommerse dai rifiuti, aumentavano gli sprechi e i buchi nei bilanci delle Regioni del Sud e i problemi nel mondo della scuola. Bene, noi cinque mesi fa siamo partiti da questa drammatica situazione e alcuni problemi li abbiamo già risolti. Oggi affrontiamo quelli del mondo della scuola.
Dalla sinistra non è arrivata nessuna proposta costruttiva: solo critiche e falsità. Su questi temi, che interessano tutti perché riguardano il futuro della scuola dei nostri figli e delle nuove generazioni, ci saremmo aspettati, lo dico molto chiaramente, un'opposizione più matura. Purtroppo così non è, ne prendiamo atto e dunque andremo a realizzare queste riforme da soli. Di falsità, dicevo prima, ne avete dette tante. È giusto ora fare chiarezza nel merito del provvedimento. Avete detto che verrà ridotto o abolito il tempo pieno e così non è: con l'introduzione del maestro prevalente ci saranno più insegnanti a disposizione e in cinque anni ci saranno 5.750 classi in più con il tempo pieno, senza costi aggiuntivi per le famiglie. Avete detto che alle elementari scomparirà l'inglese: anche questo è falso. Infatti, accanto al maestro prevalente, rimarrà l'insegnante di inglese e anche quello di religione. (Commenti delle senatrici Garavaglia Mariapia e Soliani).
Avete detto che verranno chiuse le scuole di montagna: falso. Nessuna scuola di montagna sarà chiusa, ma sarà unificato il solo personale amministrativo. Avete detto che saranno tagliati gli insegnanti di sostegno: falso anche questo: né il piano programmatico, né il decreto parlano di tagli agli insegnanti di sostegno.
D'ora in poi, colleghi senatori, la scuola non sarà mai più uno stipendificio, come l'hanno voluta questa sinistra e i sindacati. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL). Nel nostro Paese abbiamo 200.000 insegnanti in più che in Germania, con una media di un docente ogni nove alunni: un record in Europa. Questi insegnanti sono anche mal pagati, con il risultato di avere un corpo docente poco motivato e poco rispettato. Sarà così bloccato il turnover e gli insegnanti meritevoli saranno incentivati e meglio pagati, a garanzia di un servizio scolastico migliore e più efficiente.
Il decreto introduce poi una norma - che ieri avete contestato e cercato di cancellare - che prevede meno spese sui libri di testo; questo grazie soprattutto al ministro Umberto Bossi che per primo ha avanzato la proposta. (Applausi dal Gruppo LNP). D'ora in poi le scuole potranno adottare solo quei libri di testo che rimarranno invariati per cinque anni: le famiglie spenderanno dunque meno soldi per l'acquisto dei testi scolastici.
Il decreto Gelmini è solo la prima parte di una riforma molto più ampia che andrà a razionalizzare le spese, a tagliare gli sprechi e, per quanto ci riguarda, a fare in modo che vi siano meno insegnanti ma meglio retribuiti, selezionati per merito e reclutati a livello regionale. (Applausi dal Gruppo LNP).
Mi rivolgo, dunque, al ministro Gelmini: se tali rimarranno i suoi obiettivi saremo sempre dalla sua parte. Devo dirle però molto francamente che non abbiamo apprezzato una sua intervista, pubblicata qualche giorno fa, in cui dichiarava che sulla scuola il suo modello è Obama. Non l'abbiamo apprezzata. (Commenti dai banchi del Gruppo PD). Si riferiva al candidato democratico alle presidenziali negli Stati Uniti: una brutta intervista, signor Ministro, che non voglio commentare nel merito. I giornali a volte fanno forzature ed è vero che i Ministri si giudicano per quello che dicono e propongono in Parlamento. Ebbene, le sue dichiarazioni in Aula le abbiamo sempre condivise e dobbiamo anche ringraziarla per il contributo che ha dato, sempre in Aula, in questo caso alla Camera dei deputati, per l'approvazione della mozione della Lega Nord sull'istituzione delle cosiddette classi ponte nelle scuole. La sinistra, tanto per cambiare, le ha contestate, perché secondo loro sono razziste e portano alla xenofobia. Mi permetto di ricordare a tutti che in Francia le classi ponte ci sono da venti anni, così come nella Spagna rossa di Zapatero e in altri Paesi europei. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
Le classi ponte servono, colleghi dell'opposizione, ad integrare e non a discriminare, ad aiutare gli alunni extracomunitari che non conoscono una parola della nostra lingua, senza però penalizzare chi già la conosce.
Chiederemo anche come Lega Nord la regionalizzazione dei concorsi per gli insegnanti. (Commenti dai banchi del Gruppo PD). Avremo così insegnanti che insegneranno nella propria regione, radicati dunque sul territorio, che ne conoscono le lingue locali e in grado così di interagire meglio con gli alunni e i loro familiari (Vivaci commenti dai banchi del Gruppo PD. Applausi dal Gruppo LNP). Ciò vuol dire, tanto per essere chiari, che avremo finalmente insegnanti veneti in Veneto, lombardi in Lombardia, piemontesi in Piemonte e siciliani in Sicilia. (Applausi ironici del senatore Filippi Marco. Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
Le iniziative della Lega Nord sul mondo della scuola non si fermeranno certo qui. Ci batteremo sempre affinché l'insegnamento nelle nostre scuole sia garantito nel rispetto delle nostre tradizioni, della nostra storia e della nostra cultura. Lo dico soprattutto per quei genitori di bambini extracomunitari che sono venuti a casa nostra con la pretesa di imporre le loro regole nelle nostre scuole. Mi riferisco, ad esempio, a quelli di religione islamica che ci chiedono di togliere i crocifissi nelle classi. (Applausi dal Gruppo LNP). Lo dico anche a certi insegnanti di sinistra che in passato lo hanno fatto. Noi non lo permetteremo mai e la Lega Nord si batterà per questo. I crocifissi rimarranno nelle Aule e ai bambini continueremo ad insegnare i canti di Natale e a costruire i presepi. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
Chiudo il mio intervento, signor Presidente, ricordando ai giovani che sono fuori a manifestare che garantiremo sempre a tutti il sacrosanto diritto a manifestare le proprie idee, sia nelle scuole, sia al di fuori di esse.
Siete liberi di farlo, cari ragazzi, nel rispetto, però, anche di chi non la pensa come voi. Attenti, state attenti ai cattivi maestri, ce ne sono tanti in giro; attenti a quelli che vi vogliono usare. Mi rivolgo, dunque, ai colleghi dell'opposizione: se qualcuno di voi sta pensando di riproporre il clima del '68 nel nostro Paese si fermi subito. Non è soffiando sul fuoco della protesta che si migliora il mondo della scuola; non si migliora il mondo della scuola incentivando i giovani a fare i picchetti e ad occupare le aule. Non si migliora l'università impedendo agli studenti di entrarvi. Finitela col dire falsità ai nostri ragazzi, lasciateli stare, non strumentalizzateli, non se lo meritano; questo non vi servirà neanche per ribaltare l'esito delle elezioni e guadagnare nuovi consensi!
Ai colleghi dell'opposizione voglio dire anche un'altra cosa, Presidente, e concludo. Ieri avete cercato di bloccare vergognosamente i lavori d'Aula del Senato. (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, lasciate che il senatore Bricolo concluda il suo intervento.
BRICOLO (LNP). Lo avete fatto con urla e insulti non solo al Ministro, non solo al Governo, ma anche alla Presidenza. A voi dico molto chiaramente che la ricreazione è finita. (Applausi dal Gruppo LNP). Oggi approveremo questo decreto sulla scuola; continueremo a presentare nuove riforme in Parlamento e, nonostante il vostro comportamento, cambieremo finalmente questo Paese. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL. Molte congratulazioni).
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