Terza ed ultima parte del resoconto stenografico del dibattito seguito all'informativa del governo sui fatti di Piazza Navona. In questa parte l'intervento di Ignazio Messina dell'Italia dei Valori, di certo il più "stonato". Lascio comunque ogni altro commento al lettore attento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.
IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, innanzitutto esprimo, a nome del gruppo Italia dei Valori, totale condanna per i gesti di violenza che si sono verificati a piazza Navona e che nulla hanno a che fare con la contestazione e con il sacrosanto diritto che gli studenti, gli insegnanti e i genitori italiani stanno esercitando per contestare un provvedimento del Governo, ossia la riforma della scuola. Credo che in ogni Paese civile questo diritto debba essere esercitato e garantito. Esprimiamo piena solidarietà anche alle forze dell'ordine che, per la strada, sono poste a tutela dell'incolumità dei cittadini.
Fatta questa premessa, però, ho seguito con grande attenzione la ricostruzione del sottosegretario. Ci saremmo aspettati un intervento più corretto, che risolvesse il problema frontalmente e facesse capire ciò che a piazza Navona è accaduto e, soprattutto, con serietà ed onestà, ciò che a piazza Navona non ha funzionato. Non è assolvendo tutti, infatti, che si risolvono i problemi, ma coloro i quali sono responsabili vanno certamente puniti e condannati. Questo è fondamentale.
Il sottosegretario ha affermato che le forze di polizia, in abiti civili, non sono state impegnate, per evitare di acuire la tensione. Ma, scusatemi, c'è stato uno scontro di soggetti armati di caschi e bastoni, che sono stati presi da un pulmino che si è introdotto serenamente e tranquillamente in una piazza dove si svolgeva una manifestazione e dove anche i turisti non potevano accedere, perché venivano bloccati per la manifestazione: è entrato un pulmino, perché, come il sottosegretario ha affermato nel suo intervento, è usuale che i pulmini che portano l'amplificazione possano tranquillamente entrare nelle piazze. Ma siamo seri: il pulmino chiuso conteneva al suo interno - lo ha affermato il sottosegretario, che non ha potuto fare altro che ammetterlo - i bastoni e le armi che poi sono stati utilizzati. Un controllo, quindi, doveva essere fatto e, dal momento che esso non è stato effettuato preventivamente, certamente un intervento doveva esserci, anziché guardare dall'esterno lo scontro (c'erano tavoli e sedie che volavano: i video, da questo punto di vista, attestano chiaramente ciò che accaduto). Credo che ciò meriti una profonda riflessione.
Vede, signor sottosegretario, noi vogliamo tutelare l'operato delle forze dell'ordine. D'altronde, solo l'Italia dei Valori è stato il partito che ha cercato di far in modo che i provvedimenti finanziari del Governo stanziassero di nuovo le risorse per le forze dell'ordine, perché, a fronte di proclami su città sicure, dall'altra parte questo Governo ha tolto i fondi alle forze di polizia.
Siamo stati noi a chiedere di reintrodurli, anche se, purtroppo, questa attenzione il Governo non ce l'ha avuta. Possiamo dire che le forze dell'ordine hanno fatto il proprio dovere e vanno tutelate, ma dobbiamo anche dire chi erano i responsabili.
Tra l'altro, signor sottosegretario, quello che è più grave è che stiamo vivendo una sorta di deja vu; stiamo vedendo un film già visto, perché il 23 ottobre un politico italiano, tanto autorevole quanto irresponsabile - non so quanto l'uno e quanto l'altro - ha esattamente riportato ciò che sarebbe accaduto, consigliando al Ministro dell'interno in carica quello che doveva fare in caso di manifestazione.
È scritto sui giornali: c'è una dichiarazione del 23 ottobre, quindi è pubblica. Sta accadendo esattamente questo. Alla fine, c'è uno scontro di soggetti che, con la manifestazione degli studenti, non c'entrano niente. Lo ha detto e confermato lei che c'era uno studente di 37 anni. Sarà un po' fuori corso, ma a 37 anni che c'entra.
In effetti, erano gruppi di facinorosi pilotati da casa, a tavolino, che hanno portato scompiglio, mettendo a repentaglio l'incolumità pubblica. Questo è quello che è accaduto a piazza Navona e ora sta proseguendo, perché, a fronte di tutto questo, se si legge un articolo di giornale, la dichiarazione di oggi del Ministro Maroni non fa altro che dire la stessa cosa, e cioè la linea dura come conseguenza.
NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Non è vero!
IGNAZIO MESSINA. Mi avvio alle conclusioni: credo che ciò che è accaduto a piazza Navona sia un fatto gravissimo, che va condannato, ma vanno condannati certamente, con molta forza, coloro i quali hanno commesso questi reati.
Però, signor sottosegretario, proprio per rispetto alle forze di polizia, per i poliziotti, che per mille euro stanno per le strade a tutelare la nostra incolumità, vanno anche ricercate le responsabilità operative e politiche di quello che è accaduto a piazza Navona.
Chi mi ha preceduto della Lega Nord Padania si chiedeva a chi giova tutto ciò. Certamente questi disordini di piazza Navona non giovano all'opposizione, ma al Governo, perché lo legittimano a tutelare una riforma della scuola che, invece, il Paese non intende condividere (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, innanzitutto esprimo, a nome del gruppo Italia dei Valori, totale condanna per i gesti di violenza che si sono verificati a piazza Navona e che nulla hanno a che fare con la contestazione e con il sacrosanto diritto che gli studenti, gli insegnanti e i genitori italiani stanno esercitando per contestare un provvedimento del Governo, ossia la riforma della scuola. Credo che in ogni Paese civile questo diritto debba essere esercitato e garantito. Esprimiamo piena solidarietà anche alle forze dell'ordine che, per la strada, sono poste a tutela dell'incolumità dei cittadini.
Fatta questa premessa, però, ho seguito con grande attenzione la ricostruzione del sottosegretario. Ci saremmo aspettati un intervento più corretto, che risolvesse il problema frontalmente e facesse capire ciò che a piazza Navona è accaduto e, soprattutto, con serietà ed onestà, ciò che a piazza Navona non ha funzionato. Non è assolvendo tutti, infatti, che si risolvono i problemi, ma coloro i quali sono responsabili vanno certamente puniti e condannati. Questo è fondamentale.
Il sottosegretario ha affermato che le forze di polizia, in abiti civili, non sono state impegnate, per evitare di acuire la tensione. Ma, scusatemi, c'è stato uno scontro di soggetti armati di caschi e bastoni, che sono stati presi da un pulmino che si è introdotto serenamente e tranquillamente in una piazza dove si svolgeva una manifestazione e dove anche i turisti non potevano accedere, perché venivano bloccati per la manifestazione: è entrato un pulmino, perché, come il sottosegretario ha affermato nel suo intervento, è usuale che i pulmini che portano l'amplificazione possano tranquillamente entrare nelle piazze. Ma siamo seri: il pulmino chiuso conteneva al suo interno - lo ha affermato il sottosegretario, che non ha potuto fare altro che ammetterlo - i bastoni e le armi che poi sono stati utilizzati. Un controllo, quindi, doveva essere fatto e, dal momento che esso non è stato effettuato preventivamente, certamente un intervento doveva esserci, anziché guardare dall'esterno lo scontro (c'erano tavoli e sedie che volavano: i video, da questo punto di vista, attestano chiaramente ciò che accaduto). Credo che ciò meriti una profonda riflessione.
Vede, signor sottosegretario, noi vogliamo tutelare l'operato delle forze dell'ordine. D'altronde, solo l'Italia dei Valori è stato il partito che ha cercato di far in modo che i provvedimenti finanziari del Governo stanziassero di nuovo le risorse per le forze dell'ordine, perché, a fronte di proclami su città sicure, dall'altra parte questo Governo ha tolto i fondi alle forze di polizia.
Siamo stati noi a chiedere di reintrodurli, anche se, purtroppo, questa attenzione il Governo non ce l'ha avuta. Possiamo dire che le forze dell'ordine hanno fatto il proprio dovere e vanno tutelate, ma dobbiamo anche dire chi erano i responsabili.
Tra l'altro, signor sottosegretario, quello che è più grave è che stiamo vivendo una sorta di deja vu; stiamo vedendo un film già visto, perché il 23 ottobre un politico italiano, tanto autorevole quanto irresponsabile - non so quanto l'uno e quanto l'altro - ha esattamente riportato ciò che sarebbe accaduto, consigliando al Ministro dell'interno in carica quello che doveva fare in caso di manifestazione.
È scritto sui giornali: c'è una dichiarazione del 23 ottobre, quindi è pubblica. Sta accadendo esattamente questo. Alla fine, c'è uno scontro di soggetti che, con la manifestazione degli studenti, non c'entrano niente. Lo ha detto e confermato lei che c'era uno studente di 37 anni. Sarà un po' fuori corso, ma a 37 anni che c'entra.
In effetti, erano gruppi di facinorosi pilotati da casa, a tavolino, che hanno portato scompiglio, mettendo a repentaglio l'incolumità pubblica. Questo è quello che è accaduto a piazza Navona e ora sta proseguendo, perché, a fronte di tutto questo, se si legge un articolo di giornale, la dichiarazione di oggi del Ministro Maroni non fa altro che dire la stessa cosa, e cioè la linea dura come conseguenza.
NITTO FRANCESCO PALMA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Non è vero!
IGNAZIO MESSINA. Mi avvio alle conclusioni: credo che ciò che è accaduto a piazza Navona sia un fatto gravissimo, che va condannato, ma vanno condannati certamente, con molta forza, coloro i quali hanno commesso questi reati.
Però, signor sottosegretario, proprio per rispetto alle forze di polizia, per i poliziotti, che per mille euro stanno per le strade a tutelare la nostra incolumità, vanno anche ricercate le responsabilità operative e politiche di quello che è accaduto a piazza Navona.
Chi mi ha preceduto della Lega Nord Padania si chiedeva a chi giova tutto ciò. Certamente questi disordini di piazza Navona non giovano all'opposizione, ma al Governo, perché lo legittimano a tutelare una riforma della scuola che, invece, il Paese non intende condividere (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
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