Riporto il resoconto stenografico del dibattito seguito all'informativa del governo sui fatti di Piazza Navona. In questa prima parte gli interventi di Jole Santelli del PdL e Walter Verini del Pd. Lascio ogni commento al lettore attento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la tempestiva informativa, anche perché la ricostruzione minuziosa degli avvenimenti a piazza Navona (che alcuni di noi hanno anche potuto vedere dalle riprese televisive, anche complete in alcuni casi), spazzano via tutta una serie di interpretazioni e di illazioni che sono state fatte nei momenti successivi agli scontri. Credo che la ricostruzione - che ormai, per quanto abbiamo potuto vedere, è abbastanza chiara - possa sgombrare finalmente il campo oggi da polemiche inutili.
Qualsiasi manifestazione di piazza viene accompagnata, inevitabilmente, da momenti di tensione o, per lo meno, dalla preoccupazione di momenti di tensione; quando si tratta di ragazzi che vanno in piazza la preoccupazione cresce maggiormente, ovviamente anche per la loro incolumità.
Credo che in questa fase le forze politiche rappresentate in Parlamento abbiano grandi doveri istituzionali da rispettare. Il primo è quello di condannare unanimemente la violenza e i violenti a chiunque appartengano, senza strizzare gli occhi con simpatia particolare o cedere alla tentazione di provare una umana simpatia verso chi rappresenta le proprie opinioni. La violenza va in ogni caso condannata, soprattutto perché, condannando i violenti, si dà un maggiore peso e sottolineatura a chi, al contrario, protesta civilmente.
Il secondo dovere, se impariamo qualcosa dalla storia di questo Paese, è che almeno le forze parlamentari evitino di trascinare le forze dell'ordine in una polemica tutta e solo politica, attraverso tentativi di utilizzarle come capro espiatorio di una situazione (purtroppo ne abbiamo sentite troppe e, grazie a Dio, non da esponenti di questo Parlamento, ma da fuori) e di intorbidire l'aria, attribuendo particolari funzioni o missioni alle forze dell'ordine.
In coerenza con quanto troppo spesso diciamo in queste aule, il rispetto nei confronti degli appartenenti alle forze dell'ordine e di questa istituzione ci devono portare ad avere fiducia nelle stesse, indipendentemente dal Governo pro tempore. D'altronde, grazie a Dio, con il sistema dell'alternanza, ciascuno sta nei banchi del Governo e nei banchi dell'opposizione e ciascuno di noi sa che la cosa più difficile sarebbe guidare o indirizzare in qualche modo le forze di polizia.
Tutte le manifestazioni sono state accompagnate dalla preoccupazione, espressa da molti esponenti, che le forze dell'ordine evitassero «interventi» che potessero essere sentiti dai manifestanti come provocatori. Siamo consapevoli che, in una manifestazione così massiccia, qualsiasi intervento di dimensioni massicce avrebbe potuto costituire una miccia per accendere disordini ulteriori.
Riteniamo, da quello che si vede, che il comportamento delle forze dell'ordine è stato assolutamente indirizzato verso il mantenimento e il contenimento degli incidenti. Lo ribadisco: credo che in questo momento storico vi sia bisogno di responsabilità e mi auguro che da questa Aula oggi esca una parola chiara, da parte di tutti, di condanna dei violenti e anche di fiducia e gratitudine nei confronti delle forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI. Signor Presidente, a nostro parere, l'informativa che il sottosegretario ha dato alla Camera non è adeguata alle esigenze, alla gravità dei fatti accaduti l'altro ieri a piazza Navona e alla gravità di ciò che sta succedendo in questo Paese.
I quotidiani e i mezzi di informazione hanno documentato quanto è avvenuto l'altro ieri nel centro di Roma davanti al Senato, non assediato, ma presidiato democraticamente da tanti studenti: decine di teppisti - così si debbono definire -, appartenenti alla sigla di estrema destra Blocco studentesco, hanno aggredito, armati di mazze, bastoni e altri oggetti contundenti, dei ragazzini poco più che adolescenti, scesi pacificamente in piazza per protestare con le sole armi della democrazia e della non violenza contro i provvedimenti del Governo, che colpiscono la scuola italiana.
Questi sono i fatti, documentati anche da testimoni e dalle cronache, che hanno raccontato come ci sia stata anche una reazione aggressiva da parte di gruppi e di persone - non di studenti, che manifestavano pacificamente - appartenenti all'area dell'antagonismo di sinistra.
Per questo credo che occorrano risposte e ricostruzioni più convincenti. È doveroso dare ricostruzioni più convincenti di quelle da lei fornite al Parlamento.
Questi bastoni e questi oggetti contundenti sono stati prelevati da un camioncino introdotto a piazza Navona.
Sono state poste domande di questo tipo: c'è stata una sottovalutazione della potenzialità aggressiva di questa area e di questo gruppo chiaramente ispirato all'apologia del fascismo? È una domanda legittima. E ancora: si poteva prevenire, si poteva intervenire prima? A questi interrogativi, che attengono alla possibilità e all'agibilità democratica in questo Paese, si debbono dare davvero delle risposte, che non sono ancora state date completamente.
Comunque valutiamo molto positivamente che ci sia in corso un'inchiesta da parte della procura della Repubblica, che siamo fiduciosi possa al più presto portare a provvedimenti esemplari nei confronti di questi responsabili. Tale provocazione avrebbe potuto - e in parte è avvenuto, come si è visto - innescare un clima di ritorsione e di conseguenze anche drammatiche. È un clima buio, che può assomigliare a quello degli anni Settanta, dove l'odio e la violenza la facevano da padrone e dove, per il solo fatto di pensarla diversamente, dei giovani venivano aggrediti fino alle estreme conseguenze.
Si tratta di un clima che pensavamo di esserci lasciati alle spalle. Non può essere a nessuno consentito di ricreare tale clima. Su questo ci saremmo attesi e attenderemmo non esibizioni muscolari da parte del Governo, ma un impegno rigoroso a tutelare la libertà costituzionale di manifestare democraticamente il dissenso, così come è avvenuto in queste settimane.
L'onorevole Santelli parla di rischi insiti nelle manifestazioni. Non so, onorevole Santelli, quali manifestazione lei frequenti. Quello che so è che in questa città lo scorso 25 ottobre e ieri si sono svolte due grandi manifestazioni...
JOLE SANTELLI. Erano di partito!
WALTER VERINI. ...due straordinarie manifestazioni che hanno riguardato centinaia e centinaia di migliaia di persone che sono sfilate democraticamente, serenamente e pacificamente per esprimere la propria contrarietà ai provvedimenti del Governo contro la scuola italiana e le proprie proposte positive di innovazione e di riforma della scuola stessa.
Tra l'altro, di grandissimo valore noi consideriamo le condanne inequivocabili pronunciate dalla Rete degli studenti e dall'Unione degli studenti contro ogni forma di provocazione. Non è in discussione la difesa delle forze di polizia e della sicurezza. Sappiamo che le forze dell'ordine e della sicurezza in questo Paese svolgono sul campo un compito in condizioni difficili per prevenire e reprimere la criminalità e per tutelare la sicurezza delle città e dei cittadini.
Noi del Partito Democratico siamo particolarmente vicini a tutti i lavoratori delle forze dell'ordine e della sicurezza...
PRESIDENTE. Onorevole Verini, la prego di concludere.
WALTER VERINI. ...anche quando queste - sto concludendo, signor Presidente - vengono colpite nella propria possibilità di esercitare il proprio lavoro dai tagli alle risorse e ai mezzi per lavorare.
Credo, più in generale - e davvero sto chiudendo - che l'impegno che noi chiediamo a questo Governo è quello di garantire la libertà di manifestare e di non colpire una speranza: quei giovani, quegli insegnanti, quei precari di tutte le scuole e le università non sono violenti, ma sono persone che lottano per il futuro, non solo di se stessi ma anche di questo Paese, anche della scuola che è un cardine del futuro. Su questo il Governo sbaglia a non ascoltare la voce dell'Italia, a chiudersi nel bunker, ad avere con colpi di decreto ostacolato ogni confronto in questo Parlamento e ogni possibilità di migliorare. Credo che la grande mobilitazione di questi giorni debba servire a far riflettere, perché quelle manifestazioni sono una garanzia per questo nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la tempestiva informativa, anche perché la ricostruzione minuziosa degli avvenimenti a piazza Navona (che alcuni di noi hanno anche potuto vedere dalle riprese televisive, anche complete in alcuni casi), spazzano via tutta una serie di interpretazioni e di illazioni che sono state fatte nei momenti successivi agli scontri. Credo che la ricostruzione - che ormai, per quanto abbiamo potuto vedere, è abbastanza chiara - possa sgombrare finalmente il campo oggi da polemiche inutili.
Qualsiasi manifestazione di piazza viene accompagnata, inevitabilmente, da momenti di tensione o, per lo meno, dalla preoccupazione di momenti di tensione; quando si tratta di ragazzi che vanno in piazza la preoccupazione cresce maggiormente, ovviamente anche per la loro incolumità.
Credo che in questa fase le forze politiche rappresentate in Parlamento abbiano grandi doveri istituzionali da rispettare. Il primo è quello di condannare unanimemente la violenza e i violenti a chiunque appartengano, senza strizzare gli occhi con simpatia particolare o cedere alla tentazione di provare una umana simpatia verso chi rappresenta le proprie opinioni. La violenza va in ogni caso condannata, soprattutto perché, condannando i violenti, si dà un maggiore peso e sottolineatura a chi, al contrario, protesta civilmente.
Il secondo dovere, se impariamo qualcosa dalla storia di questo Paese, è che almeno le forze parlamentari evitino di trascinare le forze dell'ordine in una polemica tutta e solo politica, attraverso tentativi di utilizzarle come capro espiatorio di una situazione (purtroppo ne abbiamo sentite troppe e, grazie a Dio, non da esponenti di questo Parlamento, ma da fuori) e di intorbidire l'aria, attribuendo particolari funzioni o missioni alle forze dell'ordine.
In coerenza con quanto troppo spesso diciamo in queste aule, il rispetto nei confronti degli appartenenti alle forze dell'ordine e di questa istituzione ci devono portare ad avere fiducia nelle stesse, indipendentemente dal Governo pro tempore. D'altronde, grazie a Dio, con il sistema dell'alternanza, ciascuno sta nei banchi del Governo e nei banchi dell'opposizione e ciascuno di noi sa che la cosa più difficile sarebbe guidare o indirizzare in qualche modo le forze di polizia.
Tutte le manifestazioni sono state accompagnate dalla preoccupazione, espressa da molti esponenti, che le forze dell'ordine evitassero «interventi» che potessero essere sentiti dai manifestanti come provocatori. Siamo consapevoli che, in una manifestazione così massiccia, qualsiasi intervento di dimensioni massicce avrebbe potuto costituire una miccia per accendere disordini ulteriori.
Riteniamo, da quello che si vede, che il comportamento delle forze dell'ordine è stato assolutamente indirizzato verso il mantenimento e il contenimento degli incidenti. Lo ribadisco: credo che in questo momento storico vi sia bisogno di responsabilità e mi auguro che da questa Aula oggi esca una parola chiara, da parte di tutti, di condanna dei violenti e anche di fiducia e gratitudine nei confronti delle forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI. Signor Presidente, a nostro parere, l'informativa che il sottosegretario ha dato alla Camera non è adeguata alle esigenze, alla gravità dei fatti accaduti l'altro ieri a piazza Navona e alla gravità di ciò che sta succedendo in questo Paese.
I quotidiani e i mezzi di informazione hanno documentato quanto è avvenuto l'altro ieri nel centro di Roma davanti al Senato, non assediato, ma presidiato democraticamente da tanti studenti: decine di teppisti - così si debbono definire -, appartenenti alla sigla di estrema destra Blocco studentesco, hanno aggredito, armati di mazze, bastoni e altri oggetti contundenti, dei ragazzini poco più che adolescenti, scesi pacificamente in piazza per protestare con le sole armi della democrazia e della non violenza contro i provvedimenti del Governo, che colpiscono la scuola italiana.
Questi sono i fatti, documentati anche da testimoni e dalle cronache, che hanno raccontato come ci sia stata anche una reazione aggressiva da parte di gruppi e di persone - non di studenti, che manifestavano pacificamente - appartenenti all'area dell'antagonismo di sinistra.
Per questo credo che occorrano risposte e ricostruzioni più convincenti. È doveroso dare ricostruzioni più convincenti di quelle da lei fornite al Parlamento.
Questi bastoni e questi oggetti contundenti sono stati prelevati da un camioncino introdotto a piazza Navona.
Sono state poste domande di questo tipo: c'è stata una sottovalutazione della potenzialità aggressiva di questa area e di questo gruppo chiaramente ispirato all'apologia del fascismo? È una domanda legittima. E ancora: si poteva prevenire, si poteva intervenire prima? A questi interrogativi, che attengono alla possibilità e all'agibilità democratica in questo Paese, si debbono dare davvero delle risposte, che non sono ancora state date completamente.
Comunque valutiamo molto positivamente che ci sia in corso un'inchiesta da parte della procura della Repubblica, che siamo fiduciosi possa al più presto portare a provvedimenti esemplari nei confronti di questi responsabili. Tale provocazione avrebbe potuto - e in parte è avvenuto, come si è visto - innescare un clima di ritorsione e di conseguenze anche drammatiche. È un clima buio, che può assomigliare a quello degli anni Settanta, dove l'odio e la violenza la facevano da padrone e dove, per il solo fatto di pensarla diversamente, dei giovani venivano aggrediti fino alle estreme conseguenze.
Si tratta di un clima che pensavamo di esserci lasciati alle spalle. Non può essere a nessuno consentito di ricreare tale clima. Su questo ci saremmo attesi e attenderemmo non esibizioni muscolari da parte del Governo, ma un impegno rigoroso a tutelare la libertà costituzionale di manifestare democraticamente il dissenso, così come è avvenuto in queste settimane.
L'onorevole Santelli parla di rischi insiti nelle manifestazioni. Non so, onorevole Santelli, quali manifestazione lei frequenti. Quello che so è che in questa città lo scorso 25 ottobre e ieri si sono svolte due grandi manifestazioni...
JOLE SANTELLI. Erano di partito!
WALTER VERINI. ...due straordinarie manifestazioni che hanno riguardato centinaia e centinaia di migliaia di persone che sono sfilate democraticamente, serenamente e pacificamente per esprimere la propria contrarietà ai provvedimenti del Governo contro la scuola italiana e le proprie proposte positive di innovazione e di riforma della scuola stessa.
Tra l'altro, di grandissimo valore noi consideriamo le condanne inequivocabili pronunciate dalla Rete degli studenti e dall'Unione degli studenti contro ogni forma di provocazione. Non è in discussione la difesa delle forze di polizia e della sicurezza. Sappiamo che le forze dell'ordine e della sicurezza in questo Paese svolgono sul campo un compito in condizioni difficili per prevenire e reprimere la criminalità e per tutelare la sicurezza delle città e dei cittadini.
Noi del Partito Democratico siamo particolarmente vicini a tutti i lavoratori delle forze dell'ordine e della sicurezza...
PRESIDENTE. Onorevole Verini, la prego di concludere.
WALTER VERINI. ...anche quando queste - sto concludendo, signor Presidente - vengono colpite nella propria possibilità di esercitare il proprio lavoro dai tagli alle risorse e ai mezzi per lavorare.
Credo, più in generale - e davvero sto chiudendo - che l'impegno che noi chiediamo a questo Governo è quello di garantire la libertà di manifestare e di non colpire una speranza: quei giovani, quegli insegnanti, quei precari di tutte le scuole e le università non sono violenti, ma sono persone che lottano per il futuro, non solo di se stessi ma anche di questo Paese, anche della scuola che è un cardine del futuro. Su questo il Governo sbaglia a non ascoltare la voce dell'Italia, a chiudersi nel bunker, ad avere con colpi di decreto ostacolato ogni confronto in questo Parlamento e ogni possibilità di migliorare. Credo che la grande mobilitazione di questi giorni debba servire a far riflettere, perché quelle manifestazioni sono una garanzia per questo nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).
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