Oggi il quotidiano online Haaretz pubblica un articolo che riporta la dichiarazione di un generale americano a riposo che Israele non può colpire gli impianti nucleari iraniani. A parlare è l’ex capo delle operazioni dell’esercito degli Stati Uniti in Medio Oriente, il generale a riposo John Abizaid, che ritiene Israele incapace di provocare un serio danno al programma nucleare iraniano. Haaretz fa riferimento a quanto il settimanale Newsweek ha riportato all’inizio di ottobre, citando l’ex comandante del comando centrale americano e riportando i suoi dubbi sul fatto che “gli israeliani abbiano la capacità di incidere in modo duraturo sul programma nucleare iraniano con i loro potenziali militari”.
Secondo Newsweek, Abizaid si sarebbe espresso agli inizi del mese in una conferenza presso la Marine Corps University, dove avrebbe anche detto che uno scontro Israele-Iran sarebbe negativo per gli Usa e contribuirebbe ulteriormente a destabilizzare la regione.
I commenti di Abizaid riportati da Newsweek appaiono ribadire quanto già aveva detto a proposito della questione del programma nucleare iraniano, che Israele e gli Stati Uniti credono punti allo sviluppo di armi atomiche. Lo scorso anno, il generale a riposo aveva detto che “Ci sono modi per convivere con un Iran nucleare”.
Secondo Newsweek, Abizaid si sarebbe espresso agli inizi del mese in una conferenza presso la Marine Corps University, dove avrebbe anche detto che uno scontro Israele-Iran sarebbe negativo per gli Usa e contribuirebbe ulteriormente a destabilizzare la regione.
I commenti di Abizaid riportati da Newsweek appaiono ribadire quanto già aveva detto a proposito della questione del programma nucleare iraniano, che Israele e gli Stati Uniti credono punti allo sviluppo di armi atomiche. Lo scorso anno, il generale a riposo aveva detto che “Ci sono modi per convivere con un Iran nucleare”.
Newsweek cita anche altri funzionari e analisti del Pentagono che affermano che negli ambienti militari americani si è convinti che Israele dovrebbe fronteggiare resistenze enormi nel raggiungere l’Iran, nel rifornire i suoi aeroplani lungo il percorso e nel penetrare gli obiettivi nucleari protetti.
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