Mario Giordano su "Il Giornale" di oggi non usa mezze parole titolando il suo pezzo "Il New Deal di Veltroni: Referendum truffa". Vediamo il suo commento:
C'era una volta la legge truffa. Adesso c'è il referendum truffa. Benvenuti nelle meraviglie del new deal veltroniano. Povero Walter: una volta imitava Kennedy, ora si è ridotto a fare il verso a Di Pietro. E non riuscendo ancora a eguagliarlo nella raccolta di strafalcioni, si accontenta di scimmiottarlo nella raccolta delle firme. Ma così facendosi tira dietro il riluttante partito in un'avventura che, di fatto, è già un film. La «Stangata».
Per rendersene conto basta ascoltarli. «L'obìettivo del referendum è ridurre i tagli» dice Veltroni. Bisogna rimediare ai tagli irrazionali., proclama l'inconsapevole Pina Ridens Picierno, l'ombra delle politiche giovanili. E l'ex ministro Fioroni si lancia in espressioni barricadiere che fanno a pugni con il suo pacioso grigiore: «Le famiglie toccheranno con mano gli effetti dei tagli. E arriveranno al referendum con la baionetta tra i denti e la bava alla bocca». La bava alla bocca? E il fuoco dalle narici, no? L'inganno è evidente: gli italiani verranno invitati a firmare per «evitare i tagli». Facile, no? Vuoi che la scuola di tuo figlio contribuisca al risanamento dei conti pubblici o preferisci che abbia fondi illimitati e magari palestre con spalliere placcate in oro? Quasi viene voglia di firmare anche a me. Ma in realtà il referendum non c'entra nulla con la questione economica, che è contenuta non nel decreto Gelmini ma nella Finanziaria di Tremonti.
Che non è (ed evidentemente non può essere) l'oggetto della consultazione popolare.
Dunque, il walter-bidone è chiaro. Anche perché Veltroni si atteggia a Marco Pannella, ma in realtà sembra Totò, quando vuol vendere la Fontana di Trevi ai turisti. Ha la stessa faccia tosta. Lancia la raccolta firme dicendo che così si abrogheranno i tagli e invece, al massimo, abrogherà il grembiulino. Questo, infatti, è il contenuto del decreto Gelmini, vero oggetto del referendum: maestro unico, voto in condotta, educazione civica. E appunto il grembiule. Spenderemo quindi milioni di euro per sapere se è giusto che gli scolaretti vestano la divisa col fiocco? Proprio così. Se volete firmate. Ma attenti che sotto non ci sia una cambiale.
Il raggiro democratico, d'altra parte, è l'inevitabile conclusione del caos organizzato con cui la sinistra ha mobilitato la piazza. Studenti liceali e studenti universitari hanno protestato per giorni e giorni chiedendo l'abrogazione del decreto Gelmini, fingendo di non sapere o non sapendo proprio che quel provvedimento non li sfiorerà minimamente. Li hanno imbrogliati. E siccome è venuta proprio bene, ora pensano di imbrogliare tutti gli italiani. Il prossimo passo che cosa sarà? Il referendum per l'abolizione della crisi internazionale? ll referendum per l'abrogazione dell'infelicità? Il referendum per il diritto a vincere il Superenalotto? La strada della patacca a democrazia diretta apre scenari inediti. E pericolosi. Walter, Pina e l'ex ministro con la bava alla bocca, si sa, sono buoni a nulla. Ma capaci di tutto.
Per rendersene conto basta ascoltarli. «L'obìettivo del referendum è ridurre i tagli» dice Veltroni. Bisogna rimediare ai tagli irrazionali., proclama l'inconsapevole Pina Ridens Picierno, l'ombra delle politiche giovanili. E l'ex ministro Fioroni si lancia in espressioni barricadiere che fanno a pugni con il suo pacioso grigiore: «Le famiglie toccheranno con mano gli effetti dei tagli. E arriveranno al referendum con la baionetta tra i denti e la bava alla bocca». La bava alla bocca? E il fuoco dalle narici, no? L'inganno è evidente: gli italiani verranno invitati a firmare per «evitare i tagli». Facile, no? Vuoi che la scuola di tuo figlio contribuisca al risanamento dei conti pubblici o preferisci che abbia fondi illimitati e magari palestre con spalliere placcate in oro? Quasi viene voglia di firmare anche a me. Ma in realtà il referendum non c'entra nulla con la questione economica, che è contenuta non nel decreto Gelmini ma nella Finanziaria di Tremonti.
Che non è (ed evidentemente non può essere) l'oggetto della consultazione popolare.
Dunque, il walter-bidone è chiaro. Anche perché Veltroni si atteggia a Marco Pannella, ma in realtà sembra Totò, quando vuol vendere la Fontana di Trevi ai turisti. Ha la stessa faccia tosta. Lancia la raccolta firme dicendo che così si abrogheranno i tagli e invece, al massimo, abrogherà il grembiulino. Questo, infatti, è il contenuto del decreto Gelmini, vero oggetto del referendum: maestro unico, voto in condotta, educazione civica. E appunto il grembiule. Spenderemo quindi milioni di euro per sapere se è giusto che gli scolaretti vestano la divisa col fiocco? Proprio così. Se volete firmate. Ma attenti che sotto non ci sia una cambiale.
Il raggiro democratico, d'altra parte, è l'inevitabile conclusione del caos organizzato con cui la sinistra ha mobilitato la piazza. Studenti liceali e studenti universitari hanno protestato per giorni e giorni chiedendo l'abrogazione del decreto Gelmini, fingendo di non sapere o non sapendo proprio che quel provvedimento non li sfiorerà minimamente. Li hanno imbrogliati. E siccome è venuta proprio bene, ora pensano di imbrogliare tutti gli italiani. Il prossimo passo che cosa sarà? Il referendum per l'abolizione della crisi internazionale? ll referendum per l'abrogazione dell'infelicità? Il referendum per il diritto a vincere il Superenalotto? La strada della patacca a democrazia diretta apre scenari inediti. E pericolosi. Walter, Pina e l'ex ministro con la bava alla bocca, si sa, sono buoni a nulla. Ma capaci di tutto.
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