mercoledì 15 ottobre 2008

Veltroni all'ultima spiaggia, la retorica

Due lanci di agenzia di lunedì scorso permettono di confrontare le posizioni di Walter Veltroni, segretario del PD, e del segretario-ombra del PD Enrico Letta. Mentre il secondo a Torino, a margine della presentazione delle “Proposte del PD per un’altra politica economica”, riguardo della manifestazione che si terrà a Roma il 25 ottobre ha detto che la manifestazione “non sarà di protesta, ma sarà una manifestazione di popolo, per portare avanti con grande forza all'attenzione del Paese le nostre idee, le nostre proposte, il nostro modo di vivere questa fase di responsabilità nazionale”, Veltroni, in una intervista al TG5, è stato meno “democratico” lasciandosi trasportare da un’anima che in molto PD viene pur sempre da lontano. Veltroni ha dichiarato che con la manifestazione del 25 il PD “vuole raccontare un’Italia nuova e possibile e vogliamo farlo con lo spirito di una grande forza di opposizione per l’alternativa e per l’innovazione. Noi vogliamo fare una manifestazione per l’Italia che è interessata alla scuola, all’occupazione, al precariato, alla sicurezza, all’integrazione e che vuole riaffermare i valori dell’antifascismo e della democrazia. Questa è l’Italia che sarà in piazza il 25 ottobre”. È difficile credere che la maggioranza dell’Italia che il 25 ottobre non sarà in piazza si disinteressi dell’attuale sfascio in cui versa la scuola italiana, che sia favorevole ad incrementare la disoccupazione, che goda nel vedere i propri figli vivere una condizione di precariato senza futuro, che sia omertosa nei riguardi della criminalità, che non sia per l’integrazione degli immigrati regolari, che sia insensibile ai valori dell’antifascismo e antidemocratica al punto da augurarsi la dittatura di un nuovo uomo del destino e qualora il destino non lo procurasse andarsene ad eleggerlo a furor di popolo.
Veltroni non se ne rende conto, ma è vecchio, è parte del vecchio che permane nella politica italiana, e che impedisce di aprire una nuova stagione di progresso per l’Italia. E non si rende conto che così facendo tende a staccarsi sempre più dal paese reale, dalla gente che vive la propria quotidianità cercando faticosamente di sbarcare il lunario. Non è un caso che ieri, nella vecchia sede dell'Ulivo a Piazza Santi Apostoli, l’ulivista del PD Arturo Parisi, abbia riunito i suoi “democratici per la democrazia”, in un convegno, “Democrazia dei partiti, democrazia nei partiti”, dichiarando “I partiti stanno perdendo la propria legittimità. C’è in questo momento una distanza ampia tra legittimazione degli elettori e potere nei partiti. Questo gap sta aumentando perché il potere centrale cresce, mentre diminuisce la legittimazione e i partiti sono costretti a rielaborare la base di tale legittimazione inseguendo, sempre di più, le manipolazioni retoriche”. Non vi è dubbio alcuno: parlava di Veltroni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bell'articolo, soprattutto condivisibile al 100%.

veltroni e soci, pur di restare attaccati al potere, stanno rischiando di mandare allo sfascio il pd (se vanno avanti così alle europee sarà una catastrofe) e di lasciare campo libero, cioè di fare tutto quello che vogliono, alla destra.

ciao

mauro tor

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