giovedì 30 ottobre 2008

Veltroni maestro dei maestri di idiozie

Riprendo da "Libero" di stamattina il benvenuto dato allo sciopero generale della scuola dato con il suo editoriale da Vittorio Feltri. Titolo: "Maestri di idiozie". Sottotitolo: "Oggi niente lezioni. Insegnanti e studenti vanno in piazza per protestare contro il decreto Gelmini ormai legge. Veltroni raccoglie le firme per un referendum che non elimina i tagli". Vediamo il testo, lucido e netto, che svela l'inganno del referendum e la miseria del partito di Veltroni:
Quando diciamo "non sanno quello che fanno" non serviamo al lettore un luogo comune bensì una foto di gruppo. Un gruppo di persone irresponsabili (professori e studenti) impegnati a protestare nel modo più sgangherato e indegno, addirittura trascinando in manifestazioni chiassose i bambini delle elementari innocenti per definizione, quindi da rispettare e non da violare con cinismo.
Nei giorni scorsi, e anche ieri, in molte città si è assistito a turbolenze. E oggi le proteste sfociano in uno sciopero generale della scuola organizzato da sindacati che confermano, nella circostanza, di essere fuori dalla realtà e di non comprenderla. Difatti che senso ha una astensione dal lavoro con relativi cortei e scritte offensive se destinata a non mutare di una virgola il decreto Gelmini ormai trasformato in legge dello Stato?
Se proprio i tribuni dei lavoratori della cattedra e dei ragazzi volevano premere sul governo bloccando le attività didattiche dovevano farlo prima che il Senato approvasse il provvedimento. Ora è troppo tardi. C'è poco da condizionare. Cosa fatta capo ha. È pur vero che Veltroni ha annunciato un referendum abrogativo onde annullare le scelte della ministra.
Ma anche qui occorre precisare. Ammesso e non concesso che il plebiscito vada in porto e che la legge passata ieri sia fra un anno cancellata, la sinistra e le sue greggi di docenti e discenti otterrebbero un misero risultato: il ritorno dei giudizi sulle pagelle e della terna in classe con tanti saluti al maestro prevalente. Null'altro.
Perché i famigerati tagli nelle medie e nelle università non sono stati inseriti nel "pacchetto Gelmini", ma nella Finanziaria tremontiana. Ed è noto perfino agli analfabeti costituzionali che le leggi in materia finanziaria e tributaria non possono essere sottoposte a giudizio popolare (referendum abrogativo). Si vede che gli intellettuali della sinistra, pur così colti, non lo sanno o sono smemorati.
In ogni caso si stanno comportando in maniera scriteriata. Oppure, ed è più probabile, se ne infischiano della scuola e hanno altri obiettivi. Ho un sospetto. Avendo perso la base, compresi i metalmeccanici (che votano Lega o PdL), si sono gettati sugli insegnanti, cioè i nuovi proletari, pagati male ma col posto fisso, esentati dall'obbligo di rendere conto della qualità delle loro prestazioni, remunerati in ordine all'anzianità di servizio, progressione di carriera automatica, niente meritocrazia, trasferimenti facili, assenteismo a volontà.
Tutto qua. Mi pare sia sufficiente, però. E chi ne volesse sapere di più legga l'articolo di Salvatore Dama, al solito documentato, e il commento dell`esperto e brillante professor Giorgio Israel.

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