Mentre ancora stamattina alcuni “funzionari” del Minculpop ombra, “infiltrati” nei media continuavano, sulla falsariga delle veline di ieri sera, a propagandare i due milioni di “presenze” al Circo Massimo, le pretese via via si sono ridimensionate tanto che Franceschini oggi è ritornato a misurare l’afflusso in “centinaia di migliaia” come s’è visto in un servizio del Tg5. Passata la sbornia…
E dire che tutto era già stato scritto sulla carta stampata al mattino, ieri, il copione intendo che sarebbe stato recitato dai “democratici” la sera. “Oggi qualche centinaia di migliaia di persone affolleranno il Circo Massimo per prender parte alla sola iniziativa che abbia avuto il Pd dalla sconfitta alle elezioni a oggi: una manifestazione, quando si dice l’originalità. Hanno avuto anche la fortuna che l’evento coincidesse con le proteste studentesche e subito è partito l’appello a ragazzi, mamme e professori perché non manchino alla scampagnata. Fidando anche sulle truppe cammellate dei sindacati (composte da soldati un po’ ingrigiti ma sempre affidabili), i vertici del partito hanno scommesso su un milione di teste da contare sul grande spiazzo. Stasera, vedrete, vi diranno che invece ce n’erano due milioni e cominceranno a inneggiare al trionfo senza precedenti. Non saranno numeri veri e sarebbe facile dimostrarlo con dei semplici calcoli alla portata di un alunno delle medie, seppure in sciopero”. Così si leggeva su “Il Giornale” in un articolo di Massimo de’ Manzoni “Tutti al Circo per il funerale del Pd”.
E argutamente lo ha annotato ancora questa mattina il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri: “Due milioni e mezzo di persone sono quasi l’equivalente della popolazione di Roma. Se un numero simile di persone fosse arrivato nella Capitale trasportato dal Pd, la città sarebbe stata sommersa con il raddoppio delle presenze. Invece come si è visto non è stato così. Traffico scorrevole e nessun disagio per i cittadini. In realtà si è trattato di un flop”. E Calderoli da Messina: “La protesta da parte dell’opposizione è legittima. Ma, in termini numerici, la manifestazione di ieri è stata un flop. Sarebbe meglio tornare vicino alle istanze dei cittadini, perché per ora c'è uno scollamento”.
L’annotazione di Calderoli trova una sponda nel Pd: “La manifestazione è stata forte, sobria, civile. Punto. Detto questo, continuo a chiedermi se per noi del Pd il primo problema era davvero quello di scendere in piazza”. È Marco Follini a dirlo in un'intervista a “Repubblica”. “La piazza ha scaldato il cuore dei nostri, ha parlato a noi del Pd. Ma lascia del tutto irrisolto il cuore del problema: andare al di là del recinto, parlare a tutti gli altri, conquistare alle nostre ragioni una diversa parte politica”. Perché – è il giudizio su cui riflettere – “oltre questa piazza c’è tutto un mondo da convincere”. E certo non lo si convince con la fantasia.
E dire che tutto era già stato scritto sulla carta stampata al mattino, ieri, il copione intendo che sarebbe stato recitato dai “democratici” la sera. “Oggi qualche centinaia di migliaia di persone affolleranno il Circo Massimo per prender parte alla sola iniziativa che abbia avuto il Pd dalla sconfitta alle elezioni a oggi: una manifestazione, quando si dice l’originalità. Hanno avuto anche la fortuna che l’evento coincidesse con le proteste studentesche e subito è partito l’appello a ragazzi, mamme e professori perché non manchino alla scampagnata. Fidando anche sulle truppe cammellate dei sindacati (composte da soldati un po’ ingrigiti ma sempre affidabili), i vertici del partito hanno scommesso su un milione di teste da contare sul grande spiazzo. Stasera, vedrete, vi diranno che invece ce n’erano due milioni e cominceranno a inneggiare al trionfo senza precedenti. Non saranno numeri veri e sarebbe facile dimostrarlo con dei semplici calcoli alla portata di un alunno delle medie, seppure in sciopero”. Così si leggeva su “Il Giornale” in un articolo di Massimo de’ Manzoni “Tutti al Circo per il funerale del Pd”.
E argutamente lo ha annotato ancora questa mattina il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri: “Due milioni e mezzo di persone sono quasi l’equivalente della popolazione di Roma. Se un numero simile di persone fosse arrivato nella Capitale trasportato dal Pd, la città sarebbe stata sommersa con il raddoppio delle presenze. Invece come si è visto non è stato così. Traffico scorrevole e nessun disagio per i cittadini. In realtà si è trattato di un flop”. E Calderoli da Messina: “La protesta da parte dell’opposizione è legittima. Ma, in termini numerici, la manifestazione di ieri è stata un flop. Sarebbe meglio tornare vicino alle istanze dei cittadini, perché per ora c'è uno scollamento”.
L’annotazione di Calderoli trova una sponda nel Pd: “La manifestazione è stata forte, sobria, civile. Punto. Detto questo, continuo a chiedermi se per noi del Pd il primo problema era davvero quello di scendere in piazza”. È Marco Follini a dirlo in un'intervista a “Repubblica”. “La piazza ha scaldato il cuore dei nostri, ha parlato a noi del Pd. Ma lascia del tutto irrisolto il cuore del problema: andare al di là del recinto, parlare a tutti gli altri, conquistare alle nostre ragioni una diversa parte politica”. Perché – è il giudizio su cui riflettere – “oltre questa piazza c’è tutto un mondo da convincere”. E certo non lo si convince con la fantasia.
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