giovedì 23 ottobre 2008

Realtà e reality

“La realtà che conosciamo in questi giorni e in queste ore è una realtà di aule universitarie piene di ragazzi che intendono studiare. Poi ci sono questi manifestanti, organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso dai centri sociali come succede a Milano. Quindi non consentirò l'occupazione di università e di scuole, perché non è dimostrazione né un'applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia ma è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei confronti dello Stato”.
“Le proteste della sinistra contro la riforma Gelmini sono solo il tentativo di fare un'opposizione di piazza, ma non portano a nulla. Noi abbiamo approvato semplicemente un decreto, non si tratta della riforma della scuola. Evidentemente loro hanno visto che tutti i nostri provvedimenti sono inattaccabili e ora se la prendono con questo, creando allarmismi inutili tra la gente e dicendo cose false”.
Così Silvio Berlusconi ieri nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, preannunciando misure atte a ristabilire all’interno delle università il diritto allo studio impedito da sparute minoranze catechizzate dalle forze borderline della politica nostrana. Così la Gelmini: “La protesta di questi ultimi giorni è una protesta politica, che ha come obiettivo la lotta al governo Berlusconi, con la regia della sinistra e dei centri sociali”. E ancora: “I mass media danno moltissimo spazio a proteste che coinvolgono qualche migliaio di persone, mentre ci sono decine di migliaia di ragazzi che continuano a studiare da casa e a frequentare i corsi”. Niente di più vero. Come sempre il “buono” non fa notizia, il “marcio” ha la prima pagina dei giornali.
La reazione di Veltroni, in ansia per la sua manifestazione di sabato, non ha tardato. Colgo alcune frasi, le più intriganti, come questa: “Il presidente del Consiglio soffia sul fuoco e questa è una cosa che un premier non deve fare”. E già, soffiare sul fuoco è compito del leader della minoranza. Certo, per prassi a lui spetta l’irresponsabilità.
Un’altra: “Mi viene da chiedermi se sia ancora possibile dissentire in questo Paese. È possibile organizzare manifestazioni o no? Scrivere sui giornali cose sgradite al governo si può o no? Se la risposta è no allora i problemi cominciano a diventare molto seri”. Perché Veltroni dice “in tutte le democrazie esiste la possibilità di dissentire senza intervenga la polizia”. Vero, ma non sembra che un’occupazione sia qualcosa di legale come organizzare manifestazioni o scrivere cose sgradite al governo sui giornali. Se alcuni, per protesta contro le baggianate che si devono sopportare da mister “si può fare” quotidianamente, occupassero la casa di Veltroni, secondo voi, il suo democratico senso delle cose gli farebbe o no far intervenire la polizia, o quantomeno il servizio dell’ordine del suo partito, per farsi liberare l’appartamento dall’intruso? Già… ma l’abitazione di Veltroni è privata, l’università è cosa pubblica, e del pubblico chi se ne frega. Chi se ne frega se una sparuta teppaglia occupa le aule dove altri che non condividono la stessa fregola rivoluzionaria dovrebbero studiare e seguire lezioni. Se questo aiuta a disarcionare il Cavaliere, si può fare.
Ed infine la perla più bella: “La democrazia è ascolto e poi, ovviamente, decisione ma rispettando le opinioni”. Già rispetto delle opinioni di Veltroni, non certo di quelle della maggioranza che governa questo paese con un consenso bulgaro della sua popolazione. Certo, se no che ci stai a fare nel panorama politico italiano? Ma questa verità, la sua sconfitta, Veltroni, come tutte le cose che possono segnarti per la vita, la ha rimossa.

Nessun commento:

Archivio blog