“Finalmente una buona notizia. Se si promuove il referendum forse andrò a firmarlo. Così gli italiani daranno ragione al decreto Gelmini. Sono convinto che sia una buona notizia”. L’esternazione è di Ignazio La Russa all'annuncio di Walter Veltroni di un referendum abrogativo sul decreto legge sulla scuola approvato oggi. Ma la rilevanza politica non sta nell’annuncio del referendum né men che meno nell’ironia di La Russa, che chiosa: chi non ha idee indice referendum. Sta piuttosto nel capire la primogenitura della proposta.
Questa mattina, dopo l’approvazione del decreto, mentre la senatrice Silvana Amati sventolava uno scialle nero, non si sa se per liberarlo dalla polvere o gogliardicamente per che altro, dai banchi del Gruppo IdV veniva mostrato uno striscione con la scritta: «Passa la Gelmini: referendum». La cosa faceva pensare che fosse una trovata del vulcanico ex pm e dei suoi eterogenei affiliati. Anche le agenzie riportavano un “buona idea” della Finocchiaro che ulteriormente rafforzava l’idea di un altro riempitempo di Di Pietro. Poi veniva l’annuncio di Veltroni, per un affondo nei confronti della maggioranza, sempre pronto a cavalcare il leader ex Ds. Da piccolo devono proprio avergli negato il cavalluccio a dondolo. Ma il colpo di scena arrivava dopo con le agenzie: “Oggi è un giorno nefasto per la Repubblica. L'approvazione del decreto Gelmini che mina la nostra scuola e in ultima analisi nega il diritto allo studio per tutti sancito dalla Costituzione è una pagina nera della nostra democrazia. I ragazzi che fuori da Montecitorio hanno applaudito il presidente Napolitano non meritano il decreto Gelmini. Ragazzi così rispettosi delle istituzioni, hanno dato una lezione a chi li vuole criminalizzare e speriamo che le istituzioni non li deludano. Ci fa piacere che anche Pd e Idv abbiano aderito alla nostra proposta di referendum abrogativo del decreto Gelmini per il quale già oggi inizieremo a lavorare”. A parlare è il segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto, è lui, dunque, il messia.
Questa mattina, dopo l’approvazione del decreto, mentre la senatrice Silvana Amati sventolava uno scialle nero, non si sa se per liberarlo dalla polvere o gogliardicamente per che altro, dai banchi del Gruppo IdV veniva mostrato uno striscione con la scritta: «Passa la Gelmini: referendum». La cosa faceva pensare che fosse una trovata del vulcanico ex pm e dei suoi eterogenei affiliati. Anche le agenzie riportavano un “buona idea” della Finocchiaro che ulteriormente rafforzava l’idea di un altro riempitempo di Di Pietro. Poi veniva l’annuncio di Veltroni, per un affondo nei confronti della maggioranza, sempre pronto a cavalcare il leader ex Ds. Da piccolo devono proprio avergli negato il cavalluccio a dondolo. Ma il colpo di scena arrivava dopo con le agenzie: “Oggi è un giorno nefasto per la Repubblica. L'approvazione del decreto Gelmini che mina la nostra scuola e in ultima analisi nega il diritto allo studio per tutti sancito dalla Costituzione è una pagina nera della nostra democrazia. I ragazzi che fuori da Montecitorio hanno applaudito il presidente Napolitano non meritano il decreto Gelmini. Ragazzi così rispettosi delle istituzioni, hanno dato una lezione a chi li vuole criminalizzare e speriamo che le istituzioni non li deludano. Ci fa piacere che anche Pd e Idv abbiano aderito alla nostra proposta di referendum abrogativo del decreto Gelmini per il quale già oggi inizieremo a lavorare”. A parlare è il segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto, è lui, dunque, il messia.
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