Parliamo di sondaggi. Ieri Repubblica ha pubblicato il suo consueto sullo stato di salute del governo Berlusconi. Il sondaggio è stato realizzato da IPR Marketing il 13 e 14 ottobre mediante interviste, con l'ausilio del sistema Telematico “Tempo Reale”, di 1.000 cittadini residenti in Italia, disaggregati per sesso, età ed area di residenza. Estremamente positivo per Berlusconi, la sua compagine governativa e le forze che sostengono il governo.
Partiamo dalla fiducia degli italiani nel presidente del Consiglio. La percentuale di chi ne ha “molta/abbastanza” è in continua crescita ed ora tocca il 62% con un significativo incremento del 2% rispetto la rilevazione precedente. Berlusconi è partito con un 53% l’8 maggio, divenuto 59% il 6 giugno, quindi un assestamento sul 55% il 14 luglio e da quel momento la crescita: 60% in settembre e 62% oggi. Quanti dichiarano di averne “poca/nessuna” sono scesi dal 46% di maggio al 36% odierno un calo di 10 punti percentuali. Contenuta con una media al 2% la percentuali di quanti dichiarano di essere “senza opinione”.
Per quanto riguarda il governo siamo stabili al 54%. La percentuale di quanti dichiarano “molta/abbastanza” fiducia, partita al 49% in maggio, con una punta al 55% in giugno, dopo esser scesa al 52% in luglio si è stabilizzata sul dato odierno. La percentuale di coloro che dichiarano la loro “poca/nessuna” fiducia è in continuo lieve decremento, calata in ottobre al 43% dal 47% di maggio. La distanza tra “sostenitori” ed “oppositori” è passata dal 2% all’11% oggi con una tendenza da subito ad aumentare. I “senza opinione” si attestano su una media del 3% con minima oscillazione nei diversi mesi.
Passo a segnalare i dati più significativi che riguardano i singoli ministri, cominciando da Giulio Tremonti, ministro dell’economia che tocca il massimo storico del 63% con un incremento del 5% rispetto lo scorso mese. Da annotare che Tremonti non è mai sceso sotto l’iniziale 56% di maggio.
Roberto Maroni, ministro dell’Interno, è stabile sul 62%. Era partito in maggio col 60%. Renato Brunetta, Finanza pubblica, partito a maggio col 45%, conquista oggi la fiducia del 60% del campione con un incremento rispetto al mese precedente del 2%.
Angelino Alfano, ministro della giustizia, partito col 51% a maggio, ha riguadagnato il 54%, già toccato a giugno, con un incremento del 2% rispetto settembre. Altero Matteoli, Infrastrutture e trasporti, partito a maggio da quota 45% è via via salito fino al 51% attuale con un incremento del 3% rispetto a settembre. Come anche Mara Carfagna, Pari opportunità, che dall’iniziale 38% è salita ora al 44% con un aumento del 2% rispetto lo scorso mese. In continua crescita da luglio Maria Stella Gelmini, che tocca ora il 42% con un incremento rispetto settembre del 4%. In crescita nuovamente la fiducia verso Luca Zaia, Politiche agricole, che risale al 38% con un incremento sul mese precedente del 3% e Raffaele Fitto, anche lui al 38% (+1% rispetto settembre).
Stabili Franco Frattini, Esteri, (60%); Maurizio Sacconi, Welfare, (58%); Ignazio La Russa, Difesa, (51%); Roberto Calderoli, Semplificazione legislativa, (42%); Gianfranco Rotondi, Attuazione del programma, (39%).
In calo Claudio Scajola, Attività produttive, (-1%) ora al 48%; Giorgia Meloni, Politiche giovanili, (-3%) ora al 47%; Stefania Prestigiacomo, Ambiente, (-3%) ora al 46%; Sandro Bondi, Beni culturali, (-2%) ora al 46%; Umberto Bossi, Riforma federale, (-1%) ora al 44%; Andrea Ronchi, Politiche comunitarie, (-1%) ora al 41%; Elio Vito, Rapporti col Parlamento, (-1%) ora al 34%.
E veniamo alle forze politiche. Il Popolo delle Libertà, in costante aumento, partito l’8 maggio con un 46%, è oggi al 54% con un +1% rispetto settembre. La Lega Nord, che partiva a maggio con il 31%, è da giugno costante sul 30%. L’UDC, partito a maggio col 22% e sceso successivamente al 18-20% è risalito di 5 punti rispetto settembre arrivando al 25%. Italia dei Valori è ritornato sulle posizioni dell’8 maggio, 46%, dopo aver toccato un massimo del 47% in luglio ed un minimo del 44% a settembre. Il dato più eclatante è la continua discesa del PD, 38% in maggio, 36% in giugno, 34% in luglio, 30% in settembre, 29% oggi: una perdita di 9 punti percentuali che dice più di molte parole.
Partiamo dalla fiducia degli italiani nel presidente del Consiglio. La percentuale di chi ne ha “molta/abbastanza” è in continua crescita ed ora tocca il 62% con un significativo incremento del 2% rispetto la rilevazione precedente. Berlusconi è partito con un 53% l’8 maggio, divenuto 59% il 6 giugno, quindi un assestamento sul 55% il 14 luglio e da quel momento la crescita: 60% in settembre e 62% oggi. Quanti dichiarano di averne “poca/nessuna” sono scesi dal 46% di maggio al 36% odierno un calo di 10 punti percentuali. Contenuta con una media al 2% la percentuali di quanti dichiarano di essere “senza opinione”.
Per quanto riguarda il governo siamo stabili al 54%. La percentuale di quanti dichiarano “molta/abbastanza” fiducia, partita al 49% in maggio, con una punta al 55% in giugno, dopo esser scesa al 52% in luglio si è stabilizzata sul dato odierno. La percentuale di coloro che dichiarano la loro “poca/nessuna” fiducia è in continuo lieve decremento, calata in ottobre al 43% dal 47% di maggio. La distanza tra “sostenitori” ed “oppositori” è passata dal 2% all’11% oggi con una tendenza da subito ad aumentare. I “senza opinione” si attestano su una media del 3% con minima oscillazione nei diversi mesi.
Passo a segnalare i dati più significativi che riguardano i singoli ministri, cominciando da Giulio Tremonti, ministro dell’economia che tocca il massimo storico del 63% con un incremento del 5% rispetto lo scorso mese. Da annotare che Tremonti non è mai sceso sotto l’iniziale 56% di maggio.
Roberto Maroni, ministro dell’Interno, è stabile sul 62%. Era partito in maggio col 60%. Renato Brunetta, Finanza pubblica, partito a maggio col 45%, conquista oggi la fiducia del 60% del campione con un incremento rispetto al mese precedente del 2%.
Angelino Alfano, ministro della giustizia, partito col 51% a maggio, ha riguadagnato il 54%, già toccato a giugno, con un incremento del 2% rispetto settembre. Altero Matteoli, Infrastrutture e trasporti, partito a maggio da quota 45% è via via salito fino al 51% attuale con un incremento del 3% rispetto a settembre. Come anche Mara Carfagna, Pari opportunità, che dall’iniziale 38% è salita ora al 44% con un aumento del 2% rispetto lo scorso mese. In continua crescita da luglio Maria Stella Gelmini, che tocca ora il 42% con un incremento rispetto settembre del 4%. In crescita nuovamente la fiducia verso Luca Zaia, Politiche agricole, che risale al 38% con un incremento sul mese precedente del 3% e Raffaele Fitto, anche lui al 38% (+1% rispetto settembre).
Stabili Franco Frattini, Esteri, (60%); Maurizio Sacconi, Welfare, (58%); Ignazio La Russa, Difesa, (51%); Roberto Calderoli, Semplificazione legislativa, (42%); Gianfranco Rotondi, Attuazione del programma, (39%).
In calo Claudio Scajola, Attività produttive, (-1%) ora al 48%; Giorgia Meloni, Politiche giovanili, (-3%) ora al 47%; Stefania Prestigiacomo, Ambiente, (-3%) ora al 46%; Sandro Bondi, Beni culturali, (-2%) ora al 46%; Umberto Bossi, Riforma federale, (-1%) ora al 44%; Andrea Ronchi, Politiche comunitarie, (-1%) ora al 41%; Elio Vito, Rapporti col Parlamento, (-1%) ora al 34%.
E veniamo alle forze politiche. Il Popolo delle Libertà, in costante aumento, partito l’8 maggio con un 46%, è oggi al 54% con un +1% rispetto settembre. La Lega Nord, che partiva a maggio con il 31%, è da giugno costante sul 30%. L’UDC, partito a maggio col 22% e sceso successivamente al 18-20% è risalito di 5 punti rispetto settembre arrivando al 25%. Italia dei Valori è ritornato sulle posizioni dell’8 maggio, 46%, dopo aver toccato un massimo del 47% in luglio ed un minimo del 44% a settembre. Il dato più eclatante è la continua discesa del PD, 38% in maggio, 36% in giugno, 34% in luglio, 30% in settembre, 29% oggi: una perdita di 9 punti percentuali che dice più di molte parole.
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