"Chi cavalca l`Onda. Anche il Pd lasci in pace gli studenti" è un intervento di Barbara Palombelli ospitato oggi su "Il Riformista". Forte ma estremamente centrato, "vero", il titolo con cui l'intervento viene ripreso per la sua continuazione in quarta pagina: "Il Pd non usi gli studenti per farsi il lifting". Scrive la Palombelli:
Caro direttore, quarant'anni dopo è tornato il movimento degli studenti medi. Quello vero, quello formato da ragazzi che non vogliono copiare niente dei movimenti precedenti. Hanno fantasia, facce pulite, sorridono. Respingono, come hanno fatto ieri a Roma, la violenza e le provocazioni. Hanno voglia di capire, di informarsi, di partecipare. Gli abbiamo spiegato che hanno poco o nulla da perdere. Il loro futuro è occupato: il lavoro è (se ci sarà) precario, la casa è (se c'è) ipotecata, le pensioni per loro, chissà.
Quelli dell'Onda il loro futuro vogliono immaginarselo da soli: fanno bene. Il rischio che corrono? Che l'universo della sinistra - in crisi su tutti i versanti - si metta alla testa del corteo (come si diceva una volta) e usi i nostri ragazzi per coprire anni di errori.
Anche il Pd deve lasciarli in pace. Un partito che cerca soltanto nelle folle e nelle firme le sue ragioni, con tante voci e con poche proposte, affollato di finti giovani scritturati in quanto tali - gente che non ha sudato sui marciapiedi della politica neanche per un pomeriggio - speriamo non faccia l'imitazione post-datata e rugosa del Sessantotto...
Guai se davvero il movimento verrà utilizzato come un rapido lifting per un Pd alla ricerca di un senso. Tanti di noi si sono augurati - in questi anni passati - che i giovani cittadini italiani facessero sentire la loro voce, riorganizzandosi in nuovi aggregati, in nuove forme non precostituite, senza modelli da copiare o distruggere. In piena libertà. Il mondo che verrà dovrà essere il loro, non il nostro. Se i ragazzi delle scuole e delle università faranno sul serio, se ascolteranno i loro cuori e non i soliti maestri, troveranno il coraggio anche di elencare la lunga serie di errori che sono stati commessi dai dirigenti politici che in queste ore fanno loro gli occhi dolci...
Alcuni rapidi esempi.
1) l'allungamento della carriera scolastica con il tre più due universitario anche per le facoltà che si chiudevano in quattro anni, senza attuare il corrispondente taglio di un anno di scuola secondaria, come avviene in Francia o negli Stati Uniti, con il risultato di appesantire oltremodo i bilanci familiari e di consegnare stremati e molto più grandi d'età i laureati italiani all'ingresso del mondo del lavoro.
2) Avere sottovalutato l'impatto devastante dei giudizi al posto dei voti, dei debiti e dei crediti al posto delle valutazioni sugli elaborati, con l'esito di una psicologizzazione di massa e di un ininterrotto quizzone che non hanno affatto giovato all'equilibrio degli adolescenti, mentre si lasciavano circolare nelle aule droghe cosiddette leggere, in realtà pesantissime (come si è visto negli interrogatori dei protagonisti dei fatti di Perugia, nuova capitale dello spaccio, ragazzi confusi e violentati dai ripetuti sballi chimici).
3) Avere difeso a oltranza la assoluta e finta gratuità di una scuola dove - per chi non ha possibilità di studiare all'estero, di costruirsi un curriculum serio - non ci sono affatto sbocchi professionali qualificati, anzi.
4) Voltarsi dall'altra parte per difendere un percorso scolastico che consente di diventare ricercatori soltanto a pochissimi privilegiati o a chi farà per sempre la fame, è stato un grave errore, un'imprudenza fatale che ora pagheranno famiglie e precari.
Anche il Pd deve lasciarli in pace. Un partito che cerca soltanto nelle folle e nelle firme le sue ragioni, con tante voci e con poche proposte, affollato di finti giovani scritturati in quanto tali - gente che non ha sudato sui marciapiedi della politica neanche per un pomeriggio - speriamo non faccia l'imitazione post-datata e rugosa del Sessantotto...
Guai se davvero il movimento verrà utilizzato come un rapido lifting per un Pd alla ricerca di un senso. Tanti di noi si sono augurati - in questi anni passati - che i giovani cittadini italiani facessero sentire la loro voce, riorganizzandosi in nuovi aggregati, in nuove forme non precostituite, senza modelli da copiare o distruggere. In piena libertà. Il mondo che verrà dovrà essere il loro, non il nostro. Se i ragazzi delle scuole e delle università faranno sul serio, se ascolteranno i loro cuori e non i soliti maestri, troveranno il coraggio anche di elencare la lunga serie di errori che sono stati commessi dai dirigenti politici che in queste ore fanno loro gli occhi dolci...
Alcuni rapidi esempi.
1) l'allungamento della carriera scolastica con il tre più due universitario anche per le facoltà che si chiudevano in quattro anni, senza attuare il corrispondente taglio di un anno di scuola secondaria, come avviene in Francia o negli Stati Uniti, con il risultato di appesantire oltremodo i bilanci familiari e di consegnare stremati e molto più grandi d'età i laureati italiani all'ingresso del mondo del lavoro.
2) Avere sottovalutato l'impatto devastante dei giudizi al posto dei voti, dei debiti e dei crediti al posto delle valutazioni sugli elaborati, con l'esito di una psicologizzazione di massa e di un ininterrotto quizzone che non hanno affatto giovato all'equilibrio degli adolescenti, mentre si lasciavano circolare nelle aule droghe cosiddette leggere, in realtà pesantissime (come si è visto negli interrogatori dei protagonisti dei fatti di Perugia, nuova capitale dello spaccio, ragazzi confusi e violentati dai ripetuti sballi chimici).
3) Avere difeso a oltranza la assoluta e finta gratuità di una scuola dove - per chi non ha possibilità di studiare all'estero, di costruirsi un curriculum serio - non ci sono affatto sbocchi professionali qualificati, anzi.
4) Voltarsi dall'altra parte per difendere un percorso scolastico che consente di diventare ricercatori soltanto a pochissimi privilegiati o a chi farà per sempre la fame, è stato un grave errore, un'imprudenza fatale che ora pagheranno famiglie e precari.
I ragazzi che sfilano, dai quattordicenni fin su ai trentenni in camice bianco che da settimane organizzano sit-in e gridano come possono i loro problemi, non vogliono essere presi in giro, né strumentalizzati. Ne hanno abbastanza di promesse, di mini-sanatorie, di tagli e ritagli. Il governo dovrà ascoltarli, presto. Ma anche l'attuale opposizione - prima di tutto - deve assumersi le sue responsabilità (che sono gravissime).
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