Il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva, con 164 voti a favore, 134 contrari e 3 astenuti il decreto legge Gelmini. Un democratico dovrebbe salutare l’esito come espressione di quella democrazia in cui crede e, dunque, se per caso era in piazza andarsene a casa.
Ma così forse non sarà oggi per quei ragazzi che lo sfascismo ha portato ad un sit-in davanti al Senato. Gli studenti alla notizia del via libera definitivo al decreto hanno gridato “continuiamo nelle scuole e nelle università”. E c’è notizia che a Roma sia partito anche un corteo non autorizzato diretto al ministero della Pubblica Istruzione.
Veltroni insomma pacatamente, serenamente ha portato in piazza [s]fascisti e fascisti. Questa è l’amara conclusione della vicenda e forse l’inizio della fine del sogno di quanti avevano creduto in un messaggio nuovo nella politica italiana. E c’è chi continua a portare il conto di scelte elettorali sbagliate. Appena approvato il decreto Gelmini una delegazione di tre senatori dell'Italia dei valori è scesa in piazza di fronte agli studenti alzando un cartello con su scritto “Passa la Gelmini: referendum”, annunciando che avvieranno una raccolta di firme per un referendum contro il decreto.
Oggi l'ex ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer ha detto: “Un po’ m’intendo di queste proteste e dico al governo che non sono sempre uguali. C’è stato un periodo quando queste proteste erano un po’ rituali, oggi però sento una tensione profonda nella scuola e nella università perché, non voglio dire se a torto o a ragione, la scuola ha percepito l'iniziativa non tanto della Gelmini quanto del provvedimento Tremonti, che fa parte di tutto questo pacchetto, come un taglio vero. E l'ha percepita come la cosa prioritaria, cioè che prima bisogna tagliare poi semmai vedere che fare. Si sono sentiti come dei fannulloni, come delle persone insomma non rispettabili”. Intendendo forse il popolo degli sfruttati nelle strutture universitarie, ma non dicendolo esplicitamente, perché i baroni sono come le donne, non si sfiorano neppure con un dito. Il problema è proprio questo, che l’armata brancaleone scesa in piazza, che evidenzia e sicuramente vive situazioni di degrado, non discriminando, altro non fa che garantire l’intoccabilità dei suoi sfruttatori.
Ma così forse non sarà oggi per quei ragazzi che lo sfascismo ha portato ad un sit-in davanti al Senato. Gli studenti alla notizia del via libera definitivo al decreto hanno gridato “continuiamo nelle scuole e nelle università”. E c’è notizia che a Roma sia partito anche un corteo non autorizzato diretto al ministero della Pubblica Istruzione.
Veltroni insomma pacatamente, serenamente ha portato in piazza [s]fascisti e fascisti. Questa è l’amara conclusione della vicenda e forse l’inizio della fine del sogno di quanti avevano creduto in un messaggio nuovo nella politica italiana. E c’è chi continua a portare il conto di scelte elettorali sbagliate. Appena approvato il decreto Gelmini una delegazione di tre senatori dell'Italia dei valori è scesa in piazza di fronte agli studenti alzando un cartello con su scritto “Passa la Gelmini: referendum”, annunciando che avvieranno una raccolta di firme per un referendum contro il decreto.
Oggi l'ex ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer ha detto: “Un po’ m’intendo di queste proteste e dico al governo che non sono sempre uguali. C’è stato un periodo quando queste proteste erano un po’ rituali, oggi però sento una tensione profonda nella scuola e nella università perché, non voglio dire se a torto o a ragione, la scuola ha percepito l'iniziativa non tanto della Gelmini quanto del provvedimento Tremonti, che fa parte di tutto questo pacchetto, come un taglio vero. E l'ha percepita come la cosa prioritaria, cioè che prima bisogna tagliare poi semmai vedere che fare. Si sono sentiti come dei fannulloni, come delle persone insomma non rispettabili”. Intendendo forse il popolo degli sfruttati nelle strutture universitarie, ma non dicendolo esplicitamente, perché i baroni sono come le donne, non si sfiorano neppure con un dito. Il problema è proprio questo, che l’armata brancaleone scesa in piazza, che evidenzia e sicuramente vive situazioni di degrado, non discriminando, altro non fa che garantire l’intoccabilità dei suoi sfruttatori.
Mentre scrivo è arrivato anche il commento della Gelmini: “La scuola cambia. Si torna alla scuola della serietà, del merito e dell'educazione”. Così il ministro che sottolinea che “provvedimenti come il voto in condotta contro il bullismo, l’introduzione dell’educazione civica, dei voti al posto dei giudizi, il contenimento del costo dei libri per le famiglie e l’introduzione del maestro unico sono condivisi dalla gran parte degli italiani. Ringrazio il governo e la maggioranza parlamentare per il sostegno al provvedimento”. E alla fine annuncia: “Entro una settimana presenterò il piano sull’università”. Capito, amici? Se ancora non lo avete capito, la protesta era contro il nulla.
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