giovedì 30 ottobre 2008

L'Alto Adige sempre più Austria

Bagarre sulla scuola e litigi sulle europee hanno messo in secondo piano il risultato elettorale nel SüdTirol, l'Alto Adige dei nostri atlanti in lingua italiana. Riprendo da "Repubblica" un articolo sulla questione, scritto da Roberto Bianchin, inviato del quotidiano a Bolzano - Bozen.
Andreas, che fa il falegname in Val Passiria, e non nasconde le sue simpatie per il Fuehrer, dice che «l'ra è venuta». Ce il voto alle provinciali di domenica che ha premiato la destra xenofoba «è solo l`inizio». Che è giunto il tempo che il Sudtirol esca dall'Italia. «Ci sono gruppi neonazisti che si stanno organizzando - spiega - in Austria, in Germania, in Italia». A sentir lui, ci sarebbe da preoccuparsi dopo «l'onda nera» uscita dalle urne, come la chiama il quotidiano Alto Adige, che ha messo in allarme gli ambienti democratici e fatto tremare la Sudtiroler Volkspartei, scesa sotto il 5O% per la prima volta nella sua storia, tanto da indurre il suo segretario Elmar Pichler Rotte a offrire le proprie dimissioni.
Pius Leitner, il leader dei Freiheitlichen, i liberalnazionali di ispirazione haideriana usciti baldanzosi dalle elezioni con il 14% e punte del 34 in Pusteria, è deciso quando spazza via ogni timore: «Non siamo razzisti né xenofobi. E non siamo neanche di estrema destra. Siamo un partito di centrodestra che raccoglie l'anima patriottica moderata. Gli italiani non hanno nulla da temere». Anche la pasionaria Eva Klotz, 5% con il suo Sud-Tiroler Freiheit, e punte del 14 in Val Passiria, sgombra il campo: «È un vecchio gioco quello di dipingere di nero tutto quello che sta fuori della Svp. Il fenomeno dei naziskin tedeschi esiste, ma viene sempre ingigantito. È un piccolo gruppo, anche se forte, ma sul versante italiano esiste lo stesso fenomeno. Altrettanto forte e pericoloso».
Ma più che per una bandiera, come Thomas Winnieschofer, macellaio di Ora, che dice di aver votato Klotz «per andarsene dall'Italia e riunificare il Tirolo», molti sudtirolesi, come Erika Gruber di Brunico, che ha scelto Leitner, dicono di aver preferito «chi conosce meglio i problemi reali». Quelli irrisolti. Per punire la Svp, diventata «troppo arrogante e maneggiona». Una «casta privilegiata». Che manovra troppi soldi, troppi posti, troppi favoritismi, che «non sa più quanto costa un litro di latte e quanto è aumentato lo zucchero». «Si sono staccati dai problemi della gente, e la gente ha detto basta», dice Ralf Salcher, impiegato di Varna, che ha dato il suo voto ai Freiheitlichen perché «sono affidabili».
Ma non c'è solo, nel «voto nero» dell'AltoAdige, la voglia di punire la «casta» della Svp, questa sorta di Dc alpina logorata da decenni di potere incontrastato. Ci sono anche i conti, quelli economici, che cominciano a non tornare più. La crisi inizia a farsi sentire anche qui, nella terra ricca dell'autonomia dorata, dove la Provincia può permettersi di spendere 5 miliardi e mezzo di curo per 500mila abitanti. Madove «comincia a vedersi tanta gente povera», dice Peter Egger, che ha un banco di frutta al mercato, dai pensionati sotto la soglia del minimo vitale, ai dipendenti licenziati, alle aziende fallite, ai contadini che non vendono più. E in certe zone, specie in quelle turistiche, è diventato difficile, per i residenti, comprare casa. Perché i prezzi sono saliti alle stelle, come a San Candido: 10mila euro al metro quadro.
Inoltre sono arrivati, anche qui, gli immigrati. «Ne abbiamo tanti, e adesso anche loro vogliono la loro parte di benessere», dice Leitner, che vorrebbe «non far entrare in Sudtirol quelli che non hanno un lavoro e una casa». Non per nulla il suo slogan vincente è stato «Prima noi», e la sua battaglia più dura contro il sussidio casa concesso anche agli immigrati: l'anno scorso il 38% dei soldi è andato al 6% di stranieri. «Non è giusto». È anche per questo che molti pensano che «senza l'Italia è meglio». «Potremmo gestire in modo più efficace le nostre risorse», spiega Konrad Hauser, pensionato di Silandro, che ha sposato lo slogan della Klotz «Via da Roma». «Non per soldi, ma per un ideale, per tenere viva la memoria dei sudtirolesi che negli anni '60 hanno sacrificato tutto per la nostra patria», dice Maria Kerschbaumer, cuoca di San Candido. «Io non potrei mai essere filonazista - spiega la Klotz, figlia di Georg, il famoso «martellatore della Val Passiria» - così come non potrà mai esserlo un tirolese che conosce la storia. Perché Hitler ci ha venduto a Mussolini, e se il loro progetto fosse andato in porto, oggi noi non esisteremmo più». La Klotz ha fatto una dura battaglia, fino al punto da inventarsi un partito nuovo, contro il suo ex alleato Andreas Poder, consigliere dell'Union fur Sudtirol, dopo aver scoperto che «aveva stretti rapporti con un gruppo di naziskin di Caldaro».
E ora punta al referendum sull'autodeterminazione, per far dire al suo popolo se vuole restare in Italia, se vuole tornare con l'Austria, o se preferisce dar vita a «uno Stato sovrano». Un sondaggio riservato dà risultati sorprendenti: il 40% degli italiani si dice favorevole all'indipendenza del Sudtirol. «Specie se in Italia la situazione peggiorerà ancora».

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certo....dopo che "Mamma Roma",anche se adottiva,li ha' arricchiti,togliendo i soldi agli Italiani,adesso vogliono l'indipendenza.....io personalmente lancerei il NAPALM su Bozen e la sua orribile gente.

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