Vale la pena segnalare lo sfogo dell'ex governatore dell'Abruzzo, Ottaviano Del Turco, raccolto dal “Corriere della Sera” in un colloquio. Del Turco, che, come in precedenza mille altri “compagni” comunisti o diessini, vive ora sulla sua pelle la propria “caduta in disgrazia”, si sfoga attaccando i “democratici” dirigenti del Pd per come lo hanno e lo stanno trattando. Dice Del Turco: “Io sono un fondatore del Pd. Per il Pd ho pagato un prezzo: ho rotto con i compagni socialisti, amici di una vita, Boselli, Villetti, Intini. Ora vedo i loro sorrisetti. Capisco che mi stanno dicendo: ti avevamo avvisato, non fidarti dei comunisti. E capisco che avevano ragione loro. Leggo che l'Unità si schiera con la procura. E adombra che io vorrei candidarmi alle Europee con la destra. Questo è troppo. Agnosco stilum: è il consueto escamotage della scuola comunista. Quando vuoi scaricare qualcuno, lo additi come uno che sta per tradire. Forse è il momento che io racconti come si sono comportati i dirigenti del mio partito, mentre io stavo in galera. Sono stato trattato come un delinquente abituale. La linea di Veltroni è stata identica a quella di Di Pietro; al punto che non capisco perchè alle prossime regionali il Pd non sostenga il suo candidato, Costantini. Non una parola in mia difesa. Non pretendevo un trattamento di favore; solo il minimo che spetta non dico a un militante del Pd, ma a un qualsiasi cittadino. La presunzione d'innocenza, le garanzie costituzionali: nulla”.
Ma oltre alla denuncia d’un Pd fermo ancora su posizioni “togliattiane”, forse la sberla più forte alla serenamente pacata o pacatamente serena faccia, o per meglio dire, facciata veltroniana, superbamente e pesantemente imbellettata di “democrazia”, arriva da queste altre parole che si riferiscono a Berlusconi: “Non l'ho sentito, ma ho ascoltato le sue parole. E ne sono stato felice. Berlusconi si è espresso come il premier di un paese democratico. È possibile che la destra sia garantista pensando a se stessa. Ma le parole di solidarietà sono state così poche: perché dovrei rifiutare quelle di uomini che io ho combattuto?”. Già, perché?
Nessun commento:
Posta un commento