Oggi “Il Giornale” pubblica un articolo siglato “ViPri” intitolato: “Cossiga «Pansa, non toccare la Resistenza»” Leggiamolo:
Caro Pansa, non pubblicare più libri sulla Resistenza. Questo consiglio arriva a Giampaolo Pansa, in occasione della prima del film tratto dal suo libro “II sangue dei vinti”, dall`ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che allo scrittore e giornalista ha indirizzato una lettera aperta.
«Quando tu scrivesti uno dei tuoi libri sui lati oscuri della Resistenza – fa sapere a Pansa l’ex capo dello Stato e a un tentativo di presentazione di esso dovesti essere salvato dalla polizia fascista dall’aggressione dei “Giovani Resistenti”, io ti scrissi che tu non tenevi conto che gli Stati e le costituzioni si fondano sui miti». Come quello dell’unità antifascista e dell’unità della Resistenza. Per questo, secondo Cossiga, la verità sulle divisioni anche drammatiche che attraversarono il fronte partigiano (fra comunisti da una parte e resistenti di diverso orientamento politico dall’altro) è costituita da un insieme di «particolari insignificanti». E mettere in concorso al Festival un film che racconta la verità del dopo Liberazione, sempre secondo Cossiga, sarebbe stato impossibile nel 60° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica fondata sui miti di cui sopra. Il consiglio dell’ex capo dello Stato a Pansa è il seguente: «Non scrivere più libri sull’argomento o scrivili ma dai l’incarico a un notaio che li faccia pubblicare diciamo fra venti o trent’anni».
Quanto ai primi commenti sul film, il dibattito che ha seguito la proiezione è stato acceso. Due esempi: Maurizio Gasparri e Savino Pezzotta. I1 primo ha detto: «Perché non si parla delle foibe? Vorrei vedere sullo schermo anche le stragi del 1946 e `47. il mio sogno è “Il sangue dei vinti 2”.
Mai dirigenti della Rai hanno bocciato la seconda parte del libro perché l’hanno giudicata troppo dura». E il secondo: «E un film che fa pensare, ma quando è iniziato tutto questo sangue? Bisogna dirlo, altrimenti l’epilogo non si capisce. E l’inizio è quando un regime che bastonava e dava l’olio di ricino si è impiantato in Italia. Questo spiega l’accumulo di odio».
Cossiga è sempre lucido nei suoi ironici interventi sulla realtà di questo Paese. Fuori misura il Gasparri e il Pezzotta. La storia è altra cosa.
Caro Pansa, non pubblicare più libri sulla Resistenza. Questo consiglio arriva a Giampaolo Pansa, in occasione della prima del film tratto dal suo libro “II sangue dei vinti”, dall`ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che allo scrittore e giornalista ha indirizzato una lettera aperta.
«Quando tu scrivesti uno dei tuoi libri sui lati oscuri della Resistenza – fa sapere a Pansa l’ex capo dello Stato e a un tentativo di presentazione di esso dovesti essere salvato dalla polizia fascista dall’aggressione dei “Giovani Resistenti”, io ti scrissi che tu non tenevi conto che gli Stati e le costituzioni si fondano sui miti». Come quello dell’unità antifascista e dell’unità della Resistenza. Per questo, secondo Cossiga, la verità sulle divisioni anche drammatiche che attraversarono il fronte partigiano (fra comunisti da una parte e resistenti di diverso orientamento politico dall’altro) è costituita da un insieme di «particolari insignificanti». E mettere in concorso al Festival un film che racconta la verità del dopo Liberazione, sempre secondo Cossiga, sarebbe stato impossibile nel 60° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica fondata sui miti di cui sopra. Il consiglio dell’ex capo dello Stato a Pansa è il seguente: «Non scrivere più libri sull’argomento o scrivili ma dai l’incarico a un notaio che li faccia pubblicare diciamo fra venti o trent’anni».
Quanto ai primi commenti sul film, il dibattito che ha seguito la proiezione è stato acceso. Due esempi: Maurizio Gasparri e Savino Pezzotta. I1 primo ha detto: «Perché non si parla delle foibe? Vorrei vedere sullo schermo anche le stragi del 1946 e `47. il mio sogno è “Il sangue dei vinti 2”.
Mai dirigenti della Rai hanno bocciato la seconda parte del libro perché l’hanno giudicata troppo dura». E il secondo: «E un film che fa pensare, ma quando è iniziato tutto questo sangue? Bisogna dirlo, altrimenti l’epilogo non si capisce. E l’inizio è quando un regime che bastonava e dava l’olio di ricino si è impiantato in Italia. Questo spiega l’accumulo di odio».
Cossiga è sempre lucido nei suoi ironici interventi sulla realtà di questo Paese. Fuori misura il Gasparri e il Pezzotta. La storia è altra cosa.
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