domenica 26 ottobre 2008

A proposito di revisioni storiche

Ieri “Il Corriere della Sera” ha pubblicato una lettera di Stefania Craxi, oggi sottosegretario agli Affari esteri, con il titolo “Praga e gli errori del Pci”. Ritengo cosa buona, condividendo le osservazioni in essa contenute, contribuire nel mio piccolo affinché abbia qualche altra chance, oltre alla carta stampata, di venire conosciuta nella rete. Questo il testo:

Caro Direttore,
ho solo una conoscenza giornalistica della commemorazione fatta alla Camera dei Deputati sulla “Primavera di Praga” e sui suoi strascichi; mi scuso perciò anticipatamente di miei eventuali errori di giudizio. Dalle mie letture, ho trovato un po’ tutto fuori tono, a cominciare dall’Intervento pontificale e assolutorio del Presidente Fini, evidentemente lontano dalle emozioni suscitate nella sinistra da quel drammatico avvenimento; lo stesso Presidente Bertinotti, apprezzabile per la severa autocritica su tutto ciò che i comunisti italiani non fecero di fronte alla tragedia cecoslovacca, ha parlato come se tutto l’universo fosse racchiuso appunto nel Pci: non ricorda che l’altro grande partito della sinistra, il partito socialista, fu con Dubcek dalla prima all’ultima ora e poi sempre al fianco di coloro che continuarono a lottare per la libertà, fino alla vittoria? Ma più che fuori tono, fuori della realtà è l’intervento di Pietro Ingrao, che pretende di attribuire al Pci una solidarietà con la rivolta di Praga durata non più di due mesi, fin quando l’Urss non ha stretto i freni e mandato i carri armati.
Dopo il comunicato di disapprovazione dell’intervento è presto cominciata la marcia a ritroso culminata nella missione di Cossutta a Mosca, come ha ricordato il prof. Victor Zaslavsky, l’unico che abbia fatto entrare nel dibattito la Signora Verità: tra l’Urss e il socialismo democratico, il PCI ha sempre scelto l’Urss.
Segnalo una perla nell’intervento di Ingrao, quando afferma che il gruppo dirigente del PCI era con Dubcek ma la base del partito con l’Urss. È il fenomeno che affligge tuttora il Partito Democratico, che vorrebbe fare il riformista ed è stretto da giustizialisti e girotondini.
Ma dove forma la base di un partito le proprie idee? Giustizialismo e girotondinismo si comprano forse al supermercato? La base riflette sempre ciò che sta nei vertici del partito. Evidentemente, nel Partito Democratico non hanno ancora imparato a fare l’esame di coscienza.
Stefania Craxi
sottosegretario Affari esteri

Nessun commento:

Archivio blog