“Ma quale protesta studentesca. Questo è un coacervo di interessi corporativi. Un movimento che viene dall’alto: professori, maestri che mandano i bambini a manifestare in prima linea e a urlare «assunzioni, assunzioni, assunzioni». Perché una cosa è chiara: è la scuola italiana che ha inventato il plurimaestro solo per garantire il posto fisso a tanti”. Questo il pensiero del presidente emerito Francesco Cossiga sulle proteste e le manifestazioni contro il decreto per la scuola del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, espresso in una intervista a “Il Giornale”. “Di fatto da noi la scuola è per gli insegnanti non per gli studenti, così come gli ospedali sono per i medici e non per i malati”, così ancora Cossiga che dice no all'uso della polizia, ma ribadisce il suo allarme che da questa protesta studentesca si possa arrivare ad un nuovo terrorismo. E riguardo al decreto Gelmini sottolinea favorevolmente che “anche un illustre latinista che ha lavorato alla riforma del Pd dice d’essere d’accordo col ministro”.
Quanto alla capacità dell'Italia di affrontare i propri problemi, Cossiga è netto: “Questo Paese non risolve nessuno dei suoi problemi, per fortuna però”. Per l’ironia dell’ex presidente questo non è infatti un male perché se siamo fuori dalla crisi finanziaria ciò è dovuto al fatto che “le nostre banche si guardano bene dal prestare i soldi alla gente. Se li tengono ben stretti”. Incapacità a parte ci si muove… “Intanto abbiamo individuato un grande alleato, la Libia di Gheddafi che è pronta a intervenire in tutte le situazioni di difficoltà”. E perché, dunque, non approfittarne, dice Cossiga, anche in questa contingenza della protesta della scuola: non certo mandare i nostri ragazzi a studiare in Libia, ma suggerisce: “Una soluzione potrebbe essere quella di sostituire i nostri professori con quelli libici”.
Quanto alla capacità dell'Italia di affrontare i propri problemi, Cossiga è netto: “Questo Paese non risolve nessuno dei suoi problemi, per fortuna però”. Per l’ironia dell’ex presidente questo non è infatti un male perché se siamo fuori dalla crisi finanziaria ciò è dovuto al fatto che “le nostre banche si guardano bene dal prestare i soldi alla gente. Se li tengono ben stretti”. Incapacità a parte ci si muove… “Intanto abbiamo individuato un grande alleato, la Libia di Gheddafi che è pronta a intervenire in tutte le situazioni di difficoltà”. E perché, dunque, non approfittarne, dice Cossiga, anche in questa contingenza della protesta della scuola: non certo mandare i nostri ragazzi a studiare in Libia, ma suggerisce: “Una soluzione potrebbe essere quella di sostituire i nostri professori con quelli libici”.
4 commenti:
"Di fatto da noi la scuola è per gli insegnanti non per gli studenti" Bè..se il decreto verrà approvato la scuola sarà ancor meno per gli studenti! università privatizzate..e questo vuol dire, per molti giovani, rinunciare al futuro che volevamo costruirci attraverso la sperimentazione delle nostre facoltà e quindi attraverso lo studio; questo vuol dire arrangiarci a fare ciò che loro vogliono che facciamo..
Rospetta, non confondere le cose. Il decreto Gelmini non riguarda l'università ma le elementari. Visto il livello dello studentame non mi meraviglio che ci sia confusione e che qualcuno confonda l'università con le elementari.
Dunque, il decreto Gelmini è composto da numerosi articoli e l'articolo 16 tratta proprio la possibile trasformazione delle università pubbliche, le quali possono deliberare in fondazioni private. E poi se vogliamo parlare delle elementari: passare al maestro unico è una decisione che sì riconsegnerà la scuola agli studenti ma lo farà nella maniera più estremista.
Rospetta, non so di quale decreto tu stia parlando, ma il decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137"Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università" contiene solo 8 articoli. E i due articoli che parlano di università sono l'Art. 6. "Valore abilitante della laurea in scienze della formazione primaria" e l'Art. 7. "Sostituzione dell'articolo 2, comma 433, della legge 24 dicembre2007, n. 244", che si riferisce ai concorsi per l'accesso alle scuole di specializzazione mediche.
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