Martedì 30 settembre “Il Giornale” pubblicava l’intervista di Stefano Zurlo a Jörg Haider, con il titolo «Io Haider “Mi sento come Lazzaro sono risorto per andare al governo”». Una battuta, pronunciata immaginando la rabbia dei molti nemici che se lo erano ritrovato al centro della scena politica austriaca, con cui aveva esordito rilasciando l'intervista al quotidiano diretto da Mario Giordano. Ma anche un’altra affermazione, fatta dal leader del BZOe nell’ultima intervista concessa, pubblicata dalla Kleine Zeitung, dà la sensazione di una sorta di premonizione; Haider aveva detto: “Abbiamo cambiato tante cose in Carinzia e continueremo a fare lo stesso in Austria. Non devo diventare cancelliere per fare questo”. Una sorta di lascito testamentario oggi a chi viene dopo di lui. Ma ritornando all’intervista de “Il Giornale”, ecco il testo completo.
Si presenta con una battuta sarcastica dedicata ai suoi avversari: «Dopo quella di Lazzaro, credo che la mia sia la risurrezione più clamorosa nella storia». Jörg Haider ride di gusto, immaginando la rabbia dei molti nemici che se lo ritrovano al centro della scena politica austriaca.
Tutti dicevano che lei era un cadavere politico.
«Il mio partito ha triplicato i suoi consensi, la destra nel suo complesso è intorno al 30 per cento. Un risultato storico».
Che cosa è accaduto in Austria?
«Gli elettori hanno punito i socialdemocratici e i popolari che insieme hanno governato male; quella coalizione è rimasta immobile davanti ai problemi, ora ci vuole un’altra soluzione».
Quale?
«Io vedo due possibilità».
La prima?
«Un governo in cui entrino i popolari, noi e la destra radicale di Strache».
In alternativa?
«Un’altra coalizione con i socialisti, i verdi e il sottoscritto».
Non ha problemi a formare un governo con la sinistra?
«No, veramente il problema è loro».
E Haider, in auto fra Vienna e Klagenfurt, consegna al telefono un’altra risata.
«Prima delle elezioni i socialisti hanno spiegato che mai e poi mai avrebbero governato con noi».
Oggi?
«Oggi credo che debbano cambiare idea. Noi siamo pronti».
Ma il suo non è un partito xenofobo?
«Ripetono sempre le stesse accuse per eliminarci dalla scena politica».
La sua formazione è vicina al Fronte Nazionale di Le Pen?
«No, noi siamo moderati, di centrodestra. Semmai, siamo, per certi aspetti, l’equivalente della Lega».
Siete contro gli immigrati?
«No, calma. Siamo contro i clandestini», e Haider scandisce perfettamente in italiano: clan-de-stini.
«Anzi, le dirò di più: ci hanno votato molti immigrati, turchi soprattutto, che lavorano tanto, pagano le tasse e hanno i figli che ormai parlano tedesco. Hanno un buon reddito e godono del nostro welfare. Loro sono con noi».
E voi non volete ricacciarli da dove sono venuti?
«Al contrario. In Carinzia, la regione dì cui sono Governatore, gli stranieri rappresentano il 3 per cento della popolazione e sono perfettamente integrati. Noi invece non vogliamo i clandestini: ne arrivano a centinaia dall’Italia e dai Paesi dell’Est».
Che cosa propone per fermarli?
«Ci vuole una politica seria. La Grande coalizione che ha governato l’Austria dal 2006 ad oggi, invece, non ha fatto nulla. Per quel che riguarda gli stranieri ci vogliono soluzioni innovative».
Ad esempio?
«Prenda il tema della criminalità. Con la caduta delle frontiere la criminalità che importiamo è aumentata. In Austria ci sono almeno 6mila stranieri detenuti e già condannati in tribunale. Noi chiediamo che questi signori siano rispediti nei loro Paesi a scontare la pena. Qua non li vogliamo, ma finora Vienna non ci ha ascoltato».
Ora vi dovranno ascoltare?
«Noi vogliamo andare al governo per cambiare la situazione. Spero che ci diano il ministero della Giustizia, così modificheremo il sistema giudiziario per risolvere anche questo problema».
Ma lei vuole ripristinare le frontiere?
«No, non si può. Però noi in Carinzia abbiamo creato una polizia regionale che controlla molto bene i confini. Questo modello dev’essere esteso a tutta l’Austria: dall’Est arriva di tutto».
Anche i musulmani.
«Nessun problema. Anzi, come le dicevo, ci hanno votato a migliaia. Ma noi non vogliamo rinunciare alle nostre tradizioni e alla nostra storia»
In concreto?
«In Carinzia abbiamo introdotto una legge molto chiara: sì alle moschee, no ai minareti. Spero che tutto il Paese ci segua».
In realtà alla sua destra c’è un altro partito, quello di Heinz Christian Strache che ha avuto un risultato anche migliore del suo.
«Dovrà dividere il successo con noi».
Che differenza c’è fra lei e Strache?
«Io sono moderato, lui è alla mia destra».
Le due formazioni potrebbero fondersi?
«Lo escludo. Però possiamo cooperare, abbiamo molte idee in comune».
L’accusano di aver condiviso o quantomeno sottovalutato il nazismo.
«Non ho niente a che fare col nazismo».
L’avanzata della destra è un fenomeno solo austriaco?
«No, penso che l’Austria sia in linea con l’Europa. È un vento che soffia un po’ dappertutto. La gente pensa in modo diverso rispetto a qualche anno fa: c’è una richiesta diffusa di ordine, si esige il rispetto della religione, la legalità, lo stop ai clandestini».
E ancora una volta il Governatore della Carinzia ripete il vocabolo in italiano.
Lei andrà a Vienna se la sua formazione entrerà nel governo?
«No. Io sto bene qua, a Klagenfurt. In Carinzia il mio partito, la Bzoe, ha il 40 per cento dei consensi. Io sono il re della Carinzia». Nuova risata. «Ma i nostri uomini andranno a Vienna. Vogliamo il ministero della Giustizia, poi puntiamo anche all’Economia e all’Educazione. Vogliamo promuovere le riforme, la gente è con noi, il popolo sa che, quando siamo stati al potere, fra il 2000 e il 2004, abbiamo governato bene».
E i giovani?
«In Carinzia siamo stati i primi a introdurre il voto ai sedicenni, ora i ragazzi hanno votato in tutta l’Austria».
I sedicenni alle urne. Una scelta azzardata?
«Perché? Sono interessati ala politica. E anche fra di loro il mio partito ha pescato molti voti».
Chi sarà il nuovo cancelliere?
«In questo momento è impossibile dirlo. Il terremoto è ancora in corso, il leader dei popolari Wilhelm Molterer si è appena dimesso. Ma io sono molto contento. Ciao».
E Haider saluta in italiano.
Si presenta con una battuta sarcastica dedicata ai suoi avversari: «Dopo quella di Lazzaro, credo che la mia sia la risurrezione più clamorosa nella storia». Jörg Haider ride di gusto, immaginando la rabbia dei molti nemici che se lo ritrovano al centro della scena politica austriaca.
Tutti dicevano che lei era un cadavere politico.
«Il mio partito ha triplicato i suoi consensi, la destra nel suo complesso è intorno al 30 per cento. Un risultato storico».
Che cosa è accaduto in Austria?
«Gli elettori hanno punito i socialdemocratici e i popolari che insieme hanno governato male; quella coalizione è rimasta immobile davanti ai problemi, ora ci vuole un’altra soluzione».
Quale?
«Io vedo due possibilità».
La prima?
«Un governo in cui entrino i popolari, noi e la destra radicale di Strache».
In alternativa?
«Un’altra coalizione con i socialisti, i verdi e il sottoscritto».
Non ha problemi a formare un governo con la sinistra?
«No, veramente il problema è loro».
E Haider, in auto fra Vienna e Klagenfurt, consegna al telefono un’altra risata.
«Prima delle elezioni i socialisti hanno spiegato che mai e poi mai avrebbero governato con noi».
Oggi?
«Oggi credo che debbano cambiare idea. Noi siamo pronti».
Ma il suo non è un partito xenofobo?
«Ripetono sempre le stesse accuse per eliminarci dalla scena politica».
La sua formazione è vicina al Fronte Nazionale di Le Pen?
«No, noi siamo moderati, di centrodestra. Semmai, siamo, per certi aspetti, l’equivalente della Lega».
Siete contro gli immigrati?
«No, calma. Siamo contro i clandestini», e Haider scandisce perfettamente in italiano: clan-de-stini.
«Anzi, le dirò di più: ci hanno votato molti immigrati, turchi soprattutto, che lavorano tanto, pagano le tasse e hanno i figli che ormai parlano tedesco. Hanno un buon reddito e godono del nostro welfare. Loro sono con noi».
E voi non volete ricacciarli da dove sono venuti?
«Al contrario. In Carinzia, la regione dì cui sono Governatore, gli stranieri rappresentano il 3 per cento della popolazione e sono perfettamente integrati. Noi invece non vogliamo i clandestini: ne arrivano a centinaia dall’Italia e dai Paesi dell’Est».
Che cosa propone per fermarli?
«Ci vuole una politica seria. La Grande coalizione che ha governato l’Austria dal 2006 ad oggi, invece, non ha fatto nulla. Per quel che riguarda gli stranieri ci vogliono soluzioni innovative».
Ad esempio?
«Prenda il tema della criminalità. Con la caduta delle frontiere la criminalità che importiamo è aumentata. In Austria ci sono almeno 6mila stranieri detenuti e già condannati in tribunale. Noi chiediamo che questi signori siano rispediti nei loro Paesi a scontare la pena. Qua non li vogliamo, ma finora Vienna non ci ha ascoltato».
Ora vi dovranno ascoltare?
«Noi vogliamo andare al governo per cambiare la situazione. Spero che ci diano il ministero della Giustizia, così modificheremo il sistema giudiziario per risolvere anche questo problema».
Ma lei vuole ripristinare le frontiere?
«No, non si può. Però noi in Carinzia abbiamo creato una polizia regionale che controlla molto bene i confini. Questo modello dev’essere esteso a tutta l’Austria: dall’Est arriva di tutto».
Anche i musulmani.
«Nessun problema. Anzi, come le dicevo, ci hanno votato a migliaia. Ma noi non vogliamo rinunciare alle nostre tradizioni e alla nostra storia»
In concreto?
«In Carinzia abbiamo introdotto una legge molto chiara: sì alle moschee, no ai minareti. Spero che tutto il Paese ci segua».
In realtà alla sua destra c’è un altro partito, quello di Heinz Christian Strache che ha avuto un risultato anche migliore del suo.
«Dovrà dividere il successo con noi».
Che differenza c’è fra lei e Strache?
«Io sono moderato, lui è alla mia destra».
Le due formazioni potrebbero fondersi?
«Lo escludo. Però possiamo cooperare, abbiamo molte idee in comune».
L’accusano di aver condiviso o quantomeno sottovalutato il nazismo.
«Non ho niente a che fare col nazismo».
L’avanzata della destra è un fenomeno solo austriaco?
«No, penso che l’Austria sia in linea con l’Europa. È un vento che soffia un po’ dappertutto. La gente pensa in modo diverso rispetto a qualche anno fa: c’è una richiesta diffusa di ordine, si esige il rispetto della religione, la legalità, lo stop ai clandestini».
E ancora una volta il Governatore della Carinzia ripete il vocabolo in italiano.
Lei andrà a Vienna se la sua formazione entrerà nel governo?
«No. Io sto bene qua, a Klagenfurt. In Carinzia il mio partito, la Bzoe, ha il 40 per cento dei consensi. Io sono il re della Carinzia». Nuova risata. «Ma i nostri uomini andranno a Vienna. Vogliamo il ministero della Giustizia, poi puntiamo anche all’Economia e all’Educazione. Vogliamo promuovere le riforme, la gente è con noi, il popolo sa che, quando siamo stati al potere, fra il 2000 e il 2004, abbiamo governato bene».
E i giovani?
«In Carinzia siamo stati i primi a introdurre il voto ai sedicenni, ora i ragazzi hanno votato in tutta l’Austria».
I sedicenni alle urne. Una scelta azzardata?
«Perché? Sono interessati ala politica. E anche fra di loro il mio partito ha pescato molti voti».
Chi sarà il nuovo cancelliere?
«In questo momento è impossibile dirlo. Il terremoto è ancora in corso, il leader dei popolari Wilhelm Molterer si è appena dimesso. Ma io sono molto contento. Ciao».
E Haider saluta in italiano.
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