L'emendamento salva-manager è anche opera del senatore Antonio Paravia, per cui per equità riporto in breve la sua foto e brevi note biografiche come contenute nel sito del Senato. Paravia è stato eletto in Campania. Nato l'8 luglio 1951 a Gragnano (Napoli), è residente a Salerno e di professione fa l'imprenditore, è inoltre pubblicista e revisore contabile. È membro della 10ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) e dal 15 luglio della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alle cosiddette "morti bianche". In precedenza, dal 5 giugno 2008 al 15 luglio 2008, è stato membro della 14ª Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea). È senatore nelle ultime due legislature.
Detto questo, i due senatori del Pdl hanno ripetutamente detto ieri di essere stati fraintesi. "C'e' stata un'interpretazione distorta di un emendamento che aveva l'esclusiva finalità di tutelare i commissari straordinari, fornendo loro gli strumenti e le tutele per privilegiare comunque l'esigenza della continuità del pubblico servizio rispetto alle pretese dei creditori", ha affermato Cicolani all'AdnKronos. E un altro lancio d'agenzia riferito ad entrambi, Cicolani e Paravia, così esplicitava: l’emendamento già ribattezzato "salvamanager" è un provvedimento di carattere generale che non si applica ai crack Cirio e Parmalat. Lo hanno puntualizzato i senatori del Pdl Angelo Maria Cicolani e Antonio Paravia "in riferimento a alcune interpretazioni riportate dagli organi di informazione sull’emendamento approvato in Senato nel corso della conversione del decreto che disciplina la modifica della legge Marzano per le grandi aziende operanti nei servizi pubblici esenziali, ora all’esame della Camera".
Per Cicolani e Paravia "L’emendamento è mirato esclusivamente a tutelare le difficili scelte da parte dei commissari, operate in momenti oggettivamente straordinari, come è ad esempio nel caso di Fantozzi, che hanno l’esigenza di agire in modo certamente responsabile, ma discrezionale e flessibile, tendendo in primo luogo a garantire la continuità di un pubblico servizio. Riteniamo che l’emendamento proposto affronti un tema reale e ineludibile, in modo appropriato e, in Aula, la stessa opposizione, nelle sue varie articolazioni, pur votando in modo contrario all’intero provvedimento, non ha eccepito sulla forma né sulla sostanza dell’emendamento". Insomma ciò che si starebbe rimproverando è uno zelo fin troppo eccessivo da premurose crocerossine dei disgraziati commissari straordinari alle prese con orde di incazzati creditori, che a ragione vogliono avere ciò che è loro. E a qual motivo? Quello di non scongiurare l'interruzione di un servizio pubblico. Una favoletta.
L'ira, funesta al pari di quella d'Achille, di Tremonti fa sufficiente giustizia sulla vicenda. In ogni partito, comunque, dovrebbe essere custodito un libro nero su cui annotare certe premure in modo da tenerle in giusta considerazione quando si formulano le liste elettorali. Per etica politica, visto che ai cittadini è stato impedito di scegliere in prima persona chi ritengono degno della propria rappresentanza.
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