Una AdnKronos del 6 ottobre scorso ci racconta un fatto di cronaca giudiziaria triestina. Un amministratore di stabili è indagato dalla Polizia tributaria della Guardia di finanzia di Trieste per essersi impossessato di circa 300 mila euro versati dai condomini per il pagamento delle spese inerenti la gestione di 12 immobili e per aver distratto dal patrimonio di una cooperativa circa 150 mila euro. Le indagini dei finanzieri si sono infatti estese a una società cooperativa fallita, della quale il professionista era presidente del consiglio d’amministrazione, la quale era gravata da un ingente debito verso l'erario. L'uomo è indagato per appropriazione indebita, falso documentale e patrimoniale e bancarotta fraudolenta.
450 mila euro, un “bottino” per niente male, insomma. Ci raccontano che tutto è cominciato per le lamentele espresse ai finanzieri da alcuni condomini, causa i mancati rendiconti delle spese sostenute nella conduzione degli immobili da parte del professionista. La documentazione esaminata dalla Guardia di finanza, in gran parte bancaria, ha svelato il meccanismo utilizzato dall'amministratore, il quale, utilizzando tecnologie informatiche falsificava gli estratti conto dei rapporti bancari intestati ai condomini. In pratica, la falsificazione degli estratti conto gonfiava le spese e l’amministratore intascava le somme versate dai condomini. Nel corso degli anni, l'uomo ha inoltre presentato a vari istituti di credito falsi verbali di assemblea, per poter così aprire dei fidi bancari. Le indagini sono state coordinate dal sostituto Raffaele Tito della Procura della Repubblica di Trieste. Zivio Tito!
450 mila euro, un “bottino” per niente male, insomma. Ci raccontano che tutto è cominciato per le lamentele espresse ai finanzieri da alcuni condomini, causa i mancati rendiconti delle spese sostenute nella conduzione degli immobili da parte del professionista. La documentazione esaminata dalla Guardia di finanza, in gran parte bancaria, ha svelato il meccanismo utilizzato dall'amministratore, il quale, utilizzando tecnologie informatiche falsificava gli estratti conto dei rapporti bancari intestati ai condomini. In pratica, la falsificazione degli estratti conto gonfiava le spese e l’amministratore intascava le somme versate dai condomini. Nel corso degli anni, l'uomo ha inoltre presentato a vari istituti di credito falsi verbali di assemblea, per poter così aprire dei fidi bancari. Le indagini sono state coordinate dal sostituto Raffaele Tito della Procura della Repubblica di Trieste. Zivio Tito!
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