martedì 7 ottobre 2008

Berlusconi anomalo veltroniano

Per Veltroni, Berlusconi è “un’anomalia del sistema democratico”. C’è da chiedersi non tanto cosa possa significare per Veltroni la parola “anomalia” a fronte d’un presidente del Consiglio eletto per ben tre volte dal popolo italiano in libere elezioni, quanto piuttosto così significhi per l’umbratile premier del “governo ombra” la locuzione “sistema democratico”. In non pochi si sarà notato l’abuso dell’aggettivo “democratico” da parte dell’organizzazione politica di cui Veltroni è il leader. Non solo “democratico” è il partito, ma “democratica” è oggi anche la festa, la vecchia festa dell’Unità di nobile decaduta tradizione comunista. Che diavolo sono le altre feste? Happening concentrazionari? Ovviamente, “democratici” tautologicamente sono gli appartenenti a quel partito. Non vi sono “democratici” all’infuori di loro, dice insomma l’evangelio veltroniano. Ne consegue, quindi, che dando a Berlusconi dell’anomalo rispetto al “sistema democratico”, al sistema nella logica veltroniana fondato sull’egemonia di quel partito, l’ex sindaco romano, non sbaglia, non può sbagliare, un ipse dixit incontestabile. Un modo di vedere la realtà che fa il paio con l’altra affermazione: “Vedo grande aggressività nei nostri confronti, ma questo è in sintonia con chi pensa non di aver vinto le elezioni ma di aver preso il potere e ha fastidio per chiunque ha un'opinione diversa”. Già, pretendere di non riconoscere che il proprio personale “sistema democratico” altro non sia che un minuscolo sottoinsieme del sistema democratico italiano, è pari al fatto di non voler ancora oggi ammettere la democratica voltata di spalle degli italiani ai “democratici” di cui – quelli tra virgolette intendo – si può certo fare anche a meno. Non hanno anche i “democratici” saputo fare a meno della “sinistra”? Eh sì, perché, per ridondanza lo dico, dalla realtà dei media, giornali e televisione, traspare la grande supponenza “democratica” piuttosto che un’aggressività governativa. Se aggressività vi è nel governo, è rivolta certo altrove, a risolvere finalmente molte delle questioni che da una vita tormentano questo paese, non certo a procurare motivi di piagnisteo ai “democratici”.

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