domenica 23 novembre 2008

Bush difende il liberalismo

A Lima per il vertice Apec - suo ultimo appuntamento internazionale a due mesi dal cambio alla Casa Bianca - il presidente degli Stati Uniti George W. Bush è tornato a invocare la difesa del liberalismo, modello che non dovrebbe essere abbandonato nonostante la grave crisi finanziaria in corso: “Una delle lezioni più durature della Grande depressione è che il protezionismo globale è la via verso la rovina economica globale”.
Tutti, intanto, vogliono Sarah Palin che è stata indicata da molti come una delle cause della sconfitta elettorale di John McCain. L'ex candidata repubblicana alla vicepresidenza, tornata al suo ufficio di governatore dell'Alaska, è diventata in pochi mesi una star internazionale. Si parla di 200 interviste e inviti in 20 paesi.
Un piano per creare 2,5 milioni di posti di lavoro in due anni, nel tentativo di rilanciare l'economia e frenare una crisi che rischia di far precipitare il Paese in "una spirale deflattiva". E' quanto annuncia il presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama nel suo secondo discorso settimanale alla radio, dove avverte che occorre un'azione tempestiva e robusta.
Obama, che si appresta a diventare il nuovo presidente Usa avverte: “Se non agiremo rapidamente e in maniera coraggiosa potremo perdere il prossimo anno milioni di posti di lavoro, come ritiene la maggior parte degli esperti. Al momento rischiamo di finire in una spirale deflattiva che potrebbe aumentare ulteriormente il nostro debito”. Obama ha confermato che il suo staff sta mettendo a punto un piano di stimolo economico “aggressivo” per i prossimi due anni che mira alla creazione di 2,5 milioni di posti di lavoro entro il gennaio del 2011, e che conta di firmare non appena si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio: è un piano, ha sottolineato, “grande abbastanza per rispondere alle sfide che abbiamo di fronte”... e che “getterà le basi per un'economia forte e in grado di crescere”. “Faremo tornare la gente al lavoro per ricostruire le nostre strade dissestata e i ponti, modernizzare le scuole per i nostri figli, costruiremo pannelli solari e parchi eolici e tecnologie per l’energia alternativa che possano liberarci dalla nostra dipendenza dal petrolio straniero e mantenere competitiva la nostra economia negli anni a venire”. Per Obama, tutti questi “non sono solo provvedimenti per tirarci fuori dalla crisi: si tratta anche di investimenti a lungo termine nel nostro futuro economico che è stato ignorato troppo a lungo”.
Oggi la Cnn ha riferito che ai musulmani afroamericani non è piaciuto il messaggio di al Qaeda contro il presidente eletto Barack Obama. Gli imam delle comunità afroamericane hanno diffuso una dichiarazione congiunta a New York definendo “un insulto” le parole del numero due di al Qeada, Ayamn al Zawahiri. “Riteniamo insultante che qualcuno parli a nome della nostra comunità invece di lasciare a noi la dignità e l’onore di parlare per noi stessi”. Così il comunicato letto ieri al centro culturale “Malcolm X”, intitolato all'attivista assassinato nel 1965. Il luogo scelto non è stato casuale. Nel messaggio audio diffuso mercoledì su Internet da al Zawahiri, Obama viene descritto come un “cameriere negro”, termine che il musulmano afroamericano Malcolm X usava per attaccare i neri servili con i bianchi. E il numero due di al Qaeda accusa poi il presidente eletto di essere “il diretto contrario di onorevoli afroamericani” come Malcolm X. Riprendo per ricordare la questione un articolo di Paolo Valentino tratto da “Il Corriere della Sera” di giovedì 20 novembre 2008, titolo: “Al Qaeda sfida Obama «È un servo negro dei padroni bianchi». Messaggio di Al Zawahiri, il vice di Bin Laden. «La sua è una mentalità criminale anti-islamica» Appello ai musulmani nel mondo a rinnovare gli attacchi contro l’«America criminale».

Al Qaeda lancia una sfida preventiva a Barack Obama. Critica le posizioni di politica estera del presidente-eletto. Ricorre all’insulto razzista, dileggiando volgarmente la sua origine afro-americana. E torna a minacciare gli Stati Uniti, esortando i musulmani a rinnovare gli attacchi contro l’«America criminale».
Tocca al numero due della rete terroristica sunnita, Ayman al Zawahiri, aprire il fuoco di sbarramento contro il futuro capo della Casa Bianca, in un video registrato di quasi 12 minuti, messo in rete ieri mattina su decine di siti della galassia islamica militante. il messaggio appare soprattutto mirato a convincere il mondo arabo e musulmano che l’elezione alla presidenza di Barack Obama non rappresenti un vero cambiamento nella politica americana, dopo gli otto anni dell’«odiata» Amministrazione Bush. Non solo. Definendo Obama «il diretto opposto degli onorevoli neri americani come Malcolm X», uno dei leader della battaglia per i diritti civili negli Anni ’6o, Al Zawahiri cerca anche di sminuire la portata storica della sua vittoria agli occhi degli afro-americani. In questo senso, il video è un palese segnale di nervosismo, di fronte alla novità e alle attese suscitate da Obama negli USA e nell’intero pianeta.
Secondo il vice di Osama Bin Laden, Obama sarebbe «prigioniero della stessa mentalità criminale americana verso il mondo e verso i musulmani». Ma la sua idea di ritirare parte delle truppe dall’Iraq per spostarle in Afghanistan è una ricetta per il «fallimento». E il futuro presidente dovrebbe ricordare il destino toccato non solo a Bush, ma prima di lui anche agli inglesi e ai sovietici: «Stia attento, che i cani dell’Afghanistan hanno trovato deliziosa la carne dei vostri soldati, quindi continuate a mandarli a migliaia».
Passando poi all’offesa personale, Al Zawahiri afferma che Obama, come l’attuale segretario di Stato Condoleezza Rice e il suo predecessore Colin Powell, coinciderebbe con la descrizione che Malcolm X faceva dei cosiddetti house slaves, i neri domestici servili e proni ai voleri del padrone. Mentre sul video corrono le immagini di Barack Obama davanti al Muro del Pianto con la kippah ebraica in testa, Al Zawahiri incalza: «La nazione islamica è amareggiata per la sua ipocrisia. Lei è nato da padre musulmano, ma si è schierato con i nemici dell’Islam, ha recitato le preghiere degli ebrei, nonostante rivendichi di essere cristiano, per salire gli scalini della leadership».
Il capo terrorista non formula minacce specifiche. Ma avverte Obama che dovrà fronteggiare una «rinascita della Jihad». La sua vaghezza fa dire agli esperti dell’antiterrorismo americano che «al Qaeda rimane un pericolo, ma è sostanzialmente isolata». Secondo Laura Kessner, portavoce del Dipartimento per la Sicurezza interna, non esisté al momento alcuna informazione credibile di un’imminente minaccia per gli Stati Uniti.

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