Del volantino delle nuove BR ho detto già in un post ieri. Qui riprendo da “La Stampa” di oggi l’articolo di Marco Raffa, titolo: “La Spezia, volantino nella sede di una tv locale. «Siamo le Brigate Rosse, torneremo a colpire» Il Viminale giudica poco attendibile il documento”.
La stella a cinque punte inscritta in un cerchio, le lettere «b.r.» in grassetto maiuscolo, ventotto righe di testo in carattere helvetica scritte al computer, le ultime sette in corpo più grande e sottolineato. È il messaggio firmato «neo brigate rosse» (così, in minuscolo) fatto trovare ieri mattina sulla porta a vetri di una tv locale a La Spezia. Marco Rocca, giornalista sportivo di Primocanale (emittente ligure che ha redazioni nelle quattro province) ha scoperto il foglio, fissato con scotch trasparente, poco dopo le 8,30. Ha avvertito il responsabile della redazione, Andrea Scuderi, che a sua volta ha informato la Digos. Secondo gli investigatori le modalità di «recapito» del volantino e il frasario fanno propendere per una del scarsa attendibilità del documento, come hanno confermato nel tardo pomeriggio fonti del Viminale.
«Estenderemo la resistenza riprenderemo la lotta armata colpiremo ai centri vitali dello Stato. Nessun compromesso sarà possibile con i carnefici della libertà e dei diritti. Romperemo l’accerchiamento del regime occulto plutocratico». Sono i punti che gli estensori del volantino hanno sottolineato, aggiungendo che «il tentativo di spegnere le voci di dissenso che stanno nascendo nelle fabbriche e nei territori produrrà come unico risultato l’inasprimento e l’intensificazione della lotta armata».
Gli uomini della Digos spezzina agli ordini del dirigente Stefano Buselli hanno sequestrato il documento e fatto gli accertamenti per rilevare impronte e altri indizi che possano far risalire agli autori del messaggio, che sembra comunque essere una fotocopia. «La redazione ha chiuso sabato sera poco prima delle undici per una trasmissione sportiva - spiega Andrea Scuderi -. Ci troviamo in un centro commerciale “aperto” che di giorno è molto frequentato ma di sera è semideserto. Nelle vicinanze c’è una banca, ma non sappiamo se le telecamere di sorveglianza abbiano ripreso qualcosa». In provincia di La Spezia le Nuove Brigate Rosse si erano fatte vive un anno e mezzo fa con alcune scritte trovate a febbraio 2007 sui muri del municipio di Santo Stefano Magra.
Un volantino «demenziale nei toni e nei contenuti». Così Marcello Zinola, segretario dell’Associazione ligure dei giornalisti-Fnsi, «bolla» il volantino «che va probabilmente preso per quello che è: l’espressione di qualche esaltato, con qualche seria incertezza nella punteggiatura. Ma non per questo va sottovalutato o snobbato». «I focolai sono sempre esistiti e continuano a esistere, l’importante è tenere alta la vigilanza - ha dichiarato nel pomeriggio il ministro della Difesa Ignazio La Russa -. Questa è la dimostrazione che anche nei confronti del terrorismo interno non bisogna mai abbassare la guardia e soprattutto non bisogna prendere alla leggera episodi che potrebbero essere sottovalutati».
QN, “Il Giorno – Il Resto del Carlino – La Nazione”, pubblica sempre oggi un commento in merito di Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera. Scrive Cazzola:
È presto per dare credibilità al volantino - a firma Nuove Brigate Rosse - diffuso a La Spezia. Purtroppo la madre degli imbecilli è sempre incinta. Chi scrive, nei giorni scorsi, dopo la presentazione del suo ultimo libro (“Il riformista tradito”, che racconta la storia e le idee di Marco Biagi) ha ricevuto, sul sito della Camera, una mail che lo insultava e che inneggiava all’assassinio del professore bolognese. Saranno, quindi, le autorità inquirenti (e i Servizi) a valutare la reale consistenza delle minacce che il terrorismo rosso lancia nuovamente alle istituzioni democratiche e, indirettamente, a quanti si occupano di problemi del lavoro.
Non ci vuole molto a capire, tuttavia, che il “brodo di coltura” in cui la sedicente lotta armata (anche se ormai ridotta a compiere dei vili omicidi di persone inermi) può prosperare non solo in conseguenza di una situazione di grave crisi economica e sociale quanto piuttosto per effetto di un clima politico connotato da polemiche avvelenate, dove l’opposizione non si limita a criticare - come è suo diritto - le scelte del Governo, ma accusa la maggioranza di voler devastare presìdi fondamentali della società civile (come la scuola), derubando così i giovani del loro futuro, nonché di minare alla base le regole della democrazia.
Quando il leader di un partito presente in Parlamento paragona il premier Silvio Berlusconi al generale Videla (colui che guidava la Giunta militare in Argentina, responsabile di ogni possibile nefandezza contro l’umanità) può destare stupore se qualche mente, malata di ideologia, si pone il problema di “abbattere il tiranno” e i suoi sgherri ? Lungi da noi ogni accostamento improprio tra chi critica e chi spara. Ma non sarebbe la prima volta che delle parole pronunciate in libertà si trasformano in piombo.
La stella a cinque punte inscritta in un cerchio, le lettere «b.r.» in grassetto maiuscolo, ventotto righe di testo in carattere helvetica scritte al computer, le ultime sette in corpo più grande e sottolineato. È il messaggio firmato «neo brigate rosse» (così, in minuscolo) fatto trovare ieri mattina sulla porta a vetri di una tv locale a La Spezia. Marco Rocca, giornalista sportivo di Primocanale (emittente ligure che ha redazioni nelle quattro province) ha scoperto il foglio, fissato con scotch trasparente, poco dopo le 8,30. Ha avvertito il responsabile della redazione, Andrea Scuderi, che a sua volta ha informato la Digos. Secondo gli investigatori le modalità di «recapito» del volantino e il frasario fanno propendere per una del scarsa attendibilità del documento, come hanno confermato nel tardo pomeriggio fonti del Viminale.
«Estenderemo la resistenza riprenderemo la lotta armata colpiremo ai centri vitali dello Stato. Nessun compromesso sarà possibile con i carnefici della libertà e dei diritti. Romperemo l’accerchiamento del regime occulto plutocratico». Sono i punti che gli estensori del volantino hanno sottolineato, aggiungendo che «il tentativo di spegnere le voci di dissenso che stanno nascendo nelle fabbriche e nei territori produrrà come unico risultato l’inasprimento e l’intensificazione della lotta armata».
Gli uomini della Digos spezzina agli ordini del dirigente Stefano Buselli hanno sequestrato il documento e fatto gli accertamenti per rilevare impronte e altri indizi che possano far risalire agli autori del messaggio, che sembra comunque essere una fotocopia. «La redazione ha chiuso sabato sera poco prima delle undici per una trasmissione sportiva - spiega Andrea Scuderi -. Ci troviamo in un centro commerciale “aperto” che di giorno è molto frequentato ma di sera è semideserto. Nelle vicinanze c’è una banca, ma non sappiamo se le telecamere di sorveglianza abbiano ripreso qualcosa». In provincia di La Spezia le Nuove Brigate Rosse si erano fatte vive un anno e mezzo fa con alcune scritte trovate a febbraio 2007 sui muri del municipio di Santo Stefano Magra.
Un volantino «demenziale nei toni e nei contenuti». Così Marcello Zinola, segretario dell’Associazione ligure dei giornalisti-Fnsi, «bolla» il volantino «che va probabilmente preso per quello che è: l’espressione di qualche esaltato, con qualche seria incertezza nella punteggiatura. Ma non per questo va sottovalutato o snobbato». «I focolai sono sempre esistiti e continuano a esistere, l’importante è tenere alta la vigilanza - ha dichiarato nel pomeriggio il ministro della Difesa Ignazio La Russa -. Questa è la dimostrazione che anche nei confronti del terrorismo interno non bisogna mai abbassare la guardia e soprattutto non bisogna prendere alla leggera episodi che potrebbero essere sottovalutati».
QN, “Il Giorno – Il Resto del Carlino – La Nazione”, pubblica sempre oggi un commento in merito di Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera. Scrive Cazzola:
È presto per dare credibilità al volantino - a firma Nuove Brigate Rosse - diffuso a La Spezia. Purtroppo la madre degli imbecilli è sempre incinta. Chi scrive, nei giorni scorsi, dopo la presentazione del suo ultimo libro (“Il riformista tradito”, che racconta la storia e le idee di Marco Biagi) ha ricevuto, sul sito della Camera, una mail che lo insultava e che inneggiava all’assassinio del professore bolognese. Saranno, quindi, le autorità inquirenti (e i Servizi) a valutare la reale consistenza delle minacce che il terrorismo rosso lancia nuovamente alle istituzioni democratiche e, indirettamente, a quanti si occupano di problemi del lavoro.
Non ci vuole molto a capire, tuttavia, che il “brodo di coltura” in cui la sedicente lotta armata (anche se ormai ridotta a compiere dei vili omicidi di persone inermi) può prosperare non solo in conseguenza di una situazione di grave crisi economica e sociale quanto piuttosto per effetto di un clima politico connotato da polemiche avvelenate, dove l’opposizione non si limita a criticare - come è suo diritto - le scelte del Governo, ma accusa la maggioranza di voler devastare presìdi fondamentali della società civile (come la scuola), derubando così i giovani del loro futuro, nonché di minare alla base le regole della democrazia.
Quando il leader di un partito presente in Parlamento paragona il premier Silvio Berlusconi al generale Videla (colui che guidava la Giunta militare in Argentina, responsabile di ogni possibile nefandezza contro l’umanità) può destare stupore se qualche mente, malata di ideologia, si pone il problema di “abbattere il tiranno” e i suoi sgherri ? Lungi da noi ogni accostamento improprio tra chi critica e chi spara. Ma non sarebbe la prima volta che delle parole pronunciate in libertà si trasformano in piombo.
È ancora una volta il lavoro al centro della polemica politica. Eppure l’attuale Governo ha le carte in regola. Prendiamo il caso del ministro Renato Brunetta, presentato come una sorta di nemico pubblico n. 1. Eppure il disegno di legge sulla riforma del pubblico impiego, al Senato, ha ottenuto il contributo e il voto di astensione del Pd. Così è stato, alla Camera, per la revisione della legge n. 104 del 1992 (recante la tutela delle persone con handicap), mentre i rinnovi dei contratti pubblici sono stati sottoscritti da importanti sindacati. Quanto al ministro Maurizio Sacconi, oltre ai risultati già ottenuti, sarà il pacchetto delle nuove misure a dare il segno dell’impegno del Governo contro la crisi.
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