“La macchina della Vigilanza Rai ha il motore acceso, il conducente deve poterla guidare senza che qualcuno gli sottragga le chiavi dal cruscotto. Villari ha il mandato per intraprendere questo cammino e, dunque, è giusto da parte sua mettere il piede sull’acceleratore e partire”. A dichiararlo oggi è il segretario della Dca-Pdl, Gianfranco Rotondi.
E il ministro della Difesa e reggente di Alleanza nazionale Ignazio La Russa sempre oggi, parlando con i cronisti alla Camera della vicenda del presidente della commissione di Vigilanza Rai, Riccardo Villari, ha lasciato cadere l’ipotesi di una soluzione legislativa che di fatto comporti la decadenza del senatore Pd dall’incarico: “Quando le massime cariche dello Stato fanno quello che hanno fatto” in termini di moral suasion “gli unici che non possono dire nulla sono quelli che lo hanno portato lì”. Categorico. Dunque Villari, piaccia o non piaccia, è il presidente e Veltroni e soci devono mettersi il cuore in pace.
Intanto questa mattina il presidente Villari, conversando con i cronisti nel Transatlantico alla Camera, ribadiva la sua determinazione ad andare avanti nel lavoro a palazzo San Macuto: “Mi sono proposto un obiettivo: riproporre il protagonismo della commissione. Ci sono tante cose da fare, ci sono le commissioni dell’Accesso da attivare, c’è da definire il regolamento per la par condicio in vista delle elezioni in Abruzzo, ci sono le interrogazioni dei parlamentari su temi specifici”. Tra i prossimi impegni, anche quello del rinnovo del Cda Rai: "Ma su questo io non penso nulla. Deve essere un percorso condiviso, da parte di tutti". Mancavano poche alla riunione dell'Ufficio di presidenza, cui il Pd non avrebbe preso parte: “Vediamo, io lavoro per coinvolgere tutti. Ho sentito anche Morri”, capogruppo Pd in commissione.
Quest’ultimo, Fabrizio Morri, da parte sua, aveva sottolineato di avergli “ribadito che il Pd andrà alle convocazioni della Vigilanza soltanto quando recheranno all’ordine del giorno le sue dimissioni e l’elezione di Sergio Zavoli. Non si capisce proprio, quindi, a cosa gli giovi e per quali fini Villari finga di non comprendere”. Non si comprende, va chiosato, perché Morri non comprenda che Villari altro non fa che svolgere il compito al quale è stato regolarmente e democraticamente eletto. Democraticamente non democratically. E poi c’è il grande vecchio Zavoli. Quello che fa? Oggi al quotidiano “Affaritaliani.it” ha conferma di non voler intervenire sulla questione della Vigilanza Rai: “Intendo non parlare fino a quando la vicenda non sarà conclusa”. A fine legislatura insomma.
Oggi, nel pomeriggio, al termine dell'ufficio di presidenza, il presidente della Vigilanza Riccardo Villari ha sottolineato in maniera positiva il fatto che la bicamerale di fatto oggi abbia iniziato a lavorare. “La settimana entrante convocheremo una commissione plenaria. Abbiamo approvato il regolamento per l'Abruzzo con qualche ritardo, abbiamo fatto una ricognizione degli argomenti che sono sul tappeto anche per smaltire gli arretrati. La mia intenzione è che si concordi un certo percorso”.
Intanto il capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo Donadi, che si deve essere perso qualcosa, conversando con i giornalisti a Montecitorio, ha detto: “Questa vicenda ci ha nauseato. Villari è presidente di un organismo ormai totalmente delegittimato. Invitiamo l’opposizione a fare uno scatto d’orgoglio, a mettere da parte nomine lottizzate e partitocratiche, e a indicare nel cda Rai persone in base solo alla loro professionalità”. Parentesi: chi delegittima ciò che è legittimo, normalmente delegittima se stesso. Ma colgo male, o le parole di Donadi sembrano un “ma ciò che è fatto è fatto?”. Bah.
Intanto, se interessa, l'Assemblea degli Azionisti della RAI ha deciso di aggiornare nuovamente la riunione a giovedì 4 dicembre alle ore 12.00. Ne ha data notizia l'Ufficio Stampa di Viale Mazzini.
Veniamo ora invece a quanto scrivevano oggi i giornali. Ovviamente alcuni passi saranno ormai superati, ma è comunque un utile esercizio informativo. Si legge per sapere, in fin dei conti. E con Conti Paolo comincio da “Il Corriere della Sera” che sottotitola: “Il neopresidente pensa al rinnovo del cda. Ma Rosy Bindi insiste: «L’unica strada sono le dimissioni dell’intera commissione». Apocalittica. Ma che caspita ha di tanto miele la Vigilanza Rai? Da rendere isterica la Rosy. Il titolo è: “Villari, è scontro aperto Pdl-Pd. Zavoli: sulla graticola resto poco”.
Riccardo Villari va avanti e resta al suo posto di presidente della Vigilanza. Ha convocato per oggi alle 14 l’ufficio di presidenza per varare il regolamento della par condicio in vista delle elezioni in Abruzzo Il Pd diserterà i lavori finché all’ordine del giorno non ci saranno le sue dimissioni. L’Udc parteciperà ma, spiega Roberto Rao, «solo per ribadire al presidente la richiesta di dimissioni». Il Pdl invece parteciperà. La posizione è nota dopo la lettera di Gasparri-Bocchino-Cicchitto-Qua- gliariello al Corriere della Sera: «No alla mozione di sfiducia, la moral suasion è l’unica strada».
Ma Riccardo Villari ha in mente un piano di lavoro, affermando che «tra le priorità della Vigilanza c’è indubbiamente il ricambio dei vertici Rai e la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione. Atti dovuti che bisogna portare a compimento». Ieri il presidente eletto della Vigilanza aveva anche progettato una visita informale a Saxa Rubra, fissando appuntamenti con i direttori dei Tg. Ma poi qualcuno gli ha ricordato che un ingresso a Saxa senza un incontro con il presidente Claudio Petruccioli o il direttore generale Claudio Cappon, sarebbe sembrato quasi una provocazione protocollare: e molto peso avrebbe avuto l’imbarazzo registrato tra i giornalisti Rai. E la «visita informale», dalle 10 alle 15 con possibile colazione alla mensa, è stata annullata.
Ieri si sono diffuse alcune voci in Transatlantico, come un imminente blitz della maggioranza in Vigilanza col reintegro del vecchio Cda per nominare i successori dello scomparso Sandro Curzi e del dimissionario Gennaro Malgieri, divenuto senatore. «Pura fantasia», ride Italo Bocchino. «Sarebbe un gesto illegale perché il Cda è scaduto e l’assemblea dei soci Rai è già stata convocata da giugno», commenta Maurizio Gasparri, capogruppo pdl al Senato e autore della legge sulla Rai. Altra voce, priva di conferme, quella che immagina uno «scambio» per Villari col suo passaggio alla presidenza della futura commissione sui rifiuti, annunciata da Berlusconi.
Sergio Zavoli ai funerali di Sandro Curzi abbraccia a lungo Gianni Letta (che ha anche un rapido colloquio a parte con Walter Veltroni, da molti interpretato in «chiave Rai»). Poi commenta alle agenzie: «Sulla graticola non ci resterò più di tanto. Arrivato a un centimetro dal ridicolo, lascio. Ma la questione deve maturare in tempi brevi». Poi più tardi, a chi gli chiedeva spiegazioni: «Ma no, a dire la verità sulla graticola non mi ci sono mai sentito. E non intendo parlare di questa vicenda fino a quando non sarà doveroso farlo».
Walter Veltroni approfitta dell`incursione del finto Bruno Vespa per spiegare a Striscia la notizia: «C`è solo un modo per convincere Villari a lasciare la Vigilanza, offrirgli un posto al Napoli». Rosy Bindí ripete la sua tesi: «Se Villari non si dimetterà, si dovrà dimettere la commissione».
C’è da osservare che la trovata del Napoli era più de finto Bruno Vespa che del “finto” Walter Veltroni, e che Zavoli quel centimetro dal ridicolo lo ha superato già di almeno un paio di chilometri. In altro posti altri articoli di questa mattina.
E il ministro della Difesa e reggente di Alleanza nazionale Ignazio La Russa sempre oggi, parlando con i cronisti alla Camera della vicenda del presidente della commissione di Vigilanza Rai, Riccardo Villari, ha lasciato cadere l’ipotesi di una soluzione legislativa che di fatto comporti la decadenza del senatore Pd dall’incarico: “Quando le massime cariche dello Stato fanno quello che hanno fatto” in termini di moral suasion “gli unici che non possono dire nulla sono quelli che lo hanno portato lì”. Categorico. Dunque Villari, piaccia o non piaccia, è il presidente e Veltroni e soci devono mettersi il cuore in pace.
Intanto questa mattina il presidente Villari, conversando con i cronisti nel Transatlantico alla Camera, ribadiva la sua determinazione ad andare avanti nel lavoro a palazzo San Macuto: “Mi sono proposto un obiettivo: riproporre il protagonismo della commissione. Ci sono tante cose da fare, ci sono le commissioni dell’Accesso da attivare, c’è da definire il regolamento per la par condicio in vista delle elezioni in Abruzzo, ci sono le interrogazioni dei parlamentari su temi specifici”. Tra i prossimi impegni, anche quello del rinnovo del Cda Rai: "Ma su questo io non penso nulla. Deve essere un percorso condiviso, da parte di tutti". Mancavano poche alla riunione dell'Ufficio di presidenza, cui il Pd non avrebbe preso parte: “Vediamo, io lavoro per coinvolgere tutti. Ho sentito anche Morri”, capogruppo Pd in commissione.
Quest’ultimo, Fabrizio Morri, da parte sua, aveva sottolineato di avergli “ribadito che il Pd andrà alle convocazioni della Vigilanza soltanto quando recheranno all’ordine del giorno le sue dimissioni e l’elezione di Sergio Zavoli. Non si capisce proprio, quindi, a cosa gli giovi e per quali fini Villari finga di non comprendere”. Non si comprende, va chiosato, perché Morri non comprenda che Villari altro non fa che svolgere il compito al quale è stato regolarmente e democraticamente eletto. Democraticamente non democratically. E poi c’è il grande vecchio Zavoli. Quello che fa? Oggi al quotidiano “Affaritaliani.it” ha conferma di non voler intervenire sulla questione della Vigilanza Rai: “Intendo non parlare fino a quando la vicenda non sarà conclusa”. A fine legislatura insomma.
Oggi, nel pomeriggio, al termine dell'ufficio di presidenza, il presidente della Vigilanza Riccardo Villari ha sottolineato in maniera positiva il fatto che la bicamerale di fatto oggi abbia iniziato a lavorare. “La settimana entrante convocheremo una commissione plenaria. Abbiamo approvato il regolamento per l'Abruzzo con qualche ritardo, abbiamo fatto una ricognizione degli argomenti che sono sul tappeto anche per smaltire gli arretrati. La mia intenzione è che si concordi un certo percorso”.
Intanto il capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo Donadi, che si deve essere perso qualcosa, conversando con i giornalisti a Montecitorio, ha detto: “Questa vicenda ci ha nauseato. Villari è presidente di un organismo ormai totalmente delegittimato. Invitiamo l’opposizione a fare uno scatto d’orgoglio, a mettere da parte nomine lottizzate e partitocratiche, e a indicare nel cda Rai persone in base solo alla loro professionalità”. Parentesi: chi delegittima ciò che è legittimo, normalmente delegittima se stesso. Ma colgo male, o le parole di Donadi sembrano un “ma ciò che è fatto è fatto?”. Bah.
Intanto, se interessa, l'Assemblea degli Azionisti della RAI ha deciso di aggiornare nuovamente la riunione a giovedì 4 dicembre alle ore 12.00. Ne ha data notizia l'Ufficio Stampa di Viale Mazzini.
Veniamo ora invece a quanto scrivevano oggi i giornali. Ovviamente alcuni passi saranno ormai superati, ma è comunque un utile esercizio informativo. Si legge per sapere, in fin dei conti. E con Conti Paolo comincio da “Il Corriere della Sera” che sottotitola: “Il neopresidente pensa al rinnovo del cda. Ma Rosy Bindi insiste: «L’unica strada sono le dimissioni dell’intera commissione». Apocalittica. Ma che caspita ha di tanto miele la Vigilanza Rai? Da rendere isterica la Rosy. Il titolo è: “Villari, è scontro aperto Pdl-Pd. Zavoli: sulla graticola resto poco”.
Riccardo Villari va avanti e resta al suo posto di presidente della Vigilanza. Ha convocato per oggi alle 14 l’ufficio di presidenza per varare il regolamento della par condicio in vista delle elezioni in Abruzzo Il Pd diserterà i lavori finché all’ordine del giorno non ci saranno le sue dimissioni. L’Udc parteciperà ma, spiega Roberto Rao, «solo per ribadire al presidente la richiesta di dimissioni». Il Pdl invece parteciperà. La posizione è nota dopo la lettera di Gasparri-Bocchino-Cicchitto-Qua- gliariello al Corriere della Sera: «No alla mozione di sfiducia, la moral suasion è l’unica strada».
Ma Riccardo Villari ha in mente un piano di lavoro, affermando che «tra le priorità della Vigilanza c’è indubbiamente il ricambio dei vertici Rai e la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione. Atti dovuti che bisogna portare a compimento». Ieri il presidente eletto della Vigilanza aveva anche progettato una visita informale a Saxa Rubra, fissando appuntamenti con i direttori dei Tg. Ma poi qualcuno gli ha ricordato che un ingresso a Saxa senza un incontro con il presidente Claudio Petruccioli o il direttore generale Claudio Cappon, sarebbe sembrato quasi una provocazione protocollare: e molto peso avrebbe avuto l’imbarazzo registrato tra i giornalisti Rai. E la «visita informale», dalle 10 alle 15 con possibile colazione alla mensa, è stata annullata.
Ieri si sono diffuse alcune voci in Transatlantico, come un imminente blitz della maggioranza in Vigilanza col reintegro del vecchio Cda per nominare i successori dello scomparso Sandro Curzi e del dimissionario Gennaro Malgieri, divenuto senatore. «Pura fantasia», ride Italo Bocchino. «Sarebbe un gesto illegale perché il Cda è scaduto e l’assemblea dei soci Rai è già stata convocata da giugno», commenta Maurizio Gasparri, capogruppo pdl al Senato e autore della legge sulla Rai. Altra voce, priva di conferme, quella che immagina uno «scambio» per Villari col suo passaggio alla presidenza della futura commissione sui rifiuti, annunciata da Berlusconi.
Sergio Zavoli ai funerali di Sandro Curzi abbraccia a lungo Gianni Letta (che ha anche un rapido colloquio a parte con Walter Veltroni, da molti interpretato in «chiave Rai»). Poi commenta alle agenzie: «Sulla graticola non ci resterò più di tanto. Arrivato a un centimetro dal ridicolo, lascio. Ma la questione deve maturare in tempi brevi». Poi più tardi, a chi gli chiedeva spiegazioni: «Ma no, a dire la verità sulla graticola non mi ci sono mai sentito. E non intendo parlare di questa vicenda fino a quando non sarà doveroso farlo».
Walter Veltroni approfitta dell`incursione del finto Bruno Vespa per spiegare a Striscia la notizia: «C`è solo un modo per convincere Villari a lasciare la Vigilanza, offrirgli un posto al Napoli». Rosy Bindí ripete la sua tesi: «Se Villari non si dimetterà, si dovrà dimettere la commissione».
C’è da osservare che la trovata del Napoli era più de finto Bruno Vespa che del “finto” Walter Veltroni, e che Zavoli quel centimetro dal ridicolo lo ha superato già di almeno un paio di chilometri. In altro posti altri articoli di questa mattina.
1 commento:
Quella di Villari è l'ennesima porcata (vedi Compravendita) effettuata dal glande Berlusconi
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