Da “Il Foglio” di martedì 18 novembre scorso riprendo questo “La trattativa segreta tra W. e Tonino e i tre sondaggi del Cav. Altro che Trento, nel Pd circola un numeretto da brividi: ventotto”.
Sondaggi uno.
La vittoria nelle elezioni provinciali a Trento ha fatto cantare vittoria al Partito democratico e gli ha dato un po’ di respiro. Soprattutto è servita a Walter Veltroni per tentare di assopire le polemiche interne. Ma se il leader del Pd sapesse quel che dicono i sondaggi riservati del Pdl su quel voto avrebbe di che preoccuparsi. Spalmando quel voto sul territorio nazionale il Partito democratico raggiunge a mala pena il 28 per cento, cioè ben cinque punti percentuale in meno di quanto aveva ottenuto alle elezioni politiche. Dunque, c’è assai poco da gioire anche per la vittoria alla provincia di Trento.
Sondaggi due.
La macchina dei sondaggi dei centrodestra non si ferma mai e individua un nuovo pericolo per il Partito democratico. Un pericolo alla sua sinistra. E non si tratta del Prc di Paolo Ferrero, dei verdi di Grazia Francescato e tanto meno dei comunisti italiani di Oliviero Diliberto. Il pericolo ha un altro simbolo e, soprattutto, un altro nome. Sinistra democratica. Sì, avete capito bene, proprio quella di Claudio Fava e Fabio Mussi a cui molti non darebbero una lira, pardon, un euro. Ma, non per loro merito, i transfughi dei Ds che hanno dato vita a questo movimento, possono togliere voti al Pd.
Come, si dirà, visto che ciò non è avvenuto alle scorse elezioni politiche? Perché mai la Sd di Fava dovrebbe riuscire a ottenere alle europee ciò che non è riuscita a conquistare alle scorse consultazioni? Semplice, l’altra volta Fava si presentò insieme con tutta la compagnia di giro della sinistra: con Rifondazione, Verdi, Pdci, e un nome - Arcobaleno - che tira poco. Quel che invece, secondo gli studi fatti dai sondaggisti del Pdl, attrae è la definizione sinistra democratica, è quella che può convogliare i voti di una parte del Pd.
Secondo queste rilevazioni, allora, la Sd di Fava e Mussi dovrebbe presentarsi da sola alle elezioni europee per riuscire a guadagnare una percentuale piccola ma non trascurabile. A meno che... A meno che non siano stati già sottoscritti dei patti segreti di non belligeranza con Walter Veltroni...
Sondaggi tre.
Ogni tanto si legge o si sente dire: il Pdl è preoccupato perché la Lega schizza in alto nei sondaggi. Ma a sentire gli esperti di fiducia di Forza Italia non è così, perché il Carroccio è sovrastimato. Meglio, comunque che Umberto Bossi pensi di andare più che bene con questa linea politica, perché così non creerà troppi problemi al governo...
A ognuno il suo portavoce.
Raccontano che Pier Ferdinando Casini si sia arrabbiato con Lorenzo Cesa, reo di aver scelto come portavoce Francesco Pionati che poi ha abbandonato l’Udc per “amor” di Berlusconi e, dicono, anche per il posto di sindaco di Avellino. Ma Cesa non ci è stato a farsi maltrattare: “Vogliamo parlare di te che avevi scelto Baccíni?” Ossia il primo dell’Udc a convolare a nozze con il Cavaliere.
Rosa, rosae.
Povero Veltroni, gli hanno accollato anche il cattivo esito della vicenda della commissione dì Vigilanza Rai. Ma che cosa doveva fare il segretario del Partito democratico? L’ultimo giorno prima del voto ha provato a convincere Antonio Di Pietro di rinunciare a Leoluca Orlando, o quantomeno dare una rosa di nomi. Sapete come ha risposto il leader dell’Italia dei valori? Con una mini rosa. Accanto al nome dell’ex sindaco di Palermo ce n’era solo un altro, quello di Pancho Pardi. In parole povere, una provocazione...
Sondaggi uno.
La vittoria nelle elezioni provinciali a Trento ha fatto cantare vittoria al Partito democratico e gli ha dato un po’ di respiro. Soprattutto è servita a Walter Veltroni per tentare di assopire le polemiche interne. Ma se il leader del Pd sapesse quel che dicono i sondaggi riservati del Pdl su quel voto avrebbe di che preoccuparsi. Spalmando quel voto sul territorio nazionale il Partito democratico raggiunge a mala pena il 28 per cento, cioè ben cinque punti percentuale in meno di quanto aveva ottenuto alle elezioni politiche. Dunque, c’è assai poco da gioire anche per la vittoria alla provincia di Trento.
Sondaggi due.
La macchina dei sondaggi dei centrodestra non si ferma mai e individua un nuovo pericolo per il Partito democratico. Un pericolo alla sua sinistra. E non si tratta del Prc di Paolo Ferrero, dei verdi di Grazia Francescato e tanto meno dei comunisti italiani di Oliviero Diliberto. Il pericolo ha un altro simbolo e, soprattutto, un altro nome. Sinistra democratica. Sì, avete capito bene, proprio quella di Claudio Fava e Fabio Mussi a cui molti non darebbero una lira, pardon, un euro. Ma, non per loro merito, i transfughi dei Ds che hanno dato vita a questo movimento, possono togliere voti al Pd.
Come, si dirà, visto che ciò non è avvenuto alle scorse elezioni politiche? Perché mai la Sd di Fava dovrebbe riuscire a ottenere alle europee ciò che non è riuscita a conquistare alle scorse consultazioni? Semplice, l’altra volta Fava si presentò insieme con tutta la compagnia di giro della sinistra: con Rifondazione, Verdi, Pdci, e un nome - Arcobaleno - che tira poco. Quel che invece, secondo gli studi fatti dai sondaggisti del Pdl, attrae è la definizione sinistra democratica, è quella che può convogliare i voti di una parte del Pd.
Secondo queste rilevazioni, allora, la Sd di Fava e Mussi dovrebbe presentarsi da sola alle elezioni europee per riuscire a guadagnare una percentuale piccola ma non trascurabile. A meno che... A meno che non siano stati già sottoscritti dei patti segreti di non belligeranza con Walter Veltroni...
Sondaggi tre.
Ogni tanto si legge o si sente dire: il Pdl è preoccupato perché la Lega schizza in alto nei sondaggi. Ma a sentire gli esperti di fiducia di Forza Italia non è così, perché il Carroccio è sovrastimato. Meglio, comunque che Umberto Bossi pensi di andare più che bene con questa linea politica, perché così non creerà troppi problemi al governo...
A ognuno il suo portavoce.
Raccontano che Pier Ferdinando Casini si sia arrabbiato con Lorenzo Cesa, reo di aver scelto come portavoce Francesco Pionati che poi ha abbandonato l’Udc per “amor” di Berlusconi e, dicono, anche per il posto di sindaco di Avellino. Ma Cesa non ci è stato a farsi maltrattare: “Vogliamo parlare di te che avevi scelto Baccíni?” Ossia il primo dell’Udc a convolare a nozze con il Cavaliere.
Rosa, rosae.
Povero Veltroni, gli hanno accollato anche il cattivo esito della vicenda della commissione dì Vigilanza Rai. Ma che cosa doveva fare il segretario del Partito democratico? L’ultimo giorno prima del voto ha provato a convincere Antonio Di Pietro di rinunciare a Leoluca Orlando, o quantomeno dare una rosa di nomi. Sapete come ha risposto il leader dell’Italia dei valori? Con una mini rosa. Accanto al nome dell’ex sindaco di Palermo ce n’era solo un altro, quello di Pancho Pardi. In parole povere, una provocazione...
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