domenica 23 novembre 2008

Perché Zavoli?

Ho ricevuto oggi una segnalazione di un post pubblicato sul sito Web “Fai notizia – giornalismo partecipativo” che più sotto ripropongo. Il pezzo di Massimo Greco si propone di indagare il perché della scelta di Sergio Zavoli come panacea di tutti i mali nella vicenda della presidenza della commissione parlamentare di Vigilanza Rai. Il tutto nei classici termini della teoria della cospirazione. Per vedere la pagina originale cliccate qui. Nella pagina troverete anche un filmato di YouTube che riporta un brano dell’intervista di Amadeo Bordiga rilasciata a Sergio Zavoli, se non ricordo male, il 12 novembre 1969 e trasmessa due anni dopo nel programma “Nascita di una dittatura”, preso come prova della tesi cospiratoria. C’è da dire che i troppi segreti italiani che si continuano a mantenere tali, favoriscono anche in situazioni di banale diatriba politica teorie dietrologiche che facilmente prendono il volo verso orizzonti fantastici. Certamente Zavoli è comodo ad entrambi gli schieramenti. Solo personaggi “comodi” avanzano nella carriera fino ai posti più elevati e di prestigio. Da sempre. Ma non esageriamo. Villari è stato uno scherzo novembrino di qualcuno a Veltroni. Letta si è immischiato avendo ben chiaro che in Parlamento al fronte unico della destra deve corrispondere un fronte unico dall’altra parte per mantenere unito il nuovo soggetto politico che è nato l’altro ieri. Perché la frammentazione porta frammentazione, poiché in tal caso per contare bastano piccoli numeri. Zavoli, tirato fuori dal cappello come un coniglio dai piddini, con un uso simile a quello dei senatori a vita durante il governo Prodi, cioè un uso spregiudicato dello “sputtanamento secondo Macchiavelli”, proprio per la sua carriera “affidabile” tornava comodo di fronte all’opinione pubblica, anche a Letta. Del resto Zavoli non aveva “debuttato” nel 1943 sul periodico studentesco fascista riminese “Testa di Ponte”, esaltando il “grande momento” del regime e la fiducia nel futuro voluto dal duce: “arriveremo!”? Di lui il poeta Elio Ferrari non aveva scritto in “La Gazzetta di Rimini” del 21 ottobre 1989: «A Rimini chi non lo vedeva in divisa e con il mitra a tracolla (teste Stelio Urbinati) pure alla colonia Montalti?», sede del fascio repubblichino? Fu poi vicino al PSI, cosa che gli fruttò dal 1980 al 1986 la presidenza della RAI. Nel 1981 pubblicò il suo primo libro, il famoso “Socialista di Dio”. Dopo il reportage “Nostra padrona televisione”, nel 1994 entrò in politica con i Democratici di Sinistra. Eletto al Senato per la prima volta nel 2001 e da allora vi staziona. Un uomo insomma di ampie vedute o meglio un caleidoscopio che da qualunque parte lo si guarda, “funziona”. Ma vediamo il testo segnalato. Ognuno è liberissimo di arzigogolarci sopra.

Vigilanza RAI: L'INCIUCIO ZAVOLI
Dimostrare il perché dell'Inciucio "Zavoli" nella vicenda della Commissione di Vigilanza Parlamentare sul servizio Pubblico radiotelevisivo.
Perché Zavoli va bene a Maggioranza ed "opposizione".
Sergio Zavoli potrebbe passare per una normale figura di "rispetto" per i ruoli che ha ricoperto, in passato, nella RAI ed in Parlamento. La classica figura di fronte alla quale tutti si inchinano o si tolgono il cappello. Ehm, scusate, la coppola.
Grande giornalista, "onesto", dalla "professionalità ineccepibile"... e così via con i luoghi comuni classici dell'orwellianità all'Italiana. Piace alla "sinistra" o "ex sinistra" o come la si vuol chiamare... Sta bene, anzi benissimo al Governo. Tanto da indurre gli stessi esponenti della Maggioranza, ed alcune delle massime cariche istituzionali a premere, più che i veltroniani stessi, sul Villari per le dimissioni.
Già da soli, questi semplicissimi elementi, ma non semplicistici, dovrebbero indurre il lettore attento almeno ad una verifica o a diffidare di un processo in atto.
Ennesima Figura insipida? Classica espressione della "partitocrazia" ?
Troppo semplice.
Troppo banale come ipotesi.
Bisogna andare più a fondo. Bisogna contare i peli del culo. Fare della sana quanto scomodissima "dietrologia". Scardinare l'infezione troia dei luoghi comuni e del "political correct" addomesticato, ed addomesticante, alla Gianni Riotta.
Naturalmente chi promuove questa "inchiesta" parte dal presupposto, non da ora, che viviamo in un Regime. Un Regime dove il ruolo delle Parti nel "gioco" democratico è ridotto ad un grande imbroglio e che se esiste una qualche forma di contrapposizione o "competizione" lo si deve a mere ragioni di mercato, dove il prodotto è avariato, non originale, e, inciucisticamente, truccato.
Se non si condivide, o meglio, non si riconosce questo presupposto al promotore... è probabilmente INUTILE venire a capo di qualunque cosa. Si rischia di perder tempo. Meglio cambiare canale.
Sergio Zavoli è il garante di un Imbroglio Storico ed Informativo che si trascina da OLTRE mezzo secolo.
A dimostrazione del Fatto, o dato di Fatto, che "le danze dei fascicoli riservati" conservano a tutt'oggi il 100% di integrità e potenzialità in materia di ricatti, pressioni, scambi, carriere, inciuci, occultamenti, archivi segreti, manipolazioni, operazioni di Forbice.
Chi meglio di Lui a "Garanzia" del Servizio Pubblico Radiotelevisivo?
Zavoli è l'unico giornalista, al mondo, che è riuscito ad intervistare L'Innominabile. Il vero Fondatore del Partito Comunista.
Il Reale propugnatore ed autore della Scissione di Livorno del 1921.
Bastano solo queste considerazioni, su quanto appena detto, anzi LO AFFERMO e rivendico, per intuire qualcosa che ha a che fare con la smentita, la demolizione più totale, assoluta, di circa SESSANT'ANNI di storiografia Ufficiale, di personaggi "Mito", di Carriere, di Politica, di baronie universitarie, editoriali e bibliotecarie. Ed archivistiche.
E di segreti di Stato.

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