Ancora dai giornali di oggi sul caso della Vigilanza Rai. “Il Sole 24 Ore” ritorna ad evidenziare la posizione di Veltroni titolando “Veltroni: Berlusconi applichi l`accordo sulla Vigilanza”. L’articolo contiene anche altre informazioni sulle televisioni quasi un segno che forse ci si cominci a fare una ragione della realtà delle cose.
Il leader del Pd, Walter Veltroni, chiede al Governo e alla maggioranza di dare attuazione all’intesa su Sergio Zavoli alla Vigilanza. Riccardo Villari, da parte sua, va avanti e convoca per giovedì prossimo il presidente e il direttore generale della Rai davanti alla commissione. Veltroni si è pronunciato ieri sull’intesa trovata tra i due schieramenti, dopo che il centro-destra ha votato per Villari insieme a due esponenti dell’opposizione. «C’è un’intesa - ha detto il segretario del Pd - e se una delle due parti che l’hanno siglata per eleggere un galantuomo alla guida della commissione (Zavoli, ndr) non crea le condizioni per attuarla, “non è una bella cosa”. Non sono assolutamente preoccupato per questa situazione. Lo sono solo per le istituzioni. Mi auguro che il problema venga risolto, altrimenti sarebbe un problema». Nella prossima settimana, forse giovedì, si terrà l’assemblea del gruppo Pd al Senato per discutere il ricorso del neo presidente della Vigilanza, contrario alla sua esclusione dal gruppo.
Sul fronte televisivo, intanto, Enrico Mentana ha ufficializzato la vittoria del suo Matrix nel periodo di garanzia autunnale: «Siamo il miglior programma per quota di ascolto in seconda serata, d’informazione e non. E abbiamo, superato Porta a Porta». Matrix ha una share, ossia una quota di ascolto sui tv accesi, del 18,2% sul totale individui, dal 7 settembre al 26 novembre, contro il 17,3% del programma di Bruno Vespa. Il quale replica confrontando solo le due serate nelle quali i due programmi vanno in onda contemporaneamente, il lunedì e il mercoledì. In questo caso Porta a Porta è in lieve vantaggio.
Non si comprende bene – e ce lo dovrebbero spiegare - perché Zavoli sia un galantuomo e Villari no. Questo strano metro di misura è sfruttato da “Il Tempo” per scrivere una sorta di nota di colore dal titolo significativo già di per se stesso: “L’appestato”. Occhiello: “Pizzi...cato. A Palazzo delle Esposizioni nessuno vuole parlare con íl presidente della Vigilanza Rai”. Sottotitolo: “Tutti evitano Villari e lui prepara le nomine”. Il pezzo è di Fabrizio dell’Orefice.
Ormai è l’Appestato. L’Appestato della politica. Nessuno lo vuole incontrare, lo vuole vedere. Lui è sempre al telefonino ma nessun deputato o senatore è disponibile ad ammettere di averci parlato al telefono. Sono giorni insoliti quelli di Riccardo Villari, presidente del fantomatico Napoli Club Montecitorio (un centinaio di iscritti paganti e una sola iniziativa) e da un paio di settimane presidente anche della Commissione di Vigilanza Rai. Tutti lo evitano. Pubblicamente tutti cercano di non stringergli la mano. L’altra sera, per esempio, Riccardino - così lo chiamano a Napoli – s’è presentato al premio Pimby («Please in my back yard», filosofia che ispira la propria attività in opposizione alla sindrome «Not in my back yard» che affligge coloro che si battono contro la costruzioni di opere pubbliche) al Palazzo delle Esposizioni. Giunto accompagnato da una signora bionda, Villari s’è sistemato al suo tavolo. Quando ha visto arrivare Gianni Letta, s’è alzato per corrergli incontro e salutarlo. Ma il sottosegretario l’ha ricambiato con una stretta di mano di cortesia. L’unico a parlarci è stato Antonio Polito, direttore del Riformista.
Villari ha mangiato con gusto le varie pietanze e spesso si è allontanato per parlare al telefonino. Ieri gli è toccato essere sfottuto anche da Striscia la notizia, che lo ha fatto inseguire dal finto Bruno Vespa che lo prendeva in giro. In Vigilanza va avanti (anche se il Pd non partecipa ai lavori della commissione). Per la settimana prossima saranno avviate le audizioni. Si comincia da presidente e direttore generale della Rai, il 4 dicembre. Dopo Petruccioli e Cappon è possibile che si proceda con le audizioni dei direttori di rete e di testate. Poi sarà l’ora delle nomine, visto che il consiglio di amministrazione della Rai è scaduto da maggio. Veltroni chiama in causa Berlusconi: «Faccia rispettare i patti», dice riferendosi all’intesa raggiunta sulla presidenza candidando Sergio Zavoli. Dal Pdl fanno spallucce. Addirittura il ministro Gianfranco Rotondi rilancia: «Villari è giusto che vada avanti, continui nel suo percorso, a sbagliare non è stato lui ed è giusto che guidi la commissione di Vigilanza. Se mi chiede chi vedrei bene come presidente della Rai, le rispondo senza alcun dubbio Marco Follini, anche lui democristiano come me». Lui Riccardino s’allarga anche contro La7 «rea» di aver criticato la Rai.
Il leader del Pd, Walter Veltroni, chiede al Governo e alla maggioranza di dare attuazione all’intesa su Sergio Zavoli alla Vigilanza. Riccardo Villari, da parte sua, va avanti e convoca per giovedì prossimo il presidente e il direttore generale della Rai davanti alla commissione. Veltroni si è pronunciato ieri sull’intesa trovata tra i due schieramenti, dopo che il centro-destra ha votato per Villari insieme a due esponenti dell’opposizione. «C’è un’intesa - ha detto il segretario del Pd - e se una delle due parti che l’hanno siglata per eleggere un galantuomo alla guida della commissione (Zavoli, ndr) non crea le condizioni per attuarla, “non è una bella cosa”. Non sono assolutamente preoccupato per questa situazione. Lo sono solo per le istituzioni. Mi auguro che il problema venga risolto, altrimenti sarebbe un problema». Nella prossima settimana, forse giovedì, si terrà l’assemblea del gruppo Pd al Senato per discutere il ricorso del neo presidente della Vigilanza, contrario alla sua esclusione dal gruppo.
Sul fronte televisivo, intanto, Enrico Mentana ha ufficializzato la vittoria del suo Matrix nel periodo di garanzia autunnale: «Siamo il miglior programma per quota di ascolto in seconda serata, d’informazione e non. E abbiamo, superato Porta a Porta». Matrix ha una share, ossia una quota di ascolto sui tv accesi, del 18,2% sul totale individui, dal 7 settembre al 26 novembre, contro il 17,3% del programma di Bruno Vespa. Il quale replica confrontando solo le due serate nelle quali i due programmi vanno in onda contemporaneamente, il lunedì e il mercoledì. In questo caso Porta a Porta è in lieve vantaggio.
Non si comprende bene – e ce lo dovrebbero spiegare - perché Zavoli sia un galantuomo e Villari no. Questo strano metro di misura è sfruttato da “Il Tempo” per scrivere una sorta di nota di colore dal titolo significativo già di per se stesso: “L’appestato”. Occhiello: “Pizzi...cato. A Palazzo delle Esposizioni nessuno vuole parlare con íl presidente della Vigilanza Rai”. Sottotitolo: “Tutti evitano Villari e lui prepara le nomine”. Il pezzo è di Fabrizio dell’Orefice.
Ormai è l’Appestato. L’Appestato della politica. Nessuno lo vuole incontrare, lo vuole vedere. Lui è sempre al telefonino ma nessun deputato o senatore è disponibile ad ammettere di averci parlato al telefono. Sono giorni insoliti quelli di Riccardo Villari, presidente del fantomatico Napoli Club Montecitorio (un centinaio di iscritti paganti e una sola iniziativa) e da un paio di settimane presidente anche della Commissione di Vigilanza Rai. Tutti lo evitano. Pubblicamente tutti cercano di non stringergli la mano. L’altra sera, per esempio, Riccardino - così lo chiamano a Napoli – s’è presentato al premio Pimby («Please in my back yard», filosofia che ispira la propria attività in opposizione alla sindrome «Not in my back yard» che affligge coloro che si battono contro la costruzioni di opere pubbliche) al Palazzo delle Esposizioni. Giunto accompagnato da una signora bionda, Villari s’è sistemato al suo tavolo. Quando ha visto arrivare Gianni Letta, s’è alzato per corrergli incontro e salutarlo. Ma il sottosegretario l’ha ricambiato con una stretta di mano di cortesia. L’unico a parlarci è stato Antonio Polito, direttore del Riformista.
Villari ha mangiato con gusto le varie pietanze e spesso si è allontanato per parlare al telefonino. Ieri gli è toccato essere sfottuto anche da Striscia la notizia, che lo ha fatto inseguire dal finto Bruno Vespa che lo prendeva in giro. In Vigilanza va avanti (anche se il Pd non partecipa ai lavori della commissione). Per la settimana prossima saranno avviate le audizioni. Si comincia da presidente e direttore generale della Rai, il 4 dicembre. Dopo Petruccioli e Cappon è possibile che si proceda con le audizioni dei direttori di rete e di testate. Poi sarà l’ora delle nomine, visto che il consiglio di amministrazione della Rai è scaduto da maggio. Veltroni chiama in causa Berlusconi: «Faccia rispettare i patti», dice riferendosi all’intesa raggiunta sulla presidenza candidando Sergio Zavoli. Dal Pdl fanno spallucce. Addirittura il ministro Gianfranco Rotondi rilancia: «Villari è giusto che vada avanti, continui nel suo percorso, a sbagliare non è stato lui ed è giusto che guidi la commissione di Vigilanza. Se mi chiede chi vedrei bene come presidente della Rai, le rispondo senza alcun dubbio Marco Follini, anche lui democristiano come me». Lui Riccardino s’allarga anche contro La7 «rea» di aver criticato la Rai.
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