Continuo a raccogliere dalla stampa quotidiana ritagli che riguardano Riccardo Villari. Il sospetto che viene, comunque, è che si cerchi di fare di Villari il polverone utile per nascondere altre magagne all’interno dei due schieramenti – che ci sono – e per distrarre l’attenzione sull’avanspettacolo piuttosto che farla concentrare sul dramma, su temi di reale quotidianità della gente. Una telenovela o una soap opera per distrarre casalinghi e casalinghe intenti a far quadrare i conti dai loro problemi sempre più pressanti di tirare a fine mese con quattro euro che si ritrovano in tasca. L’articolo ripreso in questo post è di Claudio Sardo per “Il Messaggero” di oggi. Titolo autoesplicante: “La Vigilanza Rai, «Perché tante pressioni per farmi fuori?»
A chi gli chiede il perché di questa ostinata resistenza contro tutti (o quasi), Riccardo Villari risponde che lui vuole «lavorare» e «contribuire a far funzionare la commissione». Si è imposto di rispondere sempre con cortesia, di evitare la polemica frontale, di tentare lo slalom tra i macigni che gli cadono sulla strada. È la sua linea di resistenza: uscire dall’occhio del ciclone e sperare che non passi nel Pdl la linea della diserzione di massa dalla commissione. Anche se con qualche amico Villari si è sfogato, ribaltando le accuse di complotto lanciate contro di lui: «Ma vi rendete conto a quali e quante pressioni vengo sottoposto? Vi sembra normale che si sparino tante cannonate contro un singolo parlamentare? Perché tutto questo per la commissione di Vigilanza Rai?» Ieri Villari ha visto la partita del Napoli allo stadio, accanto al presidente De Laurentiis. Ha parlato anche con Clemente Mastella, “inviato” del programma della Ventura. E il leader Udeur gli ha consigliato di restare. «Guarda cosa mi è capitato dopo che mi sono dimnesso». Poi, tutti a esultare al gol di Hamsik. In serata Villari è tornato a Roma. Pronto a cominciare la sua prima settimana da presidente «operativo».
Perché, nonostante le polemiche e una prudenza tattica a convocare subito il plenum della commissione, Villari si è dato già un programma di lavoro per i prossimi giorni. Tanto per cominciare, sempre ieri, ha scritto la sua prima lettera, ad Angela Buttiglione, direttore della Tgr, per suggerire nientemeno che «inchieste, servizi e reportage» delle redazioni regionali al fine di individuare «le situazioni maggiormente a rischio negli edifici scolastici». «La mia idea - dice - è rafforzare l’alleanza tra servizio pubblico e cittadini». Mobilitando il giornalismo «d’inchiesta» e «la forza visiva dell’informazione tv per informare, denunciare, segnalare».
In Abruzzo Berlusconi ha definito «kafkiana» la situazione della Vigilanza Rai e ha aggiunto: «Non possiamo incidere su nulla». La replica di Villari è stata: «Mi sento un personaggio reale e non letterario». Si domandava però cosa potesse significare quel «non possiamo fare nulla» del Cavaliere dopo la battuta di Umberto Bossi: «Villari è stato eletto perché non si dimetta. Avevamo la certezza che tenesse». Secondo Giorgio Merlo (Pd), il disegno di Berlusconi «è ridicolizzare la Vigilanza Rai e l’intero servizio pubblico». L’Udc sembra disposta a rispondere solo alla prima convocazione di Villari: senza le sue dimissioni, l’orientamento dei centristi è di non partecipare più lavori come farà il Pd. Dal ministro Gianfranco Rotondi però ieri è arrivato a Villari un invito a restare. E queste sono dichiarazioni che all’interessato non sfuggono.
Comunque, la lettera alla Buttiglione non è la sola iniziativa che Villari ha deciso di intraprendere. Stamane sarà ai funerali di Sandro Curzi. Ed è sua intenzione convocare quanto prima i direttori dei tg per discutere con loro del rapporto tra l’informazione e la percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Tema sollevato da una recente indagine di Demos e dell’Osservatorio di Pavia. L’idea di Villari è di parlare tra oggi e domani con l’ufficio di presidenza della commissione, magari in modo informale.
Ufficiale sarà invece la riunione, probabilmente domani, per il regolamento relativo alle elezioni regionali in Abruzzo. Appena eletto Villari ha inviatò una bozza all’Autority delle telecomunicazioni e oggi attende le osservazioni per le vie brevi. Il varo del regolamento rientra tra gli atti dovuti della commissione. Dunque, in questo caso, Villari pensa che la convocazione formale dell’ufficio di presidenza non dovrebbe essere disattesa. È la linea di resistenza. «Sia chiaro - spiega Villari - ho il massimo rispetto per le critiche politiche, ma io provo a lavorare...».
A chi gli chiede il perché di questa ostinata resistenza contro tutti (o quasi), Riccardo Villari risponde che lui vuole «lavorare» e «contribuire a far funzionare la commissione». Si è imposto di rispondere sempre con cortesia, di evitare la polemica frontale, di tentare lo slalom tra i macigni che gli cadono sulla strada. È la sua linea di resistenza: uscire dall’occhio del ciclone e sperare che non passi nel Pdl la linea della diserzione di massa dalla commissione. Anche se con qualche amico Villari si è sfogato, ribaltando le accuse di complotto lanciate contro di lui: «Ma vi rendete conto a quali e quante pressioni vengo sottoposto? Vi sembra normale che si sparino tante cannonate contro un singolo parlamentare? Perché tutto questo per la commissione di Vigilanza Rai?» Ieri Villari ha visto la partita del Napoli allo stadio, accanto al presidente De Laurentiis. Ha parlato anche con Clemente Mastella, “inviato” del programma della Ventura. E il leader Udeur gli ha consigliato di restare. «Guarda cosa mi è capitato dopo che mi sono dimnesso». Poi, tutti a esultare al gol di Hamsik. In serata Villari è tornato a Roma. Pronto a cominciare la sua prima settimana da presidente «operativo».
Perché, nonostante le polemiche e una prudenza tattica a convocare subito il plenum della commissione, Villari si è dato già un programma di lavoro per i prossimi giorni. Tanto per cominciare, sempre ieri, ha scritto la sua prima lettera, ad Angela Buttiglione, direttore della Tgr, per suggerire nientemeno che «inchieste, servizi e reportage» delle redazioni regionali al fine di individuare «le situazioni maggiormente a rischio negli edifici scolastici». «La mia idea - dice - è rafforzare l’alleanza tra servizio pubblico e cittadini». Mobilitando il giornalismo «d’inchiesta» e «la forza visiva dell’informazione tv per informare, denunciare, segnalare».
In Abruzzo Berlusconi ha definito «kafkiana» la situazione della Vigilanza Rai e ha aggiunto: «Non possiamo incidere su nulla». La replica di Villari è stata: «Mi sento un personaggio reale e non letterario». Si domandava però cosa potesse significare quel «non possiamo fare nulla» del Cavaliere dopo la battuta di Umberto Bossi: «Villari è stato eletto perché non si dimetta. Avevamo la certezza che tenesse». Secondo Giorgio Merlo (Pd), il disegno di Berlusconi «è ridicolizzare la Vigilanza Rai e l’intero servizio pubblico». L’Udc sembra disposta a rispondere solo alla prima convocazione di Villari: senza le sue dimissioni, l’orientamento dei centristi è di non partecipare più lavori come farà il Pd. Dal ministro Gianfranco Rotondi però ieri è arrivato a Villari un invito a restare. E queste sono dichiarazioni che all’interessato non sfuggono.
Comunque, la lettera alla Buttiglione non è la sola iniziativa che Villari ha deciso di intraprendere. Stamane sarà ai funerali di Sandro Curzi. Ed è sua intenzione convocare quanto prima i direttori dei tg per discutere con loro del rapporto tra l’informazione e la percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Tema sollevato da una recente indagine di Demos e dell’Osservatorio di Pavia. L’idea di Villari è di parlare tra oggi e domani con l’ufficio di presidenza della commissione, magari in modo informale.
Ufficiale sarà invece la riunione, probabilmente domani, per il regolamento relativo alle elezioni regionali in Abruzzo. Appena eletto Villari ha inviatò una bozza all’Autority delle telecomunicazioni e oggi attende le osservazioni per le vie brevi. Il varo del regolamento rientra tra gli atti dovuti della commissione. Dunque, in questo caso, Villari pensa che la convocazione formale dell’ufficio di presidenza non dovrebbe essere disattesa. È la linea di resistenza. «Sia chiaro - spiega Villari - ho il massimo rispetto per le critiche politiche, ma io provo a lavorare...».
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