giovedì 20 novembre 2008

Immigrazione, crisi e sinistra razzista

Ieri “Il Giornale” ha pubblicato un’intervista al sindaco di Verona Flavio Tosi, raccolta da Matthias Pfaender, titolo: «Un’idea illegale e razzista. Così diventiamo il Bengodi».

«È un atto illegale, e politicamente un errore. La dirigenza di una certa sinistra non ha davvero più idea di dove stia andando il Paese». Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, boccia così la proposta di legge della regione Toscana, che prevede per i clandestini l’accesso a mense e dormitori pubblici, oltre che ai servizi sanitari.
Del resto anche voi della Lega chiedete modifiche circa le regole sull’erogazione di servizi sanitari ai clandestini. Però in chiave opposta. «Un attimo. Dobbiamo essere chiari. L’immigrato irregolare che necessita cure urgenti e indifferibili, le riceve già, e ci mancherebbe altro. E nessuno della Lega si sognerebbe di cambiare questo».
E cosa chiedete allora? «Chiediamo che, diversamente da quanto previsto ora, il clandestino una volta curato negli ospedali italiani venga poi identificato e segnalato».
In Toscana invece si vuole estendere il divieto di denuncia dei clandestini anche nei dormitori e nelle mense. «Proprio una bella idea. Come ho già detto, è illegale. E razzista».
Prego? «Razzista verso gli italiani. In questo caso verso i toscani. Se tu politico parifichi l’irregolare al resto della cittadinanza, esponi la tua gente a sicuri rischi, sociali e di ordine pubblico».
A Firenze dicono che saranno tutelati di più anche gli italiani, visto che curare gli irregolari permetterà, ad esempio, di eliminare possibili focolai di malattie contagiose. «Ma questo è già garantito dalla legge. Se questo è il punto di forza delle loro argomentazioni... E poi, in giunta pensano davvero che questo possa compensare i problemi legati all’aumento di irregolari? Già siamo additati all’estero come il Paese del Bengodi, se poi circola la notizia che c’è una regione dove, da clandestino, puoi avere da mangiare e dormire gratis, rischiamo di peggiorare la situazione. Che oggi non è peraltro facile».
Già, la crisi. Sembra che anche la Cgil se ne sia accorta. L’altro ieri la sezione di Treviso ha chiesto di fermare nuovi arrivi di immigrati. «Una richiesta logica. Non serve essere un economista per sapere che i tempi duri sono appena arrivati, e che, probabilmente, peggioreranno. Ora, come amministratore, devo essere realista».
E da dove si inizia? «Prendendo atto che una città, una regione, una nazione, sono dei sistemi economico-sociali ben definiti, e che hanno un limite di sostenibilità. Oggi siamo molto vicini a questo limite. Sarà già abbastanza dura per i cittadini italiani».
Anche nella ricca Verona? «Constato quotidianamente le difficoltà dei veronesi. So di persone che chiamano il comune per chiedere un posto di lavoro. E mica da impiegato. Qualsiasi tipo di lavoro. Ora, quando la crisi si aggraverà, gli italiani potranno contare su una rete sociale - familiari e amici - che gli darà una mano. Parallelo a questo ci sarà l’intervento dello Stato sociale. Ma per gli immigrati, che una volta senza lavoro per più di sei mesi diventeranno clandestini, quale aiuto ci potrà essere?».
Lei definisce questo tipo di ragionamento logico e pragmatico. Altri razzista e xenofobo. «Per carità. Chi dice cose del genere si legga le statistiche del Veneto, quelle che parlano di un territorio dove l’integrazione è realtà di tutti i giorni, di numeri record nel mondo del volontariato».
Anche di neonazisti però. Come i cinque che nel maggio scorso pestarono e uccisero un loro ventenne loro coetaneo, Nicola Tommasoli. «Quella tragedia è frutto della violenza di alcuni degenerati che hanno trovato sotto l’ombrello della tremenda ideologia neofascista una sorta di giustificazione. Non si tratta di razzismo, ma di delinquenza. Forse si dovrebbe ricordare che pestaggi e raid contro gli immigrati in Veneto non ce ne sono. A differenza invece di altre regioni, come l’Emilia Romana o la Liguria».
Però i giornalisti Giovanni Fasanella e Monica Zornetta scrivono nel loro libro «Terrore a Nordest» che il Triveneto è la culla degli estremismi. E che lei una volta disse: «Siamo tutti figli dei Führer».
«E per questo si beccheranno una querela grossa come una casa. Perché dibattito, critica e satira sono sempre leciti, ma un’offesa così falsa e vergognosa non la posso accettare».

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