mercoledì 5 novembre 2008

Isterismo democratico

L’insofferenza del Pd è molto spesso simile a quella d’un bambino geloso dei suoi giocattoli. Oggi la presidente del gruppo in Senato, Finocchiaro, si è sentita in dovere di intervenire in aula su una dichiarazione resa dal senatore Gasparri in merito all'elezione del Presidente degli Stati Uniti d'America nel corso di una trasmissione radiofonica di questa mattina. Un altro segno che l’isterismo ormai di fronte ad ogni minima contrarietà, intesa tale, al verbo veltroniano, in quel partito, non più incidente di percorso, sta diventando prassi. Quanto segue è il resoconto stenografico.
FINOCCHIARO (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINOCCHIARO (PD). Signor Presidente, ci riferiscono che, nel corso della trasmissione del GR3 di questa mattina, andata in onda alle ore 8,45, il presidente del Gruppo del Popolo della Libertà, senatore Gasparri, commentando l'elezione di Barack Obama avrebbe detto: «Su Obama gravano molti interrogativi; forse Al Qaeda sarà più contenta».
Naturalmente, come tutte le persone serie, ho il dovere del dubbio rispetto al fatto che il Presidente del Gruppo di maggioranza del Senato abbia pronunciato frasi del genere, perché, signor Presidente, la sua prolusione di questa mattina - che abbiamo molto apprezzato - ci dà il senso di come lei, seconda carica dello Stato, Presidente del Senato ed autorevolissimo membro di una coalizione politica che governa il Paese, abbia avuto la sensibilità e la saggezza di commentare - così come ha fatto - l'elezione del presidente Barack Obama.
Ma, se tali dichiarazioni corrispondessero al vero, credo che a nessuno in quest'Aula sfugga il fatto che una dichiarazione di questo genere mina, innanzitutto, i rapporti tra il nostro Paese e il nostro maggiore alleato; in secondo luogo, che il Governo italiano si trova, rispetto ad un'affermazione di questo genere, in una gravissima e delicatissima situazione. (Commenti dai banchi del PdL). Non capisco cosa ci sia da sorridere, colleghi!
Infine, in queste condizioni abbiamo ovviamente il dovere di chiedere immediatamente al presidente Gasparri, ove avesse pronunciato quelle parole, di ritrattare affermazioni così gravi, che possono avere conseguenze molto, molto serie.
Affido alla Presidenza questa nostra richiesta. Il brano è rintracciabile su Internet, ed il relativo audio può essere decrittato e sbobinato con l'apposito programma: crediamo che questo compito possa essere affidato agli uffici del Senato. Non si tratta, infatti, di una questione che riguarda la relazione tra la maggioranza e l'opposizione, come lei ben capisce, Presidente. Se poi il presidente Gasparri è nelle condizioni di dire che non ha fatto alcuna affermazione del genere, siamo tutti più sereni.
Abbiamo ritenuto di fare questo intervento per assumerci, per la nostra parte, la responsabilità della relazione tra l'Italia ed il suo maggiore alleato internazionale. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).
GASPARRI (PdL). Domando di parlare. (Brusìo).
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, scusate, un attimo di attenzione.
GASPARRI (PdL). Signor Presidente, nell'associarmi alle parole da lei pronunciate all'inizio della seduta odierna, nonché agli interventi svolti - tra cui quello del senatore Malan, che ha sottolineato il rilevante dato della partecipazione popolare e democratica che ha caratterizzato le elezioni americane - credo che la presidente Finocchiaro non abbia motivo di ergersi a nuovo portavoce della Presidenza degli Stati Uniti d'America, che certamente non credo si veda minacciata da giudizi e dibattiti. (Applausi dal Gruppo PdL). Mi pare, quindi, che il tono dell'intervento e del richiamo sia assolutamente eccessivo, sproporzionato e fuori luogo, anche perché attribuisce a mie opinioni conseguenze sulla politica internazionale che non sono così presuntuoso da immaginare. (Commenti dai banchi del Gruppo PD).
ZANDA (PD). Lo hai detto te!
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
GASPARRI (PdL). Detto questo, credo che uno dei temi fondamentali della campagna elettorale americana sia stato quello di come fronteggiare i problemi della lotta al terrorismo internazionale e della sicurezza del pianeta. È probabile che la presidenza Bush ed il Partito repubblicano abbiano pagato un prezzo per interventi nella lotta al terrorismo internazionale che, dall'Afghanistan all'Iraq, ho condiviso, ed è legittimo avere opinioni su questo. (Applausi dal Gruppo PdL. Commenti dai banchi del Gruppo PD).
Ci uniamo agli auguri di tutti al popolo americano ed al presidente Obama, che certamente farà scelte tali da garantire la continuità dell'impegno degli Stati Uniti d'America nella lotta al terrorismo, rispetto alla quale tutti hanno pagato un prezzo e gli Stati Uniti d'America, in particolare, hanno pagato il prezzo più drammatico nella storia dell'umanità. (Applausi dal Gruppo PdL. Commenti dai banchi del Gruppo PD).
PRESIDENTE. Colleghi, vorrei significare come l'Aula si sia in ogni caso trovata unanimemente d'accordo sull'auspicio di questa presidenza, cioè che la Presidenza Obama continui in un solco di speranza e di lavoro per un futuro di pace e di sicurezza nel mondo. Credo che questo sia l'auspicio di tutta l'Aula del Senato, e in questo senso invio auguri di buon lavoro al nuovo Presidente degli Stati Uniti.

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