Aluf Benn scrive oggi [mercoledì] su Haaretz che nessuna dichiarazione di sostegno e nessuna promessa può diminuire la paura che molti israeliani hanno del presidente eletto americano Barak Obama.
Una donna anziana di discendenza irachena dice a sua figlia: “Li ho visti ballare. Sono come gli arabi”. La figlia replica: “Lo so, sosterrà i palestinesi”.
“Questa è la nostra fine. Toglierà le sovvenzioni militari”, afferma un altro. Queste reazioni all’elezione di Barack Obama sono tipiche di molti israeliani. Queste persone identificano Obama, nero e avente Hussein come secondo nome, come un sostenitore degli oppressi nei paesi del Terzo Mondo, e temono che sarà automaticamente a fianco dei palestinesi.
Israele non è una delle principali preoccupazioni di Obama. Nel suo discorso di vittoria i suoi occhi stanchi rivelavano la sua spossatezza dopo una delle più lunghe campagne presidenziali nella storia degli Stati Uniti, e le sue preoccupazioni riguardo i gravi problemi che ora dovrà fronteggiare: salvare l’economia americana da una minacciosa recessione e mettere fine alle guerre in Iraq e in Afghanistan con un po’ di dignità. Come Obama ha detto, la strada è lunga, e i problemi non possono essere risolti nel corso di un anno o anche in un solo mandato.
Una donna anziana di discendenza irachena dice a sua figlia: “Li ho visti ballare. Sono come gli arabi”. La figlia replica: “Lo so, sosterrà i palestinesi”.
“Questa è la nostra fine. Toglierà le sovvenzioni militari”, afferma un altro. Queste reazioni all’elezione di Barack Obama sono tipiche di molti israeliani. Queste persone identificano Obama, nero e avente Hussein come secondo nome, come un sostenitore degli oppressi nei paesi del Terzo Mondo, e temono che sarà automaticamente a fianco dei palestinesi.
Israele non è una delle principali preoccupazioni di Obama. Nel suo discorso di vittoria i suoi occhi stanchi rivelavano la sua spossatezza dopo una delle più lunghe campagne presidenziali nella storia degli Stati Uniti, e le sue preoccupazioni riguardo i gravi problemi che ora dovrà fronteggiare: salvare l’economia americana da una minacciosa recessione e mettere fine alle guerre in Iraq e in Afghanistan con un po’ di dignità. Come Obama ha detto, la strada è lunga, e i problemi non possono essere risolti nel corso di un anno o anche in un solo mandato.
Riguardo alla sua implicazione con Israele, Obama gioca un ruolo chiave nelle prossime elezioni israeliane. Gli avvenimenti di questa [martedì] notte [elezione di Obama e lancio di missili Qassam su Israele] accentuano il dilemma che gli elettori israeliani dovranno fronteggiare: l’elezione di Obama aiuterà la candidatura della Livni mentre i missili Qassam sosteranno quella di Netanyahu. La presidente del partito Kadima Tzipi Livni e i suoi sostenitori si sforzeranno di convincere l’opinione pubblica che la chiave per buone relazioni con il governo americano siano i colloqui di pace, e, sebbene gli Stati Uniti non si precipiteranno ad intervenire nel processo di pace, senza dubbio si opporranno agli insediamenti e faranno pressione su Israele perché ceda i territori. La fazione di Livni sosterrà che eleggere Netanyahu inevitabilmente condurrà a uno scontro con Obama che causerà principalmente tensione e preoccupazioni. Secondo questo approccio, Obama sta dalla parte giusta della storia insieme con la sinistra israeliana, contrapposto alla destra e ai coloni israeliani.
Netanyahu, dall’altra parte, fisserà l’attenzione su gli altri eventi di ieri [martedì] notte [la violazione della tregua], affermando che il lancio di razzi Qassam dimostra la profondità dell’insuccesso di Kadima di proteggere Israele anche durante un accordo di cessate il fuoco. Netanyahu sosterrà che votare per Kadima assicurerà la continuazione degli attacchi con razzi Qassam contro Israele, e una qualunque discussione su un ulteriore ritiro incentiverà ancor di più il lancio di razzi. Netanyhu sosterrà che può convincere il governo di Obama che Israele non deve arrendersi al terrore, e che ha buone relazioni con il nuovo presidente.
Alla pari dell’America, i sondaggi mostrano che sarà una competizione serrata che molto verosimilmente sarà influenzata dagli errori e dalle gaffe dei due candidati piuttosto che dal cambio di governo in America. Tuttavia, Livni e Netanyahu certamente faranno del loro meglio per enfatizzare il dilemma tra Obama e i missili Qassam.
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