Un veloce aggiornamento. “Il gruppo del Pd ha deciso all’unanimità l’esclusione di Villari”. Anna Finocchiaro alla fine ha goduto un mondo. L’annuncio, al termine di una lunga riunione: la decisione presa dall’organismo direttivo di Palazzo Madama è rappresaglia bolscevica: “Villari è stato escluso e potrà proporre appello al gruppo. Il Pd ne esce con una straordinaria linearità, abbiamo mantenuto una linea di lealtà con gli alleati fino all’ultimo e così la confermiamo”. Battute da Zelig.
Raccolgo anche la dichiarazione di Schifani, presidente del Senato, conversante con i cronisti a Palazzo Madama, ma l’opinione espressa dal tono vuol essere (lo spero proprio per l’Italia) personale e confidenziale: “A me sembra che l’iniziativa del senatore Villari si sia positivamente conclusa, lui ha contribuito a superare una posizione di stallo e lui stesso ha dichiarato che si sarebbe fatto da parte in presenza di un accordo tra maggioranza e opposizione. Ora mi pare che l’accordo ci sia e che il compito del senatore Villari si possa definire concluso. Quindi, dovrebbe adottare le scelte relative al suo mandato”. È quest’ultima parola, infatti, la più inquietante. Su cui forse un altro briciolo di riflessione c’è da fare.
Villari dopo l'espulsione decisa dal direttivo dei senatori Pd ha detto: “Il gruppo parlamentare del Partito democratico è la mia casa politica. Ho contribuito io stesso a costruirla, sono stato tra i fondatori. Ci chiamiamo democratici perché consideriamo il confronto il metodo principe per risolvere i problemi dei cittadini. Perché non abbiamo paura di discutere, in maniera anche animata, con chi la pensa diversamente, e siamo pronti a riconoscere sempre le ragioni dell'interlocutore. Perché quando accade a qualcuno di sbagliare valutazione e di commettere un errore, si discute e se ne parla con franchezza”.
Raccolgo anche la dichiarazione di Schifani, presidente del Senato, conversante con i cronisti a Palazzo Madama, ma l’opinione espressa dal tono vuol essere (lo spero proprio per l’Italia) personale e confidenziale: “A me sembra che l’iniziativa del senatore Villari si sia positivamente conclusa, lui ha contribuito a superare una posizione di stallo e lui stesso ha dichiarato che si sarebbe fatto da parte in presenza di un accordo tra maggioranza e opposizione. Ora mi pare che l’accordo ci sia e che il compito del senatore Villari si possa definire concluso. Quindi, dovrebbe adottare le scelte relative al suo mandato”. È quest’ultima parola, infatti, la più inquietante. Su cui forse un altro briciolo di riflessione c’è da fare.
Villari dopo l'espulsione decisa dal direttivo dei senatori Pd ha detto: “Il gruppo parlamentare del Partito democratico è la mia casa politica. Ho contribuito io stesso a costruirla, sono stato tra i fondatori. Ci chiamiamo democratici perché consideriamo il confronto il metodo principe per risolvere i problemi dei cittadini. Perché non abbiamo paura di discutere, in maniera anche animata, con chi la pensa diversamente, e siamo pronti a riconoscere sempre le ragioni dell'interlocutore. Perché quando accade a qualcuno di sbagliare valutazione e di commettere un errore, si discute e se ne parla con franchezza”.
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