Avevo detto nel precedente post che su alcune parole di Schifani era il caso di meditare. Un primo intervento che dirada la nebbia è quello di Berlusconi riportato una mezz’oretta fa dalle agenzie: “Maggioranza e opposizione hanno condiviso e concordato la designazione del sen. Zavoli a presidente della commissione nazionale di Vigilanza. Il sen. Villari può dirsi soddisfatto di avere in fondo contribuito a determinare queste condizioni e può quindi serenamente rassegnare le dimissioni convinto di rendere così un servizio alle istituzioni”. Tirato per la giacchetta altro non poteva dichiarare il presidente del Consiglio. Ma adesso c’è da chiedersi se non sia il caso dopo la farsa “Walter e i suoi fratelli [di casta]” far scoppiare veramente un “caso Villari”. Involontariamente è diventato un emblema dell’antipolitica. Riflettiamoci bene. Sostenere Villari, al di là di tutte le battute lette in questi giorni, può essere un contributo nella lotta contro la “casta” partitocratica che domina la politica italiana. Viva Villari, insomma.
“Una sanzione politica e non disciplinare era la nostra proposta al direttivo Pd, come nostra storia radicale ha da sempre realizzato”, hanno intanto detto a proposito dell’espulsione del senatore Pd, Emma Bonino e Donatella Poretti: “Contrari al provvedimento di esclusione dal gruppo Pd perché la partita politica deve essere giocata con i mezzi e gli strumenti della politica e non solamente con quelli disciplinari”. En passant, Villari è stato escluso dal gruppo Pd al Senato, non dal partito. Attenzione a leggere bene la notizia.
Prima di passare ad una dichiarazione di Latorre sul suo pizzino, annoto un’uscita di Walter Veltroni alla presentazione del libro di Bruno Vespa “Viaggio in un’Italia diversa” in cui è tornato a parlare delle manifestazioni contro la riforma della scuola. Meglio in piazza piuttosto che a “guardare la televisione”. “Mi piace – ha detto Walter - che si preoccupino del loro destino”. Poi, criticando l’atteggiamento del governo che non ha ascoltato nessuno in occasione del decreto Gelmini, ha spiegato che è vero che “il convincimento ha bisogno di tempi” e si rischia di bloccare tutto, ma “non vorrei che pur di decidere non si convince nessuno”. Insomma, “non voglio una democrazia che non decide, ma la decisione senza democrazia fa paura”, ha ammonito Veltroni. Un momento di dissociazione, forse.
E veniamo a quel simpaticone di Latorre che ha detto, o meglio dirà stasera alle telecamere di “Striscia la notizia”: “È stata una leggerezza, ma in quel pizzino c’era scritto quello che più volte ho detto pubblicamente: esattamente quello che penso. Parlare di inciucio e tradimento per questa cosa mi sembra francamente troppo. Credo che sia una critica inaccettabile”. Il Tg satirico ha inviato Jimmy Ghione ad incontrare appunto l’autore di quello che il programma definisce il “pizzino dell’inciucio”, “reo” di aver passato in un dibattito televisivo al “rivale” Italo Bocchino del Pdl un foglietto con consigli su come rispondere alle accuse dell’“alleato” dell’ Idv Massimo Donadi.
Nei prossimi post tutto quanto di interessante ho raccolto e non riportato sulle due vicende Villari e Latorre.
“Una sanzione politica e non disciplinare era la nostra proposta al direttivo Pd, come nostra storia radicale ha da sempre realizzato”, hanno intanto detto a proposito dell’espulsione del senatore Pd, Emma Bonino e Donatella Poretti: “Contrari al provvedimento di esclusione dal gruppo Pd perché la partita politica deve essere giocata con i mezzi e gli strumenti della politica e non solamente con quelli disciplinari”. En passant, Villari è stato escluso dal gruppo Pd al Senato, non dal partito. Attenzione a leggere bene la notizia.
Prima di passare ad una dichiarazione di Latorre sul suo pizzino, annoto un’uscita di Walter Veltroni alla presentazione del libro di Bruno Vespa “Viaggio in un’Italia diversa” in cui è tornato a parlare delle manifestazioni contro la riforma della scuola. Meglio in piazza piuttosto che a “guardare la televisione”. “Mi piace – ha detto Walter - che si preoccupino del loro destino”. Poi, criticando l’atteggiamento del governo che non ha ascoltato nessuno in occasione del decreto Gelmini, ha spiegato che è vero che “il convincimento ha bisogno di tempi” e si rischia di bloccare tutto, ma “non vorrei che pur di decidere non si convince nessuno”. Insomma, “non voglio una democrazia che non decide, ma la decisione senza democrazia fa paura”, ha ammonito Veltroni. Un momento di dissociazione, forse.
E veniamo a quel simpaticone di Latorre che ha detto, o meglio dirà stasera alle telecamere di “Striscia la notizia”: “È stata una leggerezza, ma in quel pizzino c’era scritto quello che più volte ho detto pubblicamente: esattamente quello che penso. Parlare di inciucio e tradimento per questa cosa mi sembra francamente troppo. Credo che sia una critica inaccettabile”. Il Tg satirico ha inviato Jimmy Ghione ad incontrare appunto l’autore di quello che il programma definisce il “pizzino dell’inciucio”, “reo” di aver passato in un dibattito televisivo al “rivale” Italo Bocchino del Pdl un foglietto con consigli su come rispondere alle accuse dell’“alleato” dell’ Idv Massimo Donadi.
Nei prossimi post tutto quanto di interessante ho raccolto e non riportato sulle due vicende Villari e Latorre.
Nessun commento:
Posta un commento