“Le scelte del Governo non penalizzano le opere del Nord”, con questo titolo oggi “Il Sole 24 Ore” pubblica una lettera di Altero Matteoli Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Vediamola:
Caro Direttore, ho letto su “Il Sole 24 Ore” di domenica 2 novembre l’articolo “Appalti, Nord senza risorse”, in cui si formulano considerazioni che, a mio avviso, meritano un serio approfondimento. Intanto, sarebbe stato utile ricordare che dal momento in cui il dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha trasmesso al Cipe l’Allegato Infrastrutture al Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, nella prima decade di luglio 2008, la linea programmatica ed il quadro fonti impieghi non solo è rimasto identico ma, a differenza del passato, non c’era mai stata tanta chiarezza e tale correlazione tra risorse disponibili e risorse da reperire.
Il quadro delle esigenze finanziarie per l’attuazione delle opere della Legge Obiettivo per il triennio 2009-2011 era pari a 44 miliardi di euro, di cui 14 da gravare su risorse interamente pubbliche e 30 su fondi privati, fondi comunitari e su fondi Fas, Por, ecc. Ebbene, in questa fase, stiamo definendo, in modo dettagliato, quali interventi attivare entro il 2009 e, anche alla luce di quanto potrà essere garantito dai fondi Fas, siamo in grado di poter assicurare nel 2009 investimenti per 16,6 miliardi di euro. Di tale ammontare, circa 8 miliardi sono a carico di privati e tutti finalizzati ad interventi nel Centro-Nord del Paese. La parte di risorse aggiuntive, sempre per il 2009, saranno assicurate sia con capitali statali, sia con una quota di fondi Fas. Per il 2009, quindi, ci prefiggiamo di garantire l’avvio concreto di oltre un terzo dell’importo triennale della Legge Obiettivo. A tali finanziamenti vanno aggiunti quelli destinati all’attuazione del Contratto di Programma delle Ferrovie dello Stato e quelli all’Anas che, nel prossimo triennio, dovrebbero attestarsi su un valore globale di circa 15 miliardi di euro.
Stiamo quindi lavorando non per definire un impianto programmatico ma per assicurare la cantierabilità di oltre16 miliardi di euro ed ottenere così un risultato essenziale in questa delicata fase di stagnazione economica: una crescita del Pil generata solo dagli investimenti infrastrutturali per una quota calcolata dello 0,7%. Se analizziamo nel dettaglio le opere scopriamo, diversamente da quanto pubblicato nell’articolo del 2 novembre, che il Nord non è assolutamente penalizzato:
infatti, la Brescia-Bergamo-Milano (Brebemi), la Cisa, la Brescia-Padova, la Pedemontana lombarda, la Treviglio-Brescia, la Milano-Genova, il Mose non sono opere ubicate nel Centro o nel Sud del Paese e tali interventi sono tutti presenti in questo programma di avvio del 2009. Ma non ci siamo fermati alla semplice identificazione di un piano fonti impieghi e ad un programma di prima fase per il 2009, ci siamo preoccupati anche di definire con il mondo finanziario appositi, itinerari capaci di agevolare le linee di credito. Con la Banca Europea degli Investimenti abbiamo già sottoscritto una convenzione per un prestito di 15 miliardi di euro (ho parlato sempre di prestito e non di risorse assegnate a fondo perduto).
Con la Cassa Depositi e Prestiti e con altri istituti finanziari stiamo definendo possibili forme che supportino appositi partenariati pubblico privato.
Oltre a garantire i futuri investimenti, il Governo ha varato anche un decreto legge per superare le negatività prodotte alle imprese di costruzione dall’esplosione dei costi di alcuni materiali (cemento, ferro, ecc.). Questo lavoro capillare e sistematico è proprio finalizzato a far ripartire una macchina che nella passata Legislatura era stata sostanzialmente bloccata. Fermata in un biennio -Questa è un’aggravante di non poco conto - in cui la crescita del Pil nel nostro Paese era quasi del 2% ed il costo dei materiali da costruzioni essenziali era al di sotto della metà del valore attuale.
Alla lettera segue una replica dell’autore dell’articolo cui fa riferimento il ministro. Non lo riprendo perché per meglio comprenderlo bisognerebbe leggere anche l’articolo stesso, per cui rimando direttamente al quotidiano chi volesse approfondire. L’importante, ed era lo scopo di questo post, era registrare la posizione e le assicurazioni del ministro Matteoli.
Caro Direttore, ho letto su “Il Sole 24 Ore” di domenica 2 novembre l’articolo “Appalti, Nord senza risorse”, in cui si formulano considerazioni che, a mio avviso, meritano un serio approfondimento. Intanto, sarebbe stato utile ricordare che dal momento in cui il dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha trasmesso al Cipe l’Allegato Infrastrutture al Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, nella prima decade di luglio 2008, la linea programmatica ed il quadro fonti impieghi non solo è rimasto identico ma, a differenza del passato, non c’era mai stata tanta chiarezza e tale correlazione tra risorse disponibili e risorse da reperire.
Il quadro delle esigenze finanziarie per l’attuazione delle opere della Legge Obiettivo per il triennio 2009-2011 era pari a 44 miliardi di euro, di cui 14 da gravare su risorse interamente pubbliche e 30 su fondi privati, fondi comunitari e su fondi Fas, Por, ecc. Ebbene, in questa fase, stiamo definendo, in modo dettagliato, quali interventi attivare entro il 2009 e, anche alla luce di quanto potrà essere garantito dai fondi Fas, siamo in grado di poter assicurare nel 2009 investimenti per 16,6 miliardi di euro. Di tale ammontare, circa 8 miliardi sono a carico di privati e tutti finalizzati ad interventi nel Centro-Nord del Paese. La parte di risorse aggiuntive, sempre per il 2009, saranno assicurate sia con capitali statali, sia con una quota di fondi Fas. Per il 2009, quindi, ci prefiggiamo di garantire l’avvio concreto di oltre un terzo dell’importo triennale della Legge Obiettivo. A tali finanziamenti vanno aggiunti quelli destinati all’attuazione del Contratto di Programma delle Ferrovie dello Stato e quelli all’Anas che, nel prossimo triennio, dovrebbero attestarsi su un valore globale di circa 15 miliardi di euro.
Stiamo quindi lavorando non per definire un impianto programmatico ma per assicurare la cantierabilità di oltre16 miliardi di euro ed ottenere così un risultato essenziale in questa delicata fase di stagnazione economica: una crescita del Pil generata solo dagli investimenti infrastrutturali per una quota calcolata dello 0,7%. Se analizziamo nel dettaglio le opere scopriamo, diversamente da quanto pubblicato nell’articolo del 2 novembre, che il Nord non è assolutamente penalizzato:
infatti, la Brescia-Bergamo-Milano (Brebemi), la Cisa, la Brescia-Padova, la Pedemontana lombarda, la Treviglio-Brescia, la Milano-Genova, il Mose non sono opere ubicate nel Centro o nel Sud del Paese e tali interventi sono tutti presenti in questo programma di avvio del 2009. Ma non ci siamo fermati alla semplice identificazione di un piano fonti impieghi e ad un programma di prima fase per il 2009, ci siamo preoccupati anche di definire con il mondo finanziario appositi, itinerari capaci di agevolare le linee di credito. Con la Banca Europea degli Investimenti abbiamo già sottoscritto una convenzione per un prestito di 15 miliardi di euro (ho parlato sempre di prestito e non di risorse assegnate a fondo perduto).
Con la Cassa Depositi e Prestiti e con altri istituti finanziari stiamo definendo possibili forme che supportino appositi partenariati pubblico privato.
Oltre a garantire i futuri investimenti, il Governo ha varato anche un decreto legge per superare le negatività prodotte alle imprese di costruzione dall’esplosione dei costi di alcuni materiali (cemento, ferro, ecc.). Questo lavoro capillare e sistematico è proprio finalizzato a far ripartire una macchina che nella passata Legislatura era stata sostanzialmente bloccata. Fermata in un biennio -Questa è un’aggravante di non poco conto - in cui la crescita del Pil nel nostro Paese era quasi del 2% ed il costo dei materiali da costruzioni essenziali era al di sotto della metà del valore attuale.
Alla lettera segue una replica dell’autore dell’articolo cui fa riferimento il ministro. Non lo riprendo perché per meglio comprenderlo bisognerebbe leggere anche l’articolo stesso, per cui rimando direttamente al quotidiano chi volesse approfondire. L’importante, ed era lo scopo di questo post, era registrare la posizione e le assicurazioni del ministro Matteoli.
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