giovedì 20 novembre 2008

Stamattina quando le parole di Veltroni parevano contare

Ancora un articolo di questa mattina per ampliare l’informazione sul caso Villari. Ovviamente superato dagli eventi ma certe dichiarazioni non è mai male leggerle e archiviarle. L’articolo è di Lorenzo Salvia, su “Il Corriere della Sera”. Mi limito al solo titolo, saltando occhielli e sottotitoli: “Vigilanza, pressing su Villari. Scontro tra Orlando e Schifani”. Certamente letto questa sera risulta comico alquanto.

Il pressing dei Partito democratico su Riccardo Villari continua ed è il segnale che, dietro l’ottimismo di facciata, c’è ancora il timore che le sorprese non siano finite. Oggi si riunisce la commissione di Vigilanza sulla Rai, la prima seduta convocata dal senatore del Pd eletto con i voti del Pdl. E potrebbe arrivare il passaggio di consegne con Sergio Zavoli.
«Siamo andati fino in fondo - dice Walter Veltroni - e abbiamo fatto tutto alla luce del sole. Non vogliamo fare giochini». «Dopo gli adempimenti di rito - prevede la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro - Villari si dimetterà». «Non ho comunicato ad alcuno le mie determinazioni» replica lo stesso Villari, che ieri ha incontrato il presidente della Camera, Gianfranco Fini. E poi aggiunge, al telefono: «Stiamo facendo tutti una brutta figura. C’è poco da polemizzare, io mi attengo al percorso istituzionale». Ancora un giorno in sella, quindi, e non è un mistero che una parte della maggioranza continui a sostenerlo: «È un presidente legittimamente eletto - ripete Maurizio Gasparri - e a lui spettano le valutazioni del caso».
Oggi la commissione di vigilanza eleggerà l’ufficio dì presidenza. I due vicepresidenti dovrebbero essere Giorgio Lainati (Pdl) e Giorgio Merlo (Pd) con il radicale Marco Beltrandi segretario. Poi toccherà a Villari. Il presidente si aspetta che siano tutti i componenti della commissione a chiedergli il passo indietro, ringraziandolo per la disponibilità a farsi da parte. La vigilanza potrebbe subito procedere all’elezione del nuovo presidente. In commissione ci sarà già Sergio Zavoli, subentrato al dalemiano Nicola Latorre che si è dimesso per cedergli il posto. Non ci saranno, invece, i due rappresentanti dell’Italia dei valori, Leoluca Orlando e Pancho Pardi. Ma le loro strade sembrano dividersi. Con Zavoli presidente, Pardi è pronto a tornare in commissione: «È un nome indicato dall’opposizione, non avrei problemi». Orlando invece conferma: «Non parteciperò per tutta la legislatura». E accusa il presidente del Senato, Renato Schifani: «Mi ha chiesto di incontrare Berlusconi ma ho rifiutato perché non opportuno». «II presidente Schifani - replica Palazzo Madama - si è attivato in maniera trasparente per prospettare l’opportunità di prendere contatti coni più alti vertici istituzionali».

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