La giornata parlamentare di ieri, alla Camera dei deputati, ha offerto numerosi spunti per un commento o, meglio una serie di commenti, che seguiranno a questo primo. Il “fenomeno” straordinario che è avvenuto, dalla valenza di un’apparizione d’un qualche santo o simili, come si sa, è la bocciatura da parte dell’aula per pochi voti di un emendamento proposto dalla maggioranza al governo. Come sempre a farne le spese sono stati i più deboli e i senza voce in capitolo, in questo caso la fauna avicola protetta. Come la signora Longari dell’arcinoto aneddoto televisivo anche la maggioranza è caduta su un uccello.
Immediatamente TeleKabul ha dato la notizia come se a poche sedute dal voto che ha dato a Berlusconi una fortissima maggioranza in entrambi i rami del Parlamento fosse accaduta una catastrofe tale negli appartamenti del potere politico capace di resuscitare tutti gli zombi rimasti fuori da Montecitorio e da Palazzo Madama. Soprattutto legando il fatto con la questione ReteQuattro. Non solo non è così, ma le modalità con cui a sinistra si è vissuta la vicenda ha mostrato una volta di più perché l’Italia tutta abbia deciso di liquidare dei morti viventi, quali sono i partitini della sinistra massimalista ed i verdi, e di non dare il proprio consenso ai Fassino di turno (Fassino che, en passant, sempre ieri a Ballarò non si può dire abbia proprio aiutato, come in altre recenti occasioni televisive, la causa di Veltroni).
La buccia di banana è stato questo emendamento, votato immediatamente dopo quello sulla parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, l’8.01, passato con 256 sì, 3 no e 203 astenuti, l’8. 02. del Governo:
Dopo l’articolo 8, aggiungere il seguente:
ART. 8-bis. – (Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la tutela della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio in attuazione della direttiva 79/409/CEE. Parere motivato nell’ambito della procedura d’infrazionen. 2006/2131). – 1. Alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 1:
1) dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: « 2-bis. Lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano si adoperano, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, per mantenere o adeguare le popolazioni della fauna selvatica ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative e, comunque, evitando, nell’adottare i provvedimenti di competenza, il deterioramento della situazione attuale »;
2) è aggiunto, in fine, il seguente comma: « 7-bis. Il Ministro per le politiche comunitarie, di concerto con i Ministri interessati, trasmette alla Commissione Europea tutte le informazioni a questa utili al fine di coordinare le ricerche e i lavori riguardanti la protezione, la gestione e la utilizzazione della fauna selvatica, nonché quelle sull’applicazione pratica della presente legge »;
b) all’articolo 18, comma 2, il primo periodo è sostituito dal seguente: « I termini di cui al comma 1 possono essere modificati per determinate specie in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali, anche al fine di garantire la tutela delle specie nel periodo di nidificazione e durante le fasi di riproduzione e di dipendenza e, nei confronti delle specie migratrici, durante il periodo di riproduzione e durante il ritorno al luogo di nidificazione »;
c) all’articolo 20, comma 3, sono aggiunte, in fine, le parole: « e previa consultazione della Commissione Europea »;
d) all’articolo 21, comma 1:
1) alla lettera o), sono aggiunte, in fine, le parole: « ; distruggere o danneggiare deliberatamente nidi e uova, nonché disturbare deliberatamente le specie protette di uccelli »;
2) alla lettera bb), dopo le parole: « detenere per vendere » sono aggiunte le seguenti: « , trasportare per vendere ».
Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Elio Vito si è lamentato successivamente alla votazione per l’atteggiamento dell’opposizione apparentemente incoerente: “Signor Presidente, la mia esperienza parlamentare mi permette di affermare che tante ne abbiamo viste nelle Aule e tante continueremo a vederne. È dunque legittimo, naturalmente, che l'opposizione esulti, essendo in condizioni di minoranza, ed è giusto che la maggioranza serri le fila quando lo ritenga. Tuttavia, signor Presidente, ritengo di essere abituato - anche per il ruolo che ho l'onore di ricoprire - a cercare di attenermi sempre al merito delle questioni, del quale riconosco che legittimamente, a volte, la politica ci costringe invece a non tenere conto. Pertanto, nel merito della questione, l'articolo aggiuntivo 8.02 del Governo, bocciato con grande sorpresa da parte del Governo - in quanto relativo a procedure di infrazione di cui si era già occupato il precedente Governo, e sulle quali si era attivato anche il Ministro Bonino - faceva riferimento ad una procedura di infrazione che investe il nostro Paese dall'anno scorso. In particolare, la proposta emendativa interveniva puntualmente sulla procedura di infrazione, che riguardava - e riguarda - questioni che mai avremmo immaginato divenissero oggetto di opposizione politica, quali la distruzione ed il danneggiamento deliberato dei nidi e delle uova e il divieto di disturbare deliberatamente le specie di uccelli protetti”.
Ma la maggioranza non aveva fatto i conti con la lobby a guida diessina che si raggruppa attorno all’Arcicaccia, come si evince dalla successiva replica di un esponente dell’opposizione. Certo, se si possono prendere due piccioni con una fava tanto di guadagnato. E così è avvenuto. Ma ciò che contava per la lobby in questione era mettere i bastoni fra le ruote del provvedimento per tentare di riaprire la discussione sulla legge riguardante la caccia. Ha detto Angelo Zucchi: “Signor Presidente, con tutto il rispetto, non sarà l'onorevole Vito a dirci cosa abbiamo bocciato. Sappiamo bene che l'articolo aggiuntivo 8.02 del Governo che toccava la legge n. 157 del 1992 - nota come legge sulla caccia - serviva a porre rimedio ai procedimenti di infrazione aperti in ambito europeo. Tuttavia, si tratta di una legge complessa, che tiene insieme interventi e interessi per alcuni versi anche confliggenti: quelli del mondo ambientalista, del mondo delle associazioni venatorie e delle regioni (le quali devono poi esercitare un ruolo fattivo sulla regolamentazione della caccia); pertanto quello che chiedevamo (e che io avrei chiesto se avessi potuto intervenire) è che una legge così complicata - approvata nel 1992 in un Parlamento che, quando discute di caccia, in genere si divide - potesse essere approfondita all'interno delle Commissioni di merito, ossia la Commissione ambiente e la Commissione agricoltura. Peraltro, la legge n. 157 del 1992, all'articolo 35, prevede che il Ministro delle politiche agricole faccia il punto della situazione. Ora, prima di toccare una legge così sensibile, sarebbe bene fare il punto. Noi chiedevamo ciò, e chiedevamo che questa norma di recepimento fosse rinviata alla legge comunitaria, perché non consideravamo la questione così urgente da essere affrontata senza ascoltare tutto il mondo interessato. Pertanto, abbiamo riaperto una discussione della quale, a nostro avviso, saranno liete sia le associazioni ambientaliste sia quelle venatorie, perché si potranno confrontare su questo tema, e anche il ruolo del Parlamento, da questo punto di vista, viene, come dire, esercitato con più franchezza e fermezza, perché potremo esprimerci nelle Commissioni di merito”.
Angelo Zucchi, partito democratico, sindaco di Siziano dal 1995 al 2004, consigliere provinciale dei DS dal 2001 al 2006, assessore comunale a Pavia dal giugno 2005 ad aprile 2006 e segretario provinciale dei Democratici di Sinistra dal 2001 all’autunno 2006, eletto deputato una prima volta nelle liste dell'Ulivo nel 2006 e rieletto nella Circoscrizione Lombardia 3 quest’anno, è nella lista nera lombarda della LAV, assieme a Maria Stella Gelmini, Viviana Beccalossi, Guido Galperti e Valerio Carrara. È tra quelli che lo scorso anno in concomitanza con il IX Ccongresso dell’Arcicaccia, che si è svolto a Roma lo scorso anno il 20 e il 21 luglio, ha inviato un messaggio di riconoscimento all’associazione, in cui diceva: “Con l’Arcicaccia abbiamo lavorato in completa sintonia anche sui temi più complessi”.
Immediatamente TeleKabul ha dato la notizia come se a poche sedute dal voto che ha dato a Berlusconi una fortissima maggioranza in entrambi i rami del Parlamento fosse accaduta una catastrofe tale negli appartamenti del potere politico capace di resuscitare tutti gli zombi rimasti fuori da Montecitorio e da Palazzo Madama. Soprattutto legando il fatto con la questione ReteQuattro. Non solo non è così, ma le modalità con cui a sinistra si è vissuta la vicenda ha mostrato una volta di più perché l’Italia tutta abbia deciso di liquidare dei morti viventi, quali sono i partitini della sinistra massimalista ed i verdi, e di non dare il proprio consenso ai Fassino di turno (Fassino che, en passant, sempre ieri a Ballarò non si può dire abbia proprio aiutato, come in altre recenti occasioni televisive, la causa di Veltroni).
La buccia di banana è stato questo emendamento, votato immediatamente dopo quello sulla parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, l’8.01, passato con 256 sì, 3 no e 203 astenuti, l’8. 02. del Governo:
Dopo l’articolo 8, aggiungere il seguente:
ART. 8-bis. – (Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la tutela della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio in attuazione della direttiva 79/409/CEE. Parere motivato nell’ambito della procedura d’infrazionen. 2006/2131). – 1. Alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 1:
1) dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: « 2-bis. Lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano si adoperano, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, per mantenere o adeguare le popolazioni della fauna selvatica ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative e, comunque, evitando, nell’adottare i provvedimenti di competenza, il deterioramento della situazione attuale »;
2) è aggiunto, in fine, il seguente comma: « 7-bis. Il Ministro per le politiche comunitarie, di concerto con i Ministri interessati, trasmette alla Commissione Europea tutte le informazioni a questa utili al fine di coordinare le ricerche e i lavori riguardanti la protezione, la gestione e la utilizzazione della fauna selvatica, nonché quelle sull’applicazione pratica della presente legge »;
b) all’articolo 18, comma 2, il primo periodo è sostituito dal seguente: « I termini di cui al comma 1 possono essere modificati per determinate specie in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali, anche al fine di garantire la tutela delle specie nel periodo di nidificazione e durante le fasi di riproduzione e di dipendenza e, nei confronti delle specie migratrici, durante il periodo di riproduzione e durante il ritorno al luogo di nidificazione »;
c) all’articolo 20, comma 3, sono aggiunte, in fine, le parole: « e previa consultazione della Commissione Europea »;
d) all’articolo 21, comma 1:
1) alla lettera o), sono aggiunte, in fine, le parole: « ; distruggere o danneggiare deliberatamente nidi e uova, nonché disturbare deliberatamente le specie protette di uccelli »;
2) alla lettera bb), dopo le parole: « detenere per vendere » sono aggiunte le seguenti: « , trasportare per vendere ».
Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Elio Vito si è lamentato successivamente alla votazione per l’atteggiamento dell’opposizione apparentemente incoerente: “Signor Presidente, la mia esperienza parlamentare mi permette di affermare che tante ne abbiamo viste nelle Aule e tante continueremo a vederne. È dunque legittimo, naturalmente, che l'opposizione esulti, essendo in condizioni di minoranza, ed è giusto che la maggioranza serri le fila quando lo ritenga. Tuttavia, signor Presidente, ritengo di essere abituato - anche per il ruolo che ho l'onore di ricoprire - a cercare di attenermi sempre al merito delle questioni, del quale riconosco che legittimamente, a volte, la politica ci costringe invece a non tenere conto. Pertanto, nel merito della questione, l'articolo aggiuntivo 8.02 del Governo, bocciato con grande sorpresa da parte del Governo - in quanto relativo a procedure di infrazione di cui si era già occupato il precedente Governo, e sulle quali si era attivato anche il Ministro Bonino - faceva riferimento ad una procedura di infrazione che investe il nostro Paese dall'anno scorso. In particolare, la proposta emendativa interveniva puntualmente sulla procedura di infrazione, che riguardava - e riguarda - questioni che mai avremmo immaginato divenissero oggetto di opposizione politica, quali la distruzione ed il danneggiamento deliberato dei nidi e delle uova e il divieto di disturbare deliberatamente le specie di uccelli protetti”.
Ma la maggioranza non aveva fatto i conti con la lobby a guida diessina che si raggruppa attorno all’Arcicaccia, come si evince dalla successiva replica di un esponente dell’opposizione. Certo, se si possono prendere due piccioni con una fava tanto di guadagnato. E così è avvenuto. Ma ciò che contava per la lobby in questione era mettere i bastoni fra le ruote del provvedimento per tentare di riaprire la discussione sulla legge riguardante la caccia. Ha detto Angelo Zucchi: “Signor Presidente, con tutto il rispetto, non sarà l'onorevole Vito a dirci cosa abbiamo bocciato. Sappiamo bene che l'articolo aggiuntivo 8.02 del Governo che toccava la legge n. 157 del 1992 - nota come legge sulla caccia - serviva a porre rimedio ai procedimenti di infrazione aperti in ambito europeo. Tuttavia, si tratta di una legge complessa, che tiene insieme interventi e interessi per alcuni versi anche confliggenti: quelli del mondo ambientalista, del mondo delle associazioni venatorie e delle regioni (le quali devono poi esercitare un ruolo fattivo sulla regolamentazione della caccia); pertanto quello che chiedevamo (e che io avrei chiesto se avessi potuto intervenire) è che una legge così complicata - approvata nel 1992 in un Parlamento che, quando discute di caccia, in genere si divide - potesse essere approfondita all'interno delle Commissioni di merito, ossia la Commissione ambiente e la Commissione agricoltura. Peraltro, la legge n. 157 del 1992, all'articolo 35, prevede che il Ministro delle politiche agricole faccia il punto della situazione. Ora, prima di toccare una legge così sensibile, sarebbe bene fare il punto. Noi chiedevamo ciò, e chiedevamo che questa norma di recepimento fosse rinviata alla legge comunitaria, perché non consideravamo la questione così urgente da essere affrontata senza ascoltare tutto il mondo interessato. Pertanto, abbiamo riaperto una discussione della quale, a nostro avviso, saranno liete sia le associazioni ambientaliste sia quelle venatorie, perché si potranno confrontare su questo tema, e anche il ruolo del Parlamento, da questo punto di vista, viene, come dire, esercitato con più franchezza e fermezza, perché potremo esprimerci nelle Commissioni di merito”.
Angelo Zucchi, partito democratico, sindaco di Siziano dal 1995 al 2004, consigliere provinciale dei DS dal 2001 al 2006, assessore comunale a Pavia dal giugno 2005 ad aprile 2006 e segretario provinciale dei Democratici di Sinistra dal 2001 all’autunno 2006, eletto deputato una prima volta nelle liste dell'Ulivo nel 2006 e rieletto nella Circoscrizione Lombardia 3 quest’anno, è nella lista nera lombarda della LAV, assieme a Maria Stella Gelmini, Viviana Beccalossi, Guido Galperti e Valerio Carrara. È tra quelli che lo scorso anno in concomitanza con il IX Ccongresso dell’Arcicaccia, che si è svolto a Roma lo scorso anno il 20 e il 21 luglio, ha inviato un messaggio di riconoscimento all’associazione, in cui diceva: “Con l’Arcicaccia abbiamo lavorato in completa sintonia anche sui temi più complessi”.
Per concludere, che fosse un trabocchetto ad hoc su materia d’interesse per la parte diessina arcicaccista dell’opposizione appare evidente dal momento che tra le due votazioni (quella positiva per il governo relativa all’emendamento 8.01 con 462 presenti, quella immediatamente successiva negativa con 481 presenti) non vi è stata discussione e non vi è stato un calo, ma un aumento delle presenze in aula e semplicemente il rovesciamento sul no di 200 delle precedenti 203 astensioni. La maggioranza, insomma, ha fatto i conti con lo spirito antianimalista dell’opposizione represso in passato per calcolo politico dovendo misurarsi con compagni di viaggio di maggiore civiltà quanto a rispetto della biodiversità. Ed è uscita impallinata dalle doppiette sanguinolente di massacratori di indifesi uccellini "travestiti" da parlamentari. Sic et simpliciter.
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