mercoledì 21 maggio 2008

Se no i xe mati no li volemo

Certo Il Piccolo d’oggi è irriconoscibile. È la riprova, se si vuole, che il gruppo economico di riferimento conta e come. In questi giorni Il Piccolo on line, sfruttando l’interattività permessa da Internet s’è inventato un sondaggio quantomeno curioso; ma curioso non è se si osserva la linea del quotidiano “guida” del gruppo “Repubblica”. Una sorta di sondaggio preventivo: «A pochi giorni dalla presentazione, la giunta Tondo, originata dalla vittoria elettorale del centrodestra nel Friuli Venezia Giulia, ha cominciato a prendere le prime decisioni e a delineare alcune scelte politiche, come quella della cancellazione del reddito di cittadinanza, la conferma della volontà di chiudere la Ferriera di Servola e la riduzione del personale dell'amministrazione. Esprimete il livello di gradimento sull'operato del presidente, della giunta e dei singoli assessori.»
A tutti è ben presente che l’elezioni si sono svolte un mese e pochi giorni fa. Che si possa dare un giudizio su Giunta e su decisioni di cui ancora non si è visto l’effetto, appare alquanto pretesa fantastica e la ricerca di un fantasmagorico risultato. Tondo è diventato governatore contro ogni pronostico e sondaggio effettuato prima delle elezioni, sondaggi che davano inevitabilmente vincente Illy. Se l’intento fosse quello, ma non lo credo – penso piuttosto che l’iniziativa sia piuttosto conforme al detto triestino “se no i xe mati no li volemo”, – di mettere in dubbio la tenuta di consenso a pochi giorni dalla nomina, sarebbe operazione mediatica squallida. Ma il risultato buffo è che a 600 voti oggi alle 13:58 del sondaggio aperto alle 14:23 del 13.05.2008, il livello di gradimento riferito al presidente della Regione “molto” riporta 236 voti pari al 39%, contro i 216 voti, 36%, del livello “per niente”. Cioè Tondo salta il trabocchetto che si è provato ad aprirgli sotto i piedi; anzi si può pensare, tenendo conto delle risposte alle altre domande, che Tondo, oltre ad essere qui votato da sostenitori, sia votato anche da sostenitori dello schieramento opposto. Insomma chi proprio non lo vorrebbe, il “per niente”, è il 36%, ma l’area di chi ne è entusiasta, il “molto”, 39%, o di chi lo apprezza, “abbastanza”, 10%, o comunque lo accetta, il “poco”, 13%, rappresenta il 62%.
Del sondaggio che chiama all’azione la fronda ne fa le spese la composizione della giunta apprezzata “per niente” per il 40%, contro il 20% del “molto”. E di conseguenza quasi tutti gli assessori. Quella che tiene di più è Alessia Rosolen, assessore al lavoro, università, ricerca, pari opportunità e sicurezza (“per niente” 39%, “molto” 32%). Insomma onore a Tondo ma la sua è una “banda” di sfiduciati. Il risultato che si voleva esprimere. Certo, c’è l’avvertenza « Questo sondaggio non ha, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di una rilevazione aperta a tutti, non basata su un campione elaborato scientificamente. Ha quindi l’unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione su un tema di attualità». Ma intanto si crea un’impressione non positiva. Addirittura questo il giudizio sulle prime iniziative annunciate dalla giunta (tenete conto che oggi c’era il voto sulle linee programmatiche che sono state compattamente approvate dalla maggioranza): “poco” 12%, “per niente” 40%, “molto” 27%, “abbastanza” 18%, “non so” 4%. (La somma fa 101 ma è solo un problema di approssimazione). Cioè si dà il messaggio che il 52% affonda la giunta già alle sue prime decisioni. Una sorta di rivincita mediatica per tirarsi su di morale, come il governo “ombra” nazionale o la campagna contraria preventiva sulle prime decisioni prese soltanto oggi e non ancora precisamente note del governo Berlusconi.

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