mercoledì 21 maggio 2008

Ipocrisia europea

I fantasmi, secondo la letteratura, amano spaventare. Prima ancora che il governo abbia preso una decisione in proposito, ecco l’ex ministro Ferrero, una delle tante larve della sinistra alternativa, che oggi evoca il babau dell’ingolfamento della giustizia come possibile effetto di una nuova normativa che istituisca il reato di immigrazione clandestina: «Sull'immigrazione il governo Berlusconi e in particolare il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che è tornato a proporre l'assurdo reato di clandestinità, un vero abominio giuridico e politico, o meglio una stupidaggine propagandistica che avrà il solo effetto di riempire le galere fino a farle scoppiare, sta soltanto proseguendo sulla strada già tracciata in campagna elettorale». Veltroni questa sera a “Ballarò” pacatamente, serenamente sosteneva lo stesso. Non è questione “umanitaria”, ma ipocrisia umanitaria in quanto lo si agita come feticcio politico. E lo si è visto oggi in Europa, nel corso del dibattito a Strasburgo.
Un’agenzia sintetizzava così il discorso del commissario europeo agli Affari sociali, Vladimir Spidla: “I rom non sono dei criminali nati ma gran parte delle tensioni che scaturiscono da questa comunità sono principalmente dovute alla loro esclusione sociale”. Esclusione sociale o non volontà o incapacità di integrarsi? Certo se non ho voglia di integrarmi automaticamente mi escludo e dunque è esclusione sociale ma attiva, non passiva. “La Commissione europea condanna vivamente qualsiasi tipo di violenza verso i rom e chiede garanzie per la loro sicurezza personale. Quanto avvenuto a Ponticelli è un'azione razzista che rientra nel populismo, in altre parole di odio”, così Spidla, che a Ponticelli o nei pressi di un campo rom certamente non vive; altrimenti avrebbe usato la parola “esasperazione”.
Il presidente del gruppo dei Socialisti al Parlamento europeo Martin Schulz ha detto: “Non vogliamo accusare l'Italia ma chiederci come risolvere il problema. La comunità rom ha bisogno di immediato aiuto. Il problema non è certo di tipo strettamente italiano, è solo che si presenta anche in Italia, ma è ovunque in Unione europea, ed è anzitutto il grado insufficiente dell'integrazione delle minoranze e soprattutto dei rom”. E, dunque, dopo aver assicurato Frattini, che il Pse non intende fare del dibattito un'occasione per mettere sotto accusa il governo Berlusconi, tuttavia si è sollecitato il dibattito in assemblea per stigmatizzare decisioni ancora non prese da un governo in carica da pochissimi giorni. La strumentalizzazione è evidentissima. In una nota nota del Sir l'agenzia stampa della Cei, i vescovi spiegano: “È l’ora delle decisioni, ma anche delle nevrosi, che curiosamente sembrano correre in particolare fuori d’Italia, sulla linea che dalla Spagna di Zapatero approda all’Europarlamento ad iniziativa socialista. Ma l’errore maggiore sarebbe buttarla, per l’ennesima volta, in politica”. E così non sembra essere, è. Frattini comunque da titolare della Farnesina ha sottolineato l'importanza che la Commissione europea ponga a disposizione dei Paesi interessati, e quindi anche dell'Italia, fondi sufficienti per affrontare efficacemente la situazione di degrado e di abbandono in cui vivono da lunghi anni molte comunità Rom. Nel prendere atto che l'iniziativa del Parlamento europeo non è rivolta contro l'Italia, il ministro ha aggiunto che l'esecutivo Berlusconi, nel pieno rispetto della normativa europea, chiederà al tempo stesso che vengano rese effettive le espulsioni per chi violi le leggi ed i principi di comune convivenza civile. Insomma la nevrosi imperversa epidemiologicamente solo a sinistra.
Ma vengo alle eclatanti affermazioni dell’eurodeputata rom Viktoria Mohacsi (Eldr) dopo la visita di due giorni negli insediamenti di Roma e Napoli. Teniamo ben presente che i radicali, di cui era ospite a Roma, erano nel governo di Prodi, Veltroni era fino al mese scorso sindaco a Roma da 7 anni, succeduto a Rutelli, la Iervolino è sindaco a Napoli, e che il governo Berlusconi ha pochi giorni (ma forse non lo sapeva o non le è stato ben esplicitato, come forse, sono buono, non le è stato detto l'uso che sarebbe stato fatto qui da noi delle sue dichiarazioni). Così Repubblica.it scrive: «“Si sentono come se fossero a Auschwitz”. I campi sono in condizioni “orribili”, le persone vivono in baracche di lamiere, in mezzo ai rifiuti e ai topi, senza acqua corrente e senza luce. “Non ci sono servizi di alcuno tipo nelle vicinanze - racconta l'europarlamentare - . A Castel Romano su mille persone, 5 forse 6 hanno la cittadinanza. Una donna mi ha detto che si sente come se fosse ad Auschwitz...”. Una citazione che non deve sembrare casuale. Durante la seconda guerra mondiale furono uccisi 500 mila zingari vittime del reich e dei folli progetti di dominazione razziale. Molti di loro furono deportati e sterminati proprio ad Auschwitz. Nella lingua gitana si chiama Porrajmos, significa “divoramento” e indica la persecuzione.
“Le razzie dei poliziotti”. Nel suo viaggio nei campi Mohacsi ha soprattutto ascoltato. “Al campo Casilino 900 - dice - mi hanno raccontato che ogni 3 o 4 giorni verso mezzanotte arrivano pattuglie di poliziotti in divisa e armati. Non chiedono nulla, semplicemente picchiano. Ogni volta portano via circa 20 persone che scompaiono per 48 ore. Li tengono in celle dove vengono picchiati. Poi li rilasciano. Mi è stato assicurato che chi viene portato via non ha precedenti e non è ricercato”.
“I bambini scomparsi”. È un altro punto agghiacciante del resoconto che l'eurodeputata farà a Strasburgo. “A Napoli la situazione è ancora peggiore. L'avvocato dell'Opera nomadi mi ha detto che da due anni sono state perse le tracce di dodici bambini accusati di accattonaggio. Questi ragazzini sembrano spariti nel nulla, non esiste neppure un pezzo di carta. Ho incontrato un nonno di 60 anni disperato perchè non sa più nulla di suo nipote”. Se ribatti che i minori vengono spesso usati dai genitori per rubare, scippare, furti in casa, una vera e propria piaga, la risposta di Mohacsi è: “Bisogna punire chi delinque e tenerlo in carcere. Non far sparire i bambini”.»
Va detto che comunque il problema, oltre all’uso strumentale come arma politica in casa nostra, è altro, questo: “La maggior parte di queste persone non ha patria. Sono cittadini europei che sarebbero trasbordati da un posto all'altro. Fare quello che vuol fare l'Italia significa solo spostare il problema”, così la Mohacsi. Siamo noi, italiani, dunque, che abbiamo la scopa mentre gli altri ballano e nessuno degli altri vuol rimanere con la scopa in mano al posto nostro. Basta dirlo.

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