martedì 27 maggio 2008

Quando le foibe sono un pretesto

Ieri il prorettore vicario dell’Università La Sapienza di Roma, Luigi Frati, aveva revocato l'autorizzazione concessa dal preside della facoltà di Lettere e Filosofia a una conferenza sulle Foibe, di cui ho detto in un precedente post, ed alla quale avrebbe partecipato Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova. Rinvio al post citato il commento sull’evento e sul fatto che l’università lo avesse autorizzato. Qui annoto soltanto quanto è successo oggi all’Università, gli scontri tra Collettivi e Forza Nuova, riguardo ai quali il prorettore dell'ateneo Luigi Frati ha commentato: “Sono fatti di una enorme inciviltà. Uno la può pensare come vuole politicamente, ma non si può aggredire qualcuno solo perché attacca dei manifesti. A questo punto, ritengo di aver fatto bene a revocare la manifestazione”.
Sono chiari gli effetti degli scontri: 7 feriti, di cui quattro sono stati portati al Policlinico Umberto I. “Si tratta di codici gialli”, hanno fatto sapere dall'ufficio stampa dell'ospedale: “Uno ha una spalla lussata, altri hanno ferite alla testa, non profonde. Sembra che abbiano subito delle sprangate”. Dei quattro portati al Policlinico, due appartengono a Forza Nuova e due ai Collettivi di sinistra. Sono stati dimessi nel pomeriggio con prognosi da 5 a 20 giorni. Non altrettanto chiare le modalità che hanno portato i giovani a venire alle mani. Secondo le ricostruzioni degli investigatori un gruppo di giovani di sinistra stava strappando i manifesti di protesta appesi all'università da Fn contro l'annullamento del convegno sulle foibe. I militanti di destra non avrebbero risposto subito alla provocazione. La rissa sarebbe scoppiata all'arrivo di una macchina carica di altri militanti di Fn armati di spranghe e coltelli. Il tutto si è consumato in una decina di minuti, coinvolgendo una ventina di militanti antifascisti e un gruppo di cinque giovani di estrema destra.
Gli studenti dei Collettivi nel pomeriggio hanno organizzato una conferenza stampa. “È stata un'aggressione a freddo, non erano studenti perché avevano sicuramente più di trent'anni”, hanno affermato e chiesto le dimissioni immediate del preside Guido Pescosolido, che aveva autorizzato il convegno sulle foibe.
Il commento è banale. È evidente l’uso strumentale fatto dall’estrema destra extraparlamentare di usare le foibe per la solita propaganda revanscista vetero-fascista. Che non vi fosse un intento “storico” reale appare evidente dal tipo di reazione al ritiro dell’autorizzazione. Va detto che chiunque può esprimere il proprio pensiero su qualunque questione, tuttavia chi deve concedere strutture pubbliche che sono di tutti dovrebbe prestare maggiore attenzione alle richieste e vigilare che col pretesto, ad esempio come nel caso particolare, di discutere su accadimenti storici, non si copra altri intendimenti che con l’istituzione università e con la ricerca storica hanno nulla a che fare. E particolarmente chi opera in ambiti giovanili dovrebbe tenere conto delle parole del presidente del Consiglio comunale di Roma, adattandole al contesto: “Esistono tensioni. La politica ne deve prendere atto contribuendo ad abbassare i toni e a stemperare le polemiche”.

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